Una mia intervista sulla RAI – e perché è impossibile migliorarla.
di BLONDET & FRIENDS (Maurizio Blondet)
(Riporto qui l’intervista che mi ha fatto Polisemantica diverse settimane fa)
Oggi risponde alle nostre 5 domande Maurizio Blondet, giornalista e conferenziere che ha collaborato a Gente, il Giornale, l’Avvenire e La Padania, sia come autore ma anche come inviato. E’ stato inviato speciale de Il Giornale (di Montanelli) , in seguito di Avvenire – occupandosi delle guerre balcaniche e altri teatri di conflitto. Ha contribuito al volume “Gli antenati insospettati della rivoluzione”, sulla “fabbricazione” artificiale del movimento della rivoluzione culturale (che ha mirato non tanto alla presa del potere, quanto alla sovversione dei costumi e della morale), “11 Settembre, colpo di stato in Usa”, “Chi comanda in America” e “Cronache dell’Anticristo”. Cura il blog Blondet & Friends.
Cosa promette la Rai che sta nascendo? Si tratta davvero di un cambiamento o stiamo assistendo a una riproposizione, come da gattopardesca memoria, del “che tutto cambi affinché tutto rimanga così com’è” ?
Blondet: La Rai non è un’azienda. E’ una concrezione fossile ripugnante, una stratificazione geologica formicolante di stipendiati di diverse stagioni politiche, strato sopra strato: ci sono comunisti, cattocomunisti, persino democristiani, pidiessini, radicali, berlusconiani di sinistra, sessuomani vari, vecchie amanti di capi delle brigate rosse, migli di lanfranchi pace, proletarie armate per il comunismo, di Lotta Continua… tutta gente che ha costituito conventicole di potere e alleanze interne, potentissime, dure come granito, inamovibili.
Non comandano i direttori, specie se di fresca nomina; comandano questi strati geologici di militanti fossili. Anche perché oltre ad occupare posizioni direttoriali e avere il codazzo di favoriti che dipendono da loro per “lavorare” come “clientes”, percepiscono stipendi così spropositati – sopra i 100 mila quasi tutti, un centinaio anche sopra i 200 mila, come la Botteri e la Berlinguer – che persino mandarli via (posto che ci si riuscisse) costerebbe miliardi allo Stato, di sole liquidazioni. Tenga conto che sono lì da 30-40 anni, con questi mega-stipendi: per la liquidazione calcoli una mensilità loro, 20 mila per 30 o 40; moltiplichi ancora per 100, e vedrà che cifre vengono fuori. Da far fallire la Rai e lo Stato.
Ci vorrebbe non Foa, ma una dittatura spietata che li fucilasse senza indennizzo, e li seppellisse in terra sconsacrata. Siccome questo non è ritenuto possibile, la Rai resterà quella che è. Un truogolo stratificato di ex tesserati di partiti scomparsi.
L’intrattenimento e le fiction rischiano di alterare la percezione della realtà nel Pubblico o è sufficiente agire sulla veridicità e il pluralismo dell’Informazione, gestendo in modo obiettivo i telegiornali?
Il pubblico italiano, specie quello che si guarda la tv (spesso lasciandola accesa per 10 ore al giorno) è molto ignorante e anziano – in generale non sa distinguere bene nemmeno fra informazione e fiction; della informazione gli importa poco e capisce poco, appena si tratti di cose un po’ complesse, politica estera, Unione Europea.
Naturalmente gli strati geologici di parassiti grande-stipendiati di cui sopra , che sono poco meno ignoranti del pubblico, sono ben felici di mantenere questa vecchia plebe nel solco del conformismo e del politicamente corretto vigente: che in questi ultimi tempi è ovviamente pro-gay, gender, pro-lgbt, pro-immigrati negri e strappacuore, pro “Francesco” papa…..
In tv non si pratica “giornalismo”, il massimo sforzo sta nel sopprimere informazioni (che sono in gran numero) per darne solo 2 o 3 comode nella lunghissima mezz’ora dei tg. “Notizie” ovviamente che questi parassiti non sono andati a cercare, ma hanno letto dalle agenzie di stampa.
Grande spazio è dato all’ultima produzione del cantante X e dell’ultimo film: si tratta di pubblicità forse occultamente pagata dai medesimi a qualcuno della cosca, che intasca.
