Aumento delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale
di SICUREZZA INTERNAZIONALE (Alice Barberis)
A seguito delle esercitazioni militari cinesi, culminate con l’atterraggio dei caccia bombardieri H-6K sull’isola Woody, i governi di Vietnam e Filippine hanno espresso serie preoccupazioni sull’accaduto, inasprendo le tensioni già presenti nel Mar Cinese Meridionale.
“I voli cinesi aumentano le tensioni, causano instabilità regionali e non contribuiscono al mantenimento di un ambiente pacifico, stabile e cooperativo nel Mar Cinese Meridionale”, ha dichiarato Le Thi Thu Hang, portavoce del ministero degli Esteri vietnamita.
Anche il governo delle Filippine ha espresso preoccupazione per le esercitazioni militari cinesi. “Stiamo prendendo le appropriate azioni diplomatiche a tutela dei nostri territori nel Mar Cinese Meridionale”, si legge in una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri di Manila.
La Cina rivendica quasi interamente il Mar Cinese Meridionale in cui ha costruito sette isole artificiali, trasformate in piattaforme militari. Vietnam, Filippine, Malesia, Taiwan e Brunei si oppongono alle rivendicazioni cinesi.
Il governo di Pechino rivendica un’ampia porzione di territorio nel Mar Cinese Meridionale nota come “nine-dash line”. Nonostante la sentenza emessa nel luglio 2016 dalla Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja, secondo la quale le rivendicazioni territoriali cinesi non presentano un fondamento legale, il governo cinese avrebbe cercato di rafforzare il suo potere nell’area creando e militarizzando le isole Spratly e Paracels.
A seguito della politica assertiva di Pechino nel Mar Cinese Meridionale, gli Stati Uniti hanno deciso di intensificare la propria presenza militare nell’area a protezione dei traffici commerciali. Le tratte commerciali presenti nel Mar Cinese Meridionale sono molto numerose e hanno un valore stimato pari a 5 milioni di miliardi di dollari ogni anno.
Di fronte alle preoccupazioni sollevate da Vietnam e Filippine il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, ha invitato questi Paesi a non forzare l’interpretazione dell’accaduto, dal momento che si sarebbe trattato di una semplice esercitazione militare di routine.
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