Il 22 settembre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato un Patto Digitale Globale, un accordo pensato per promuovere il potere delle grandi aziende tecnologiche, imponendo una rete digitale globale. Questo patto, inserito nel contesto del Patto per il Futuro, ha suscitato molte preoccupazioni riguardo al ruolo dei governi, inclusa la Germania, nel facilitare questo processo. Dall’analisi delle risposte evasive del governo federale tedesco, emergono legami con una fitta rete di influenzatori che stanno spingendo per la digitalizzazione del settore sanitario, coinvolgendo sia l’attuale che il precedente governo. Ne scrive il grande giornalista e saggista tedesco Norbert Haering
Un Patto per il Controllo Globale
Il Global Digital Compact, redatto apparentemente sotto la guida delle grandi aziende tecnologiche, sembra servire più i loro interessi che quelli dei cittadini. La Germania, che ha co-organizzato questo vertice insieme alla Namibia, si è spesa attivamente per la sua adozione, ma molte delle consultazioni sono avvenute senza un adeguato coinvolgimento dei parlamenti.
Secondo un rapporto governativo per gli anni 2022 e 2023, la Germania ha sostenuto finanziariamente il processo di creazione del patto e ne ha supervisionato i lavori, coinvolgendo attori economici, scientifici e della società civile. Tuttavia, su richiesta di dettagli precisi da parte di Eugen Schmidt, deputato dell’AfD, il Ministero degli Esteri ha evitato di fornire risposte concrete sui principali promotori del patto, sollevando ulteriori sospetti sul coinvolgimento di potenti lobby.
La Rete Globale della Salute Digitale
Una delle figure centrali in questo processo è Amandeep Singh Gill, inviato speciale per la tecnologia del Segretario Generale dell’ONU, precedentemente fondatore e direttore di I-DAIR (International Digital Health and AI Research Collaborative). I-DAIR, oggi noto come Health AI, è strettamente legato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed è finanziato da potenti enti come il Wellcome Trust e la Fondazione Botnar.
Il coinvolgimento di Gill e della sua organizzazione ha radici in raccomandazioni del Gruppo di alto livello per la cooperazione digitale dell’ONU, copresieduto da Melinda Gates e Jack Ma, che hanno promosso modelli di cooperazione per sfruttare i dati digitali per il bene comune e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Non sorprende che I-DAIR collabori strettamente con organizzazioni come la London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM), anch’essa supportata da Wellcome Trust e dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
La Salute come Campo di Battaglia Digitale
Il coinvolgimento delle istituzioni accademiche e di ricerca con organizzazioni come I-DAIR è particolarmente rilevante. La LSHTM è diretta da figure come Peter Piot, noto per il suo ruolo di consulente COVID-19 della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la cui gestione dei contratti vaccinali con Pfizer ha suscitato molte controversie.
La digitalizzazione della salute sembra quindi essere un campo di battaglia tra interessi pubblici e privati, dove i giganti della tecnologia e le grandi aziende farmaceutiche, come Moderna e GlaxoSmithKline, giocano un ruolo di primo piano. Non è un caso che Heidi Larson, moglie di Piot e direttrice del Vaccine Confidence Project, abbia stretto legami con molte di queste organizzazioni e sia direttamente coinvolta nel progetto Global Listening finanziato dalle stesse fondazioni e aziende.
Il Ruolo del Governo Federale Tedesco
Il Global Health Hub Germany, fondato dal Ministero della Salute federale nel 2019, rappresenta un ulteriore tassello in questa rete di influenza. Nonostante l’apparente indipendenza di questo hub, la sua stretta collaborazione con enti come I-DAIR e la sua adesione alla retorica del World Economic Forum sulla “Quarta Rivoluzione Industriale” suggeriscono un orientamento chiaramente favorevole alla digitalizzazione forzata del settore sanitario.
È interessante notare che molte delle figure chiave legate a questo processo, come l’attuale ministro della salute Karl Lauterbach e l’ex ministro Jens Spahn, appartengono a partiti politici differenti, ma hanno entrambi spinto con forza per la digitalizzazione del sistema sanitario. Questo fa emergere una realtà in cui l’appartenenza politica sembra irrilevante di fronte a interessi globali che mirano a integrare il settore sanitario in una rete digitale controllata da grandi corporazioni.
Riepilogo
Il Patto Digitale Globale, sostenuto dal governo tedesco, non è solo un’iniziativa per migliorare l’accesso alla tecnologia, ma sembra piuttosto un progetto coordinato da potenti gruppi privati che cercano di plasmare il futuro della sanità globale attraverso la digitalizzazione. La stretta collaborazione tra organizzazioni come I-DAIR, LSHTM e il World Economic Forum, insieme ai finanziamenti provenienti da enti come la Gates Foundation e Wellcome Trust, solleva legittime preoccupazioni riguardo al reale scopo di questa digitalizzazione forzata.
Conclusione
Seguendo questa complessa rete di influenze e interessi, diventa chiaro perché il governo federale tedesco stia spingendo così tanto per la digitalizzazione del settore sanitario, nonostante le resistenze di medici, farmacisti e pazienti. Gli interessi globali delle grandi aziende tecnologiche e farmaceutiche sembrano avere la priorità rispetto alle preoccupazioni locali e nazionali. Con l’influenza dominante degli Stati Uniti e delle loro aziende, e con la crescente competizione con la Cina nel settore digitale, la Germania si trova a giocare un ruolo chiave in un processo che potrebbe trasformare profondamente il modo in cui la sanità viene gestita a livello mondiale.
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