Il Progetto dell’Associazione Riconquistare la Sovranità
di Stefano D'Andrea
Illustro il progetto dell’Associazione Riconquistare la Sovranità e fornisco anticipatamente alcune delucidazioni utili per chi avesse dubbi*.
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1. L’analisi della situazione politica e l'obiettivo finale.
Alcuni credono che non abbiamo molto tempo; che le cose stiano per precipitare; che già alle prossime elezioni il popolo riuscirà, dietro la spinta di forti movimenti di protesta, a presentare liste popolari nazionali che sfidino il partito unico delle due coalizioni. Purtroppo, non credo che abbiano ragione. Spesso la realtà non coincide con i nostri desideri. Mi auguro che abbiano almeno parzialmente ragione; ma credo che abbiano torto. D'altra parte, la contestazione non si caratterizza per chiarezza di idee, che ancora sono confuse e per certi versi discordanti.
Guardiamo la Grecia. Vi sono stati negli ultimi anni diciotto importanti scioperi; quattro di essi sono durati quarantotto ore; vi sono state molte manifestazioni e incidenti. Vi era un partito comunista forte e organizzato, più attento alla questione nazionale rispetto ai nostri partiti comunisti. Vi è stato un rilevante crollo del prodotto interno lordo. La disoccupazione ha raggiunto il 20%. Vi è stato l’azzeramento del vertice delle forze armate e il commissariamento. Eppure, ancora non è accaduto nulla. E soltanto il 30% dei Greci è favorevole ad uscire dall’euro o dalla Unione Europea.
La macchina fabbricatrice dei sogni e delle menzogne ha lavorato in profondità, in Grecia come in Italia. Il “sogno” dell’Unione europea, dell’euro e di una società in cui si viveva a credito e si possedevano appartamenti che ogni anno crescevano di dieci-quindicimila euro di valore (magari in misura superiore alle somma annuale delle rate di mutuo da pagare!), lo hanno avuto in molti. Le bolle promosse da tutti i legislatori lo hanno rafforzato. La colonizzazione dell’immaginario della maggioranza delle persone da parte degli Stati Uniti d’America è un fatto indiscutibile. Moltissimi non vogliono credere che la crisi abbia tra le principali cause il modello di capitalismo globalista proposto dagli Stati Uniti; moltissimi non vogliono prendere atto che il progetto economico dell’Unione europea è ancora più intriso di fanatismo globalista e liberista. E molti, i più ingenui, sperano che l'Unione Europea si trasformi prima o poi nell'opposto di sé stessa, negando i principi sui quali è fondata e iniziando una nuova era su principi opposti.
Inutile sopravvalutare le crepe, che pur vi sono, grazie al cielo. Inutile sopravvalutare la volontà di cambiamento, la quale presuppone idee chiare che ancora non ci sono; o meglio ancora non sono diffuