I ritardi di Pfizer sulla consegna delle dosi, i danni all’Italia e non solo. Il punto sui vaccini anti Covid.
Pfizer taglia le scorte dei vaccini da destinare agli Stati Ue e mette a rischio la consegna delle secondi dosi. Diverse le regioni in difficoltà, che dovranno districarsi tra nuove vaccinazioni e primi richiami di seconde dosi, mentre cresce il sospetto tra alcuni addetti ai lavori che Pfizer snobbi i contratti con l’Ue per favorire la campagna vaccinale americana.
Andiamo per gradi.
IL RITARDO DI PFIZER
Partiamo dai numeri. Pfizer, senza alcun preavviso, nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio, ha comunicato “che avrebbe unilateralmente ridotto le fiale destinate all’Italia nel corso della prossima settimana del 29%”, spiega una nota del Commissario Domenico Arcuri. Questo significherà che questa settimana a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi.
I ritardi, secondo l’azienda, sono dovuti ai lavori di potenziamento dell’impianto belga di Puurs.
PFIZER DECIDE DISTRIBUZIONE
Non solo. Pfizer ha anche “unilateralmente redistribuito le dosi da consegnare ai 293 punti di somministrazione sul territorio italiano”. Questo, denuncia Arcuri, “produrrà un’asimmetria tra le singole Regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni che non subiranno alcuna riduzione”.
COLPA DEI CONTRATTI
Eppure è tutto regolare. Come ricorda Il Messaggero, infatti, il problema è nei contratti sottoscritti dall’Ue. Non solo come da contratto le big farmaceutiche non sono impegnate nel risultato finale, ma hanno anche la totale libertà di scelta nella programma delle consegne.
Pfizer ha un vincolo sulle forniture trimestrali, ma non impegni sulle diverse cadenze. Pfizer deve dare all’Italia 8.749.000 dosi entro il 31 marzo (altre 8.076,00 entro il 30 giugno) e in teoria potrebbe consegnarne 49 mila in queste settimane e 8.700.000 il 30 marzo, con tutti i ritardi che ne deriverebbero.
I SOSPETTI DI FAVORITISMO
Dopo l’annuncio di Pfizer, vincoli a parte, in queste ore si moltiplicano i sospetti che la casa farmaceutica abbia ridotto il numero di dosi da destinare all’Italia e al Vecchio Continente, nonostante i contratti, per favorire paesi extraue. Per favorire gli Usa.
Il 14 gennaio, ricorda il Messaggero, Joe Biden ha annunciato un piano anti Covid che prevede di somministrare 100 milioni di dosi in 100 giorni ed il giorno dopo Pfizer ha comunicato il taglio delle forniture ai 27 paesi della Ue. Le due notizie sono collegate?
DANNI SUL PIL
Che le due cose siano collegate o meno, i ritardi di Pfizer potrebbero costare cari all’Italia: una campagna vaccinale a rilento, secondo le stime di Bankitalia, scrive il Secolo XIX, potrebbe far perdere all’Italia fino a 56 miliardi di Pil.
L’INTERVENTO DELL’EUROPA
I ritardi preoccupano anche l’Europa. “È cruciale per i cittadini europei che il numero di dosi di vaccini anti-Covid-19 concordati vengano consegnati come stabilito”, ha detto una portavoce della Commissione europea. E questo “Non solo per i casi di coronavirus in aumento, ma anche perché c’è la necessità di garantire che chi ha ricevuto la prima dose abbia la certezza di poter fare il richiamo”.
LE RASSICURAZIONI DI PFIZER
Dopo che Italia e altri Paesi europei hanno alzato gli scudi, con Arcuri che ha anche ipotizzato l’apertura di un contenzioso, Pfizer si è affrettata a puntualizzare che la produzione sarà ripristinata dal 25 gennaio e che da metà febbraio il nuovo stabilimento tedesco garantirà un’accelerazione ulteriore.
Commenti recenti