Charles Bettelheim sulla rivoluzione culturale cinese
di MARX XXI
da https://bollettinoculturale
La Rivoluzione Culturale che ebbe luogo in Cina tra il 1966 e l’inizio degli anni ’70 fu un processo sociale altamente storico. L’analisi di questo fenomeno deve contare sul contributo di scienziati dei più svariati campi, come storici, sociologi, scienziati politici e filosofi. Lo studio di Charles Bettelheim (1913-2006) sulle trasformazioni sovrastrutturali in Cina poco prima della Riforma e apertura capitalista di Deng Xiaoping si concentra sull’organizzazione dell’economia cinese. L’economista francese fa parte di un gruppo di marxisti occidentali che si sono sforzati di osservare e comprendere le dinamiche capitaliste alla periferia del sistema, specialmente nel contesto dell’espansione della rivoluzione socialista dalla sua nascita in Russia nel 1917.
Come economista, Charles Bettelheim ha preso parte attiva ai dibattiti economici che vanno dalla NEP nella Russia sovietica, alla controversa contabilità alternativa dell’Uomo Nuovo di Che Guevara a Cuba negli anni ’60 e agli aggiustamenti. della Cina alla fine del paradigma della pianificazione economica centralizzata, durante l’ascesa del capitalismo con caratteristiche cinesi.
Il libro di Bettelheim “La Rivoluzione Culturale e l’organizzazione industriale in Cina”, pubblicato nel 1973, è stato scritto a partire dalle note di due suoi studenti durante le sue lezioni tenute in Francia nel 1971 e nel 1972. Questo seminario è stato alimentato dalle osservazioni di Bettelheim in Cina nel 1971, quando visitò alcune unità produttive. Lo scopo del lavoro è di trarre conclusioni teoriche dai cambiamenti avvenuti nelle fabbriche a seguito della Rivoluzione Culturale. Considerando che l’antica divisione tra provincia e città veniva messa in discussione intensamente, Bettelheim presenta la Rivoluzione Culturale come uno straordinario progresso del processo rivoluzionario innescato dalla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
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