MANIFESTAZIONE CONTRO IL GREENPASS
Sabato 3 luglio, assieme a Francesco Gori e alla compagna simpatizzante Laura Settesoldi, ci siamo recati al sit-in sotto la Prefettura di via Cavour a Firenze organizzato dal Fronte del dissenso (Coordinamento toscano per la fine dello stato d’emergenza) per protestare contro il Decreto Legge istitutivo del cosiddetto “greenpass”, altrimenti denominato «certificazione verde COVID-19, ovvero le certificazioni comprovanti lo stato di Avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2, ovvero lo stato di Avvenuta guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2, ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus SARS-CoV-2», come si legge nel testo.
Il volantino prevedeva che parlassero i rappresentanti dei maggiori gruppi che fanno parte di questo coordinamento: Riconquistare l’Italia, Ancora Italia, Liberiamo l’Italia e R2020.
Noi abbiamo preso spunto per ribadire la necessità di avviare un percorso che porti le forze del sovranismo costituzionale a presentarsi unitariamente alle prossime Politiche del 2023 e che il decreto è inaccettabile per diversi motivi:
il primo è che stiamo parlando di un dispositivo di legge che surrettiziamente introduce di fatto un principio di discriminazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, tra cui possono annoverarsi persone che non hanno le risorse necessarie per effettuare a proprie spese il tampone molecolare, e/o non intendono sottoporsi ad una vaccinazione SPERIMENTALE. Ricordiamoci sempre che i vaccini di cui stiamo parlando hanno un preciso status giuridico in base al REGOLAMENTO CE N. 507 del 29 marzo 2006, relativo all’autorizzazione all’immissione in commercio di medicinali i cui dati sulla efficacia e sulla sicurezza sono ancora incompleti, e questa autorizzazione è per l’appunto condizionata, vale a dire che essa dipende da una serie di elementi, non ultimo dei quali il fatto che per quella patologia «non esiste un metodo soddisfacente di diagnosi, prevenzione o trattamento autorizzato nella Comunità o, anche qualora tale metodo esista […] il medicinale in questione apporterà un sostanziale vantaggio terapeutico a quanti ne sono affetti»; ecco perchè si può comprendere una delle ragioni alla base del ricorso del Ministero al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che si era pronunciato – come del resto aveva fatto anche l’aula del Senato – in favore di un superamento del protocollo di cura domiciliare che tutt’ora impone ai contagiati sintomatici di assumere solamente un anti-piretico, la Tachipirina, e rimanere “in vigile attesa”, sperando in un decorso positivo della malattia anziché ricorrere alle terapie precoci sulla cui efficacia migliaia di medici cercano da più di un anno di richiamare l’attenzione.
Il secondo motivo è relativo agli stessi dati insufficienti di cui disponiamo attualmente sui vaccini, e conferma una volta di più che il punto è, più che di natura giuridica, squisitamente politico: in effetti, per stessa ammissione dell’ Agenzia Italiana del Farmaco (e dunque della stessa EMA, l’Agenzia europea che li ha autorizzati), questi vaccini non impediscono a coloro che li assumono di essere loro malgrado dei potenziali vettori di contagio, ovvero non impediscono ai vaccinati di contagiare e di essere contagiati, perciò non può ritenersi corretta la stessa definizione di “Vaccinazione” contenuta nel testo del decreto (che la inquadra “nell’ambito della PREVENZIONE delle infezioni da SARS-CoV-2”) che rivela il vero intento di chi ha concepito questo strumento elettronico, che è quello di esercitare una indebita pressione sui cittadini affinché si vaccinino e contemporaneamente abituare per il prossimo futuro la popolazione a questi strumenti di disciplina e controllo.
Mentre proseguono incessanti le deliranti esternazioni dei virologi-star, crediamo che sia doveroso richiamare l’attenzione dei cittadini sul fatto che il greenpass corrisponda innanzitutto al paradigma di un collaudatissimo metodo di governo, in base al quale le decisioni vengono calate dall’alto sulla testa della gente, e se non suscitano reazioni immediate e proteste veementi, si andrà avanti nella direzione intrapresa.
Del resto la famigerata finestra di Overton è stata già spalancata dalle inutili (ai fini del contenimento dei contagi) misure tra cui spicca innanzitutto il coprifuoco illegale appena terminato, per cui, dopo più di un anno dall’inizio della ”emergenza nell’emergenza”, è forse arrivato il tempo di smettere di assistere passivamente, e questo è il senso della nostra presenza in piazza in questi giorni.
Nel tardo pomeriggio, poi, Francesco si è recato anche all’ incontro organizzato dal circolo fiorentino di Ancora Italia, e questo è il suo resoconto: “Serata molto piacevole, finita verso mezzanotte.
Ci sono stati quattro relatori in tutto: Antonello Cresti, vicepresidente nazionale AI, che ha fatto l’introduzione e la chiusura, il dottor Maurizio Romani (ex senatore del M5S, poi dimessosi dal gruppo del partito ed entrato a far parte del Gruppo Misto fino a fine Legislatura),“referente/responsabile” per la regione Toscana che avevamo già sentito e salutato al presidio alla Prefettura, il presidente Francesco Toscano, che ha parlato per circa una mezz’ora’ora, principalmente dello stato di emergenza, delle cure negate,della vaccinazione di massa e di Ancora Italia, ed infine il presidente del circolo AI di Pistoia, che ha illustrato il Pnrr per oltre un’ora e mezza in cui con l’ausilio di un proiettore ha mostrato valori, grafici, aspetti ideologici ed obiettivi dichiarati del Piano, arricchendo il tutto con una bella analisi sui vincoli esterni, che spesso e volentieri sono imposti attraverso misure che non possono fare altro che allontanarci dagli obbiettivi fissati.
L. Russi, RI-ROMA.
Sono una persona civile ma non per questo fessa, mi sta bene il tampone per poter accedere al ristorante, in albergo allo stadio o al teatro ma esigo il tampone anche per i possessori di green pass in quanto il vaccino non è sterilizzante. Se dovessi essere contagiato da un portatore di green pass come la mettiamo?