La furbata di Draghi per respingere i falchi tedeschi
di IL SUSSIDIARIO.NET (Ugo Bertone)
Mario Draghi è riuscito a sfruttare il ribasso del dollaro per respingere le ipotesi di fine anticipata del Qe gradite ai falchi tedeschi.
Mario Draghi (Lapresse)
I venti della guerra delle valute evocata a Davos dal ministro del Tesoro Usa Steven Mnuchin (“il calo del dollaro è un toccasana”) sono arrivati ieri nei saloni della Bce. Mario Draghi, pur con la cautela tipica dei banchieri centrali, ha replicato che il rafforzamento dell’euro non è tanto la conseguenza del miglior clima economico dell’Eurozona, bensì è determinato da politiche adottate altrove.
“Fare dichiarazioni sui tassi di cambio – ha aggiunto – finisce inevitabilmente con l’avere un effetto sui medesimi e dunque equivale a cercare di farli arrivare verso l’obiettivo desiderato”. In particolare, Draghi ha ricordato che “nello scorso ottobre ci siamo impegnati a non parlare delle valute altrui”, principio violato da Mnuchin.
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