L’aspetto culturale, intendendo con questo termine la divulgazione di sapere relativo all’Arte, alla Storia, alla Letteratura, potrebbe incidere sulla percezione della realtà da parte del Pubblico?
Un tempo effettivamente – un tempo risalente alla direzione generale di Bernabei o alla stagione di Sergio Zavoli per le grandi inchieste – la tv di Stato si pose il compito di istruire il popolo ignorante, di elevarlo all’altezza che occorre per vivere nella complessità moderna.
Voi giovani non potete nemmeno immaginarlo. Scuole elementari per adulti (il maestro Manzi) corsi di inglese, francese e tedesco con graziose professoresse (io stesso imparai il francese lì), grandi servizi scientifici e storici.
Sceneggiati come “Delitto e Castigo” di Dostojewski, o “l‘Orlando Furioso”; o “la Gerusalemme Liberata”; racconti di Cekhov letti da un grande attore (Albertazzi), pot-pourri di recitazione che andavano da Omero ad Euripide, da Shakespeare a Beckett (Gasmann ne Il Mattatore) erano appuntamenti serali settimanali – a cui il popolo ignorante si appassionava, come oggi non si appassiona alle cialtronerie sporchellone e le troie che la cosca televisiva gli ammannisce, con la scusa – tipica della sinistra, che odia e disprezza il popolo – che il popolo o non solo è ignorante ma anche volgare, e quindi è questo che vuole.
L’Orlando di Luca Ronconi.
Ciò perché i volgari sono loro, e con la loro potenza hanno espulso ed espunto tutto ciò – persone e programmi – che li superava e, con la sua eccellenza, e metteva in luce la loro bassezza.
Ciò li rende imperdonabili, perché responsabili dell’abbassamento del popolo italiano. Perché il popolo, come una spugna, accetta il meglio se lo vede. Io stesso posso testimoniare di un “Orlando Furioso” a puntate, in versi di Ariosto, con la regia sofisticatissima di Luca Ronconi, che appassionò mie vecchie zie di Toscana, di nascita contadine.
Basterà rinnovare i contenuti o occorrerà ripensare il “modus agendi” dei conduttori e presentatori? In altri termini, è possibile influenzare i telespettatori, oltre che con fake news anche con tono di voce, mimica facciale, uso di sinonimi con differente connotazione semantica e altri trucchi del genere?
Ovviamente i conduttori (“giornalisti” pagati 5 volte più dei normali giornalisti: è la prova che non appartengono al mondo dell’informazione; è la gente dello spettacolo ad essere pagata tanto) esercitano il tipo di abilità che dice lei, per questo sono “bravi” e pagati: interrompere l’avversario se dice una cosa intelligente, deriderlo con la mimica facciale, parlargli sulla voce, “mandiamo il servizio”, eccetera.
Che impronta darebbe alla Rai se fosse lei a poter decidere in modo autonomo?
Quello che manca a questo governo per migliorare la tv (e non solo) sono: squadre armate ai suoi [paradosso, ndr.], o (in mancanza) magistrati aderenti al progetto di miglioramento e rinnovamento dell’Italia – che facciano letteralmente paura a queste cosche (aggrappate e succhianti non solo in tv, ma in tutti gli apparati pubblici), le convincano a dimettersi (magari con l’ausilio di una bevuta dei regolamentari due litro di olio di ricino), li tolga dal video, l’inquisisca – insomma li tolga dal potere (non solo televisivo) a cui si aggrappano con i denti e gli artigli di sciacalli che sono.
Penso a questo tutte le volte che sento e vedo uno di questi parassiti arroganti in tv dire che questo governo è “fascista”. Fosse fascista, loro sarebbero sul cesso smaltire l’olio di ricino, o tremanti di paura chiusi in casa – o all’estero a rifarsi una vita come imbianchini.
Purtroppo questo governo, ogni giorno più deludente, con Salvini che canta in programmi tv, stappa bottiglie o addenta panini dicendo banalità, non fa paura. Fa solo pena e sempre più rabbia. Mentre gli avversari hanno perfettamente capito come usarlo.
Un governo che sfida l’Europa e non sa prendere il potere dei mezzi di comunicazione, della magistratura e della banca centrale, finirà assai male”.
Fonte: https://www.maurizioblondet.it/una-mia-intervista-sulla-rai-e-perche-e-impossibile-migliorarla/
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