Lockdown illegittimo, premier in confusione. E stavolta è un decreto legge, c’è la firma di Mattarella
di ATLANTICO QUOTIDIANO (Pederico Punzi)
Smentirsi nell’arco di pochi giorni per un politico non è un evento eccezionale, è la regola. Se non per tutti, per molti. Per smentirsi nell’arco della stessa conferenza stampa, già dalla frase successiva, invece, ci vuole del talento. Non ricordiamo precedenti. Ebbene, ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è riuscito nell’impresa: ha rivendicato che grazie alle misure da lui adottate si è potuto evitare un altro lockdown generale, ma subito dopo ha annunciato esattamente un lockdown generale – e di quelli duri.
In questi giorni, lo abbiamo fatto anche noi su Atlantico Quotidiano, si è citata molto la Germania, il lockdown deciso dalla cancelliera Merkel. Ma dobbiamo ammetterlo, l’abbiamo citata a sproposito, perché le restrizioni annunciate ieri da Conte non sono paragonabili a quelle tedesche. La Merkel, per fare solo un esempio, non ha vietato gli spostamenti tra regioni e comuni.
Ma le contraddizioni non finiscono qui e sconfinano nel patetico. Se le misure adottate in questi due mesi avessero funzionato, se la curva del contagio fosse davvero sotto controllo, come ha avuto l’impudenza di rivendicare il premier, ieri sera non avrebbe dovuto annunciare e spiegare agli italiani le misure di un nuovo lockdown generalizzato. Oppure sì, è come dice lui, le misure hanno funzionato, ma allora, in questo caso, il lockdown sarebbe del tutto ingiustificato, illegittimo, incostituzionale. Delle due l’una, tertium non datur. In ogni caso, o per il fallimento delle misure che stiamo seguendo da due mesi, o perché sta adottando un lockdown illegittimo, questo governo dovrebbe dimettersi.
Come abbiamo scritto appena due giorni fa, i dati dei 21 indicatori – che non ci siamo inventati noi, sono stati suggeriti dal Cts e recepiti dal governo – mostrano un miglioramento della situazione, soprattutto per quanto riguarda lo stress sul sistema sanitario, con un deciso calo di ricoveri ordinari e terapie intensive. Se così non fosse, d’altra parte, non sarebbero passate in zona gialla quasi tutte le regioni. Dunque, o erano sbagliati i criteri, o è ingiustificato questo lockdown natalizio.
Dobbiamo purtroppo ripeterci: le libertà fondamentali tutelate dalla Costituzione non si possono sospendere per capriccio o per panico, perché forse i contagi aumenteranno, perché c’è il rischio che la situazione peggiori, anche quando sta migliorando. Non si tratta di dati o valutazioni scientifiche, a motivare questo lockdown è solo una sfiducia totale nei cittadini, quando sono questi ultimi semmai a doverne avere del governo. Una chiusura, tra l’altro, ampiamente più restrittiva di quella adottata in Germania, dove in effetti i dati stavano peggiorando.
È tutta in queste clamorose, innegabili contraddizioni l’irragionevolezza delle nuove misure. E ricordiamo ancora un volta, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: logica, ragionevolezza e proporzionalità dei provvedimenti sono principi cardine dell’ordinamento in uno stato di diritto, a cui sia il Legislatore nel legiferare, sia l’Esecutivo negli atti amministrativi devono attenersi. Sempre, ma in particolar modo quando si va a incidere così profondamente sulle libertà fondamentali tutelate dalla Costituzione. Il mero arbitrio non ha cittadinanza in uno stato di diritto, Governo e Parlamento non sono liberi di approvare tutto ciò che vogliono, ci sono dei limiti.
E qui – come nel caso emblematico del limite delle due persone non conviventi che si potranno ospitare, tra l’altro non verificabile né sanzionabile – siamo di fronte a misure di manifesta illogicità, perché contraddittorie rispetto allo scopo dichiarato, irragionevoli e sproporzionate, perché non supportate da dati di fatto, ma solo dal timore di una eventualità.
Tant’è che questa volta Conte non ha nemmeno provato a squadernare qualche dato concreto, così da provare la razionalità e proporzionalità delle misure. E dalle dichiarazioni degli esponenti di governo traspare un gusto nel disporre delle vite degli altri che fa rabbrividire. Non è il premier, gli va riconosciuto almeno questo, il più scatenato contro le libertà costituzionali. Sono Pd e Leu, che si sappia. Quelli che volevano difenderci dai “pieni poteri” di Salvini, chiedevano addirittura i controlli di polizia nelle case (fermati solo dal Viminale).
Dobbiamo essere consapevoli però che se oggi basta la mera eventualità di un pericolo, e la sociopatia di qualcuno, per giustificare qualunque limitazione delle libertà fondamentali, in futuro altri governi potranno ricorrere con la medesima facilità a questo precedente. È quello che si chiama un piano inclinato.
Infine, non sfugga un particolare molto importante. Questa volta non si tratta di un Dpcm, di un decreto del presidente del Consiglio, un atto amministrativo senza alcun vaglio parlamentare o controfirma. Ma di un decreto-legge, quindi stavolta ci sarà la firma del presidente della Repubblica Mattarella, che in questo modo finalmente ci metterà la faccia, facendoci sapere che è lui a permettere tutto questo – questa strage di vite, di libertà e di diritto – assumendosi la responsabilità dei diversi profili di incostituzionalità (sospensione delle libertà fondamentali non necessaria, illogica, non proporzionata). E dubitiamo fortemente che questo decreto verrà mai convertito in legge dal Parlamento.
P.S. E questo governo dovrebbe rilanciare l’economia, organizzare la riapertura delle scuole e la campagna di vaccinazione?
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