Erdogan prova a fare il sultano della Libia
di LETTERA 43 (Carlo Panella)
Khalifa Haftar non obbedisce affatto a Vladimir Putin, che non è in grado di dargli ordini: solo questo è chiaro dopo il clamoroso flop del vertice di Mosca nel quale il presidente russo ha clamorosamente fallito l’obiettivo di fargli firmare una tregua in Libia, accettata da Recep Tayyip Erdogan e Fayez al Serraj.
Per il resto, la situazione libica è convulsa, come sempre. Può darsi che Haftar firmi la tregua tra due giorni, come sostengono alcune fonti, può darsi che non la firmi.
Certo è che la sua richiesta prioritaria e vincolante di «disarmare le milizie» è inaccettabile dalla controparte di al Serraj che solo dalle milizie (quelle di Misurata) è difeso dalle cannonate e dai missili di Haftar.
I FRATELLI MUSULMANI AL CENTRO DELLA PARTITA LIBICA
È molto interessante il resoconto delle ragioni del fallimento del vertice convocato da Putin pubblicato dal quotidiano Al Arabi al Jadid (finanziato dal Qatar, quindi non equidistante, ma vicino al governo di al Serraj) secondo il quale da Mosca per sei ore Haftar ha interloquito col Cairo, con Riad e con Abu Dhabi e sarebbe stata proprio quest’ultima ad «avere avuto un ruolo di primo piano» nel rigettare l’accordo di tregua con al Serraj «spingendo Haftar a non firmare per tagliare la strada al ruolo turco nella risoluzione della crisi».
La conferma insomma di due elementi determinanti: Putin è un “padrino” secondario per Haftar rispetto a quegli emiratini, egiziani e sauditi che maggiormente lo sostengono dal punto di vista militare e economico. Ma soprattutto la conferma che la partita libica ormai risponde a logiche tutte interne al conflitto tra le due grandi famiglie del mondo sunnita: quella che vuole schiantare l’influenza politica dei Fratelli Musulmani (Egitto, Arabia Saudita ed Eau) contrapposta a quella che fa capo al più forte governo vicino alla Fratellanza che è il baricentro del governo al Serraj: la Turchia.
ERDOGAN RIEVOCA L’IMPERO OTTOMANO
Erdogan, da parte sua, ha immediatamente capitalizzato la pessima figura fatta da Haftar (e da Putin) ed ha levato la voce grossa contro «il criminale di guerra»: «Non esiteremo a dare ad Haftar la lezione che merita se continua ad attaccare il governo legittimo e i nostri fratelli in Libia. Se la Turchia non fosse intervenuta, il criminale Haftar oggi avrebbe sequestrato l’intero Paese, tutto il popolo libico sarebbe caduto nelle grinfie della tirannia, ora è fuggito da Mosca dimostrando che vuole la guerra».
Haftar in Libia vuole eliminare e portare a termine “una pulizia etnica” degli eredi dell’Impero Ottomano
Inoltre, Erdogan, per la prima volta, ha legato il ruolo della Turchia nella crisi libica al passato ottomano, riferimento di enorme valenza politica: «La Libia può apparire lontana sulla cartina geografica, ma per noi è un luogo importante. La Libia è stata una componente importante dell’Impero Ottomano. Abbiamo profonde relazioni storiche e sociali. In quel Paese abbiamo fratelli che non accettano il golpista Haftar. Haftar vuole eliminarli e portare a termine “una pulizia etnica” degli eredi dell’Impero Ottomano».
QUELLE FRECCIATE DEL PRESIDENTE TURCO A PUTIN
Dunque, secondo Erdogan, il governo di al Serraj rappresenta una linea diretta di continuità col glorioso passato ottomano della Libia e della Turchia congiunte. Un passaggio cruciale, che illumina come pochi altri la posta in gioco e soprattutto il passaggio della crisi libica a una fase diversa, a una dimensione di equilibri mediterranei, ben al di sopra della litigiosità tra clan e tribù locali che l’hanno caratterizzata per sette anni, dalla caduta di Gheddafi in poi.
Infine, ma non per ultimo, Erdogan ha tirato una frecciata polemica allo stesso Vladimir Putin: «La Turchia e il governo di al Serraj hanno fatto la loro parte per un accordo di cessate il fuoco. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora Putin e la sua squadra devono rispettare i loro impegni». Come dire: se Putin non riesce neanche a farsi rispettare e obbedire da un piccolo Haftar, allora…
Fonte: https://www.google.com/amp/s/www.lettera43.it/erdogan-libia-putin/amp/
Commenti recenti