La macchina di livellamento che domina sovrana sul conformismo dell’uomo medio (il testamento morale di Basso)
di LUCIANO BARRA CARACCIOLO
- La campagna elettorale langue nei suoi (in apparenza) indecifrabili sommovimenti, tutti e solo giustificabili dalla legge elettorale (l’elissi a difesa del sistema) che è stata curiosamente prescelta dalle forze politiche: incautamente forse per loro stesse – imbarcatesi in calcoli lambiccati che sono andati presto, e prevedibilmente…fuori controllo…o forse invece no -, ma senza dubbio gradita a…Citigroup (con annessa prorogatio invertita).
Ed in fondo, più si avvicinano le elezioni, più appare compiersi l’implicita accettazione, ovvero, più precisamente, la preventiva assuefazione, a tale prospettiva (“Citigroup”), da parte di un elettorato depoliticizzato in quanto raffinatamente condizionato ad assumere maggioritarie “reazioni favorevoli al sistema”: in modo, come vedremo, per lo più inconsapevole.
1.1. Ci rifacciamo perciò al tema interconnesso che si riallaccia al problema del controllo mediatico (perfezionato quasi militarmente con la campagna sulle c.d. fakenews), dello svuotamento del suffragio universale e della conseguente rassegnazione al ruolo del parlamento come mera “stanza di registrazione” della volontà dominante ed extraistituzionale dei mercati: un parlamento come “macchina di livellamento degli uomini al denominatore comune di ‘uomo medio’“.
I temi finora accennati si compongono di una serie di preziosi contributi di Francesco che risalgono al maggio del 2017 e che costituiscono una piccola “summa” della parte più acuta e profetica del pensiero di Lelio Basso.
Le dinamiche in atto confermano in pieno lo schema involutivo già allora preannunziato; un’involuzione, d’altra parte, è la conseguenza dell’azione concertata di poderose forze che Basso denunzia, quasi come in un testamento morale, a partire dal 1962 con un culmine finale del 1979.
“… uno dei più gravi aspetti negativi del neocapitalismo, su cui i suoi apologeti ‘democratici’ e ‘progressisti’ hanno tendenza a scivolare: la sua spinta di fondo antidemocratica, una spinta che appare coessenziale al sistema e pertanto non superabile nel quadro del sistema stesso.
Essa non si manifesta più nelle forme brutali del fascismo ma, come abbiamo detto, in modo più raffinato, nella completa depoliticizzazione delle masse, nella conformistizzazione della pubblica opinione, nel condizionamento di tutte le reazioni in senso favorevole al sistema…”.
- E ciò conduce ad un forzoso accordo tacito, anzi inconsapevole, tra i componenti della non elites, del tipo di quello segnalato da Rodrik, con l’effetto, non paradossale, della:
“accettazione della società esistente con la sua organizzazione fortemente gerarchizzata e con le sue chiusure sociali; una élite del potere ristretta e padrona non solo della potenza economica e politica ma dei mezzi di condizionamento della pubblica opinione e della violentazione delle coscienze; in ultima analisi la depoliticizzazione totale e lo svuotamento della vita democratica.
La depoliticizzazione non è solo un fatto pratico ma è teorizzata: Daniel Bell in “The End of Ideology” spiega agli americani che le idee politiche non hanno più nessuna funzione nella vita moderna; si tratta solo di far funzionare il sistema e questo è un fatto tecnico, da risolversi caso per caso, senza bisogno di idee generali, ma secondo criteri di efficienza che sono gli stessi di cui dà prova il big business o di cui deve dar prova l’amministrazione militare per assicurare un’efficace difesa.
Ciò porta, come abbiamo altra volta osservato, all’annullamento della funzione dei partiti, almeno nel senso tradizionale: ESSI NON SI CONTRAPPONGONO PIÙ GLI UNI AGLI ALTRI COME PORTATORI DI IDEOLOGIE E DI SCELTE POLITICHE ALTERNATIVE, BENSÌ COME STRUMENTI PIÙ O MENO VALIDI, PIÙ O MENO EFFICIENTI PER IL MIGLIOR FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA STESSO…
Il cittadino non ha più possibilità reale di influire sulla cosa pubblica ma diventa un semplice ingranaggio della routine, e il potere si consolida sempre più totalitariamente nelle mani della chiusa oligarchia che lo detiene.
Il sistema parlamentare è sostanzialmente ridotto oggi ad una macchina per il livellamento degli uomini al denominatore comune di ‘uomo medio’, sul cui orientamento, condizionato e dominato dall’alto, tendono a poco a poco ad allinearsi tutti i partiti.
In ultima analisi, come in sede economica la libera concorrenza porta in sé i germi del proprio superamento e della tendenza al monopolio o all’oligopolio, così in sede politica la democrazia parlamentare di tipo occidentale porta in sé i germi della propria distruzione come democrazia e della tendenza all’oligarchia, un’oligarchia che domina sovrana sul conformismo dell’uomo medio…” [L. BASSO, Democrazia e nuovo capitalismo, in Problemi del socialismo, febbraio 1962, n. 2, 1-6].
3.1. In effetti, “… la struttura classista della società contemporanea è in grado di annullare di fatto molte delle “conquiste democratiche” del passato, a cominciare dalla principale conquista, quella del suffragio universale – che perde parte del suo valore effettivo a misura che il parlamento perde parte del suo potere a beneficio di altri centri decisionali extra-istituzionali…” [L. BASSO, Le forze spontanee incalzino i partiti a prender coscienza del “nuovo” dalle masse, in Questitalia, gennaio-febbraio 1969, n. 130/131, 31-35]. (segue)
- Sempre Lelio Basso, sulla potenza delle elites padrone dei mezzi di condizionamento della pubblica opinione e della violentazione delle coscienze illustra molto bene il come e, soprattutto, la ragion d’essere delle Fake News, individuando nelle stesse elites le principali “produttrici” delle stesse, per un ovvio interesse che è una metodologia di controllo dello stesso suffragio universale:
“Ne emerge il progetto di quello che Basso definiva “imperialismo culturale”, cioè quell’oppressione che:
“… s’insinua per le vie sotterranee del subcosciente e modifica lentamente, quasi inavvertitamente, la coscienza del popolo o dell’uomo che ne è vittima…
L’imperialismo economico, cioè il dominio sul mercato mondiale, che è oggi indispensabile alla sopravvivenza del capitalismo, non potrebbe a sua volta sopravvivere se non fosse accompagnato da un dominio CULTURALE E SCIENTIFICO…
Qui entra in gioco uno degli apparati più formidabili dell’imperialismo: il controllo dei circuiti d’informazione…Non si tratta solo dell’informazione giornalistica: i messaggi che arrivano attraverso tutti i mass media costituiscono una pressione massiccia che soffoca ogni giorno di più l’autonomia degli uomini.
Gli eroi dei fumetti o della televisione, gli slogan ripetuti, le immagini quotidianamente ricorrenti, la pubblicità aperta o nascosta nelle pieghe dell’informazione, PONGONO DA OGNI PARTE L’ASSEDIO ALLA COSCIENZA DEGLI UOMINI…
Marx ha insegnato, l’ideologia, che nasce come giustificazione di un sistema di dominazione, FA VEDERE AI POPOLI DOMINATI UN MONDO ROVESCIATO, un mondo in cui essi ribadiscono le proprie catene con l’illusione di affrancarsene…” [L. BASSO, Introduzione a L’imperialismo culturale, Milano, Franco Angeli, 1979, 9-17].
- L’effetto di questo sistema di controllo, di questo “assedio alla coscienza degli uomini” al fine di “far vedere ai popoli un mondo rovesciato”, non solo “beneficia centri di potere extraistituzionali”, ma ha un effetto che spiega anche perché, chi le produce per sua funzione e metodologia, tenda a qualificare come Fake News tutto ciò che possa comunque scuotere da “sfiducia, disgusto, e apatia” ogni “vitalità della coscienza democratica“
Francesco Maimone 4 maggio 2017 13:00
E così, di pari passo con l’appiattimento indifferenziato e compatto dell’oligarchia partitica sulle istanze del governo sovranazionale dei M€RCATI, procede senza sosta lo svuotamento:
“… di ogni vitalità [di] coscienza democratica del paese, per seminare a piene mani quella sfiducia, disgusto e apatia, che rendono ad un certo momento possibili i discorsi qualunquisti…” [L. BASSO, Dialogo fra generazioni di italiani nell’inchiesta sugli anni difficili, ne Il Paradosso, aprile-giugno 1960, n. 22, 38].
In una tale situazione, è quasi automatico che ad un certo punto siano gli stessi oppressi, spogliati della coscienza, ad invocare o assecondare la richiesta di un’abolizione del suffragio universale, a conti fatti ormai simbolo di una democrazia meramente procedurale e tecnocratica. Ci prenderanno per stanchezza.
5.1. Quel che è certo, come affermava Basso, è che “… Per ora possiamo solo prendere atto di una cosa: la democrazia occidentale ha cessato di essere un modello…” [L. BASSO, Il Parlamento come pura facciata?, Il Messaggero, 12 luglio 1977].
Di fronte ad una tale desolazione, del tutto chiara a Basso sin dagli anni ’50, lo stesso affermava:
“… Quali sono le forze che, nella situazione di oggi, possono arrestare questa corsa al regime?
Quali sono i contropoteri efficaci che possono ristabilire l’impero della democrazia e della legge in un mondo dove l’arbitrio dell’oligarchia dominante si sostituisce sempre più alla legalità, dove il libito e non il lecito diventa sempre più la norma dell’agire?
… Come in tutti i casi in cui un ordinamento democratico cessa di funzionare o è paralizzato o non esiste affatto, IL VERO CONTROPOTERE DIVENTA DIRETTAMENTE IL POPOLO, con la sua presenza attiva e con il suo peso nelle lotte politiche.
Una coscienza popolare vigile e robusta, matura e impegnata, ha ancora a disposizione, pur nell’attuale situazione e prima che sia troppo tardi, strumenti pacifici per sbarrare la strada del regime e creare un’alternativa democratica, ma questa coscienza popolare rischia anche essa di addormentarsi.
L’addormentamento delle coscienze in un sonno conformista e qualunquista è una delle componenti necessarie della marcia al regime e i nostri avversari lo sanno e non trascurano di mettere in azione tutti i mezzi, dalla stampa alla radio, dalla clericalizzazione alla corruzione, per giungere a questo risultato.
E noi sappiamo tutti per esperienza che, se il qualunquismo dilaga, la strada è aperta alle dittature totalitarie.
In un paese come l’Italia, dove le masse sono sempre state al margine della vita politica e sociale, l’edificazione della democrazia, prima che un problema di leggi o di soluzioni parlamentari, è un problema di masse, di partecipazione, di lotte, di iniziative, di maturazione democratica, di coscienza civile…”. [L. BASSO, Verso il regime? in Problemi del socialismo, febbraio 1959, n. 2, 83-98].
Fonte: http://orizzonte48.blogspot.it/2018/02/la-macchina-di-livellamento-che-domina.html
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