“Abbiamo bisogno di migranti”, Gentiloni ribadisce la solita follia
di OLTRE LA LINEA
Interviene dal palco del Palazzo Ducale di Genova, in occasione della festa di Limes, l’ancora in carica premier Paolo Gentiloni che non perde occasione, in tema immigrazione, per riproporre la solita formuletta del Paese che “ha bisogno di migranti“.
Certo, chiarisce, i flussi andrebbero regolati e le condizioni di viaggio dovrebbero essere sicure, ma pare che il BelPaese abbia proprio uno spasmodico bisogno di introdurre nuovi abitanti.
“La linea ragionevole – aggiunge – è rendere i flussi migratori governabili riducendoli in modo drastico e contemporaneamente far partire un meccanismo diverso di migrazioni legali, sicure, se possibile collegate al mercato del lavoro del Paese in cui vai a migrare”.
In pratica parliamo di un modo migrant-friendly e politicamente corretto per dire qualcosa di ovvio, ovvero che c’è possibilità di introduzione di forza lavoro solo quando il mercato lo richieda. Ci si domanda quindi: che Gentiloni non si sia accorto, nella sua esperienza a Palazzo Chigi, che il nostro mercato del lavoro ci regala più del 10% di disoccupazione (con picchi di oltre il 30% per quella giovanile)?
Ma il meglio arriva con la dichiarazione sul piano sociale della faccenda: “Per la demografia – dice infatti il premier – noi abbiamo bisogno di migranti nel nostro Paese, è inutile far finta che non sia così”.
Se non si riesce a crescere demograficamente bisogna importare persone; sostanzialmente il concetto è questo. Insomma si ritorna a quella che i maligni chiamerebbero “sostituzione etnica“. E pare che sempre questi (i maligni) continuino invano a chiedersi perché puntare sui migranti per aumentare la popolazione anziché parlare di un piano di rilancio della natalità con politiche che stabilizzino il lavoro e aiutino le famiglie. Un concetto forse troppo antico e troppo poco noborders per essere preso in considerazione.
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