Gazebo sovranista ad Arezzo
Il sottoscritto, Jacopo D’Alessio, insieme al socio Luca Russi, hanno allestito il secondo banchetto ad Arezzo del nuovo anno. I risultati sono stati esigui dal punto di vista della raccolta dei contatti e della distribuzione dei volantini ma sono emersi alcuni dati interessanti.
Infatti, l’azione svolta nel mese più propagandato a ridosso delle elezioni nazionali, e lo spazio concesso nel mercato occupato da tutti i partiti già conosciuti e visibili sui mezzi di informazione, hanno certamente oscurato in parte la nostra presenza. Tuttavia, siamo riusciti ad apparire perfettamente organizzati grazie all’allestimento completo del banchetto, provvisto per la prima volta anche di gazebo, il pannello grafico e di 3 poster con didascalie pertinenti al sovranismo di alcuni personaggi modello selezionati, in questa occasione, dalla tradizione socialista: Pertini, Togliatti, e Gramsci.
Tra tutti gli strumenti di natura informativa si attesta l’importanza del pannello grafico che ha attirato l’attenzione dei passanti come non ci era mai successo di fare nelle occasioni precedenti, per cui alcuni passanti si sono fermati anche a chiederci di chiarire dei punti come ad esempio la rendita urbana. Non sono mancati poi incontri degni di nota. Dialogare con il popolo conferma / smentisce, idee e supposizioni, aiuta a capire.
Una signora rumena che vive in Italia da più 20 anni si dice preoccupata per i suoi due figli a causa della mancanza di lavoro. E non riesce a comprendere come venga preso sotto gamba il fenomeno migratorio che crea competizione dei salari al ribasso con gli ‘italiani’ nella situazione di crisi in cui versa il paese in questo momento: uno scenario molto diverso rispetto agli anni ’90 quando invece era giunta lei in un’epoca ancora di diffuso benessere.
Luca Russi le risponde dicendosi d’accordo, ma suggerisce al contempo di non pensare nei termini di ‘italiani’, quanto piuttosto in quelli di ‘cittadini italiani’, categoria cui rientra a far parte anche la signora, sebbene originaria di un altro paese. Si dimostra perciò la determinazione della nomenclatura del FSI nel distinguere e sottolineare la differenza tra il fenomeno razzista e quello dei diritti sociali e di cittadinanza sanciti dalla Costituzione, che devono contrastare il cosmopolitismo globalista travestito da filantropismo. Quest’ultimo difatti pretende di promuovere un’arbitraria libertà dei flussi di persone al di fuori dei regolamenti istituiti e ignorando di proposito le questioni di stabilità interna a scapito della popolazione.
Un altro incontro è avvenuto con un anziano ex socialista craxiano, il quale si è detto interessato al nostro progetto, ma che poi ha desistito a causa del gruppo ancora esiguo dei 4 componenti appena aggregatosi nella zona aretina. A nostro avviso, la reazione del signore conferma come il mutamento della figura del cittadino-militante in quella di feticcio, consumatore-tifoso del voto, in stato di continua attesa della salvezza esterna, nasca dunque proprio durante gli anni ’80, producendo l’anima di quell’analfabetismo politico che si protrarrà per tutta la 2° Repubblica fino ai nostri giorni.
Infine, c’è stato un incontro con alcuni personaggi di PaP (Potere al Popolo) cui era stata assegnata la postazione del gazebo accanto al nostro. Si evidenzia la loro vocazione altro-europeista per la quale ci si ostina a negare il fallimento di Tsipras. Come da copione, emerge inoltre il loro astratto internazionalismo, il quale si illude di creare un movimento trasversale e coordinato fra tutti i popoli europei, senza però curarsi minimamente dell’obiettivo più urgente di fare egemonia innanzitutto all’interno del proprio paese, dilaniato ancora tra vecchie malattie come quella secessionista e forti divisioni tra classi sociali.
Dunque, le analisi del FSI danno prova sul campo di essere intellettualmente avanzate, capaci di leggere le contraddizioni del presente e trovare soluzioni più pertinenti rispetto all’attuale offerta poltica.
Ci libereremo
Jacopo D’Alessio
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