Rafforzare i rapporti economici tra Roma e Pechino è, dal principio, uno degli obiettivi dichiarati del governo gialloverde, che guarda alla Cina come uno dei mercati che offrono maggiori opportunità al made in Italy. Per questo, dopo diverse missioni di esponenti governativi, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio torna nel gigante asiatico (ci era già stato a settembre) per guidare da domani la folta delegazione della Penisola presente dal 5 al 10 novembre a Shanghai per il China International Import Expo.
IL SUMMIT
All’evento – voluto dal presidente Xi Jinping e considerato dal Dragone tra i maggiori del 2018 (un anno segnato dalla guerra dei dazi con gli Stati Uniti e dal 40esimo anniversario dell’avvio di riforme e apertura al mondo della Cina promosse da Deng Xiaoping) – saranno presenti circa 3mila aziende da 130 Paesi, segno evidente di come la nazione, che porta avanti parallelamente il grande progetto infrastrutturale e di influenza Belt and Road Initiative, voglia proporsi, nelle intenzioni della sua leadership, non più solo come “fabbrica del mondo”, ma anche come ricca nazione che acquista e scambia.
LA PRESENZA DELLA PENISOLA
Per un Paese manifatturiero ed esportatore come l’Italia può essere un’occasione importante, che l’esecutivo di M5S e Lega vuole intercettare anche grazie al lavoro di una Task Force del Mise dedicata ai rapporti sino-italiani, guidata dal sottosegretario Michele Geraci. Non a caso la presenza italiana all’Expo sarà nutrita e si articolerà in un padiglione nazionale curato dall’Istituto per il Commercio estero – spazio che si configura come il secondo più ampio tra quelli del Vecchio continente dopo quello tedesco – e su altre quattro esposizioni di settore, destinate a eccellenze italiane come agroalimentare, moda, alta tecnologia e non solo.
Per l’appuntamento, la Penisola schiererà alcuni dei suoi campioni nazionali, nonché alcuni dei nomi più rappresentativi del made in Italy come Ansaldo, Fca, Fincantieri, Leonardo, Cnh Industrial, De Longhi, Bracco e Ferretti assieme a molti altri.
Tra le iniziative di rilievo alle quali prenderà parte Di Maio ci sarà anche il Business Forum Italia-Cina in programma martedì 6 novembre, co-presieduto dal vice presidente e Ad di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, e dal presidente di Bank of China, Chen Siqing.
I NUMERI DELL’EXPORT ITALIANO
A guidare la classifica dell’export in Cina – ha raccontato il Sole 24 Ore citando dati Istat – “sono Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto (con al top le provincie di Milano e Torino), per un valore rispettivamente di 4 miliardi, 2,3 miliardi, 1,9 miliardi e 1,7 miliardi nel 2017. Tuttavia, pur partendo da valori più bassi, sono Sicilia, Lazio e Sardegna i territori che hanno registrato l’incremento maggiore nell’ultimo anno (rispettivamente +212,5%, +170% e +115,8%)”.
L’Italia in Cina vende prevalentemente in settori come macchinari, trasporto, tessile, chimica e manifattura. Ma gli spazi per un incremento delle relazioni sono ampi (e, talvolta, da scegliere con grande accuratezza, come dimostrano le critiche ai progetti filo-cinesi del Movimento su Huawei e 5G e, più in generale, le tensioni che animano a livello internazionale i rapporti tra Washington e Pechino).
AGROALIMENTARE IN PRIMO PIANO
In questo senso, un ulteriore ambito dalle grandi prospettive è quello dell’agroalimentare. Così, assieme al vicepresidente del Consiglio, dal 6 al 7 novembre all’Expo sarà presente anche il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio che tra le altre cose inaugurerà il padiglione di Vinitaly International alla Hong Kong Wine & Spirits Fair – appuntamento specializzato di rilievo in Asia – e incontrerà il suo omologo cinese Han Changfu.
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