FSI organizza il seminario “Appesi ad un filo” con Stefano Rosati a Messina (con video)
Il Fronte Sovranista Italiano (F.S.I.) ha organizzato il convegno “Appesi ad un filo” Sabato 13 Aprile presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina per spiegare alla cittadinanza messinese l’incompatibilità tra la nostra Costituzione e i Trattati dell’Unione Europea (U.E.).
Ha moderato i lavori il socio Bruno Zerbo (F.S.I. Catania) che, prima di presentare i relatori, ha spiegato che il Fronte Sovranista Italiano (F.S.I.) è diventato un partito politico nel 2016, a seguito di un’attività di quattro anni come “Associazione Riconquistare la Sovranità”, ed è stato tra i primi movimenti/partiti ad introdurre nel dibattito politico il tema dell’insanabile contrasto tra i principi e i valori socialdemocratici della Costituzione Repubblicana del 1948 e quelli liberisti dei Trattati dell’Unione Europea (U.E.).
È poi intervenuto il socio e giovane studente di Economia, Davide Spinello, che ha illustrato il contesto storico, politico e culturale dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri mostrando che al “trentennio glorioso” (1948-1978) è seguito un periodo, che arriva fino ai giorni nostri, dove sono ritornate in auge vecchie idee liberali che sembravano sconfitte per sempre. Da un’impostazione socialista e democratica si è passati ad un’impostazione liberale. In particolare si è fatto riferimento ad alcuni aspetti centrali:
– dalla cooperazione e al perseguimento dell’obiettivo della piena occupazione si è passati a perseguire la concorrenza e la bassa inflazione;
– dall’industria pubblica si è passati alle privatizzazioni;
– da un sistema bancario inteso come funzione pubblica si è passato ad un sistema bancario indipendente dal potere governativo.
A seguire l’intervento del socio Pasquale Laurenda (F.S.I. Calabria) che ha letto alla platea le forti citazioni di alcuni tra i principali artefici dell’U.E al fine di mostrare che il progetto U.E., a fronte di una romantica propaganda in cui si dice che esso sia funzionale al perseguimento della pace e della fratellanza tra i popoli europei, nelle dichiarazioni e nei fatti è invece un progetto altamente antidemocratico ispirato al metodo del «dispotismo illuminato» e teso a «attenuare i diaframmi di protezione che nel corso del XX secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere».
Successivamente ha preso la parola Stefano Rosati (F.S.I. Rieti e membro del comitato direttivo nazionale, che è stato candidato alla presidenza delle ultime elezioni per la Regione Lazio). Rosati ha tenuto un lungo e appassionato intervento partendo dalla lettura di una lettera di Giacomo Ulivi, giovane diciannovenne della resistenza condannato a morte dalle forze fasciste, che scrive agli amici della necessità di ricostruire tutto, a cominciare da noi stessi, invitandoli a non allontanarsi dal dibattito politico in cerca della serenità ma, invece, di non smettere di lottare. Rosati ha poi sottolineato le differenze tra Costituzione e Trattati sottolineando soprattutto la diversa ideologia che li origina.
Alcuni dei passi più importanti dell’intervento di Rosati sono stati i seguenti:
– «… perché non dovremmo potere, se anche fossimo d’accordo all’unanimità, mettere dei dazi nei confronti di merci estere che danneggiano la nostra economia?»
– «… a cosa serve la libera circolazione delle persone? A fare l’Erasmus o a costringere i lavoratori a trasferirsi in altre zone di Europa per trovare un lavoro?»
Ha concluso il convegno l’economista Fabio Germanà che ha mostrato alla platea come le diverse forme di “Reddito di Cittadinanza” sono più che altro dei sistemi di controllo delle masse, dei mezzi per mantenere lo status quo, per impedire la coscienza e il riscatto sociale dei lavoratori nei confronti del capitale.
Il convegno si è concluso con il cantautore Francesco Giangreco che ha eseguito, con la chitarra accordata a 432 Hz, tre dei suoi brani: 1) Per un pugno di like; 2) Prendi bene la mira; 3) Barbanera; e con un piccolo rinfresco gentilmente offerto dal ristorante Vegan&Veg di Manuela Garaffo.
Gaetano Scoglio
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