Quasi tutti i commentatoti politici danno per certo che, in caso di rottura fra 5s e Lega si vada ad elezioni anticipate. Sicuro? Forse conviene ragionarci un po’, tenendo a mente che la decisione spetta al Presidente della Repubblica, anche se poi le Camere debbono dare la fiducia ad un nuovo esecutivo.
Allora: per votare prima dell’estate siamo fuori tempo massimo, per cui si tratterebbe di andare a settembre e, infatti, si parla delle ultime tre domeniche di quel mese. Però la cosa è meno semplice del previsto.
Ammettiamo che si voti la domenica di mezzo fra le tre indicate, il 22 settembre. Poi ci vuole circa un mese e mezzo per la verifica e la convalida dei risultati, per la proclamazione degli eletti e la prima seduta in cui eleggere i Presidenti di Camera e Senato. E siamo intorno al 5-10 novembre.
Ammettiamo che il risultato dia la vittoria netta ad uno schieramento e si faccia presto a fare il governo e ricevere la fiducia dei due rami del Parlamento, prima del 20 novembre è fuori dalla realtà pensare che ci possa essere un governo operante. E qui già ci sarebbero dei problemi per la legge finanziaria, ma ammettiamo che si vada comunque ad elezioni sfidando anche il rischio che nessuno abbia la maggioranza dei seggi in entrambi i rami del Parlamento (ed al Senato le cose sono meno scontate che alla Camera) non è detto che le cose debbano andare così.
Ipotizziamo che, per effetto della caduta del governo, lo spread inizi a schizzare oltre i 300 punti e che poi continui a crescere a luglio, sino a sfiorare o superare i 400 punti: il Presidente dovrebbe sciogliere le Camere in una situazione nella quale il paese rischierebbe il default in un paio di mesi durante i quali non ci sarebbe alcun governo nella pienezza dei suoi poteri.
E se il Presidente, data la situazione particolare, decidesse di nominare un esecutivo tecnico di emergenza, magari presieduto da un personaggio come Enrico Letta, lasciando alle forze politiche la responsabilità di bocciare il governo ed andare ad elezioni durante la buriana.
Cosa farebbero i partiti? M5s, Fi, +Europa e Sinistra non hanno alcun interesse ad andare subito al voto. Tutto sommato neanche il Pd sarebbe interessato ad elezioni e, comunque, sarebbe il più sensibile alla moral suasion del Pressidente. Peraltro, ad essere poco interessati al voto subito sarebbero i singoli parlamentari (a parte Lega e FdI)che potrebbero anche disobbedire ad una eventuale indicazione di votare contro il governo ed andare a votare.
Dunque, molto dipende da quale sarà la congiuntura economica e le nuvole in cielo non promettono niente di buono.
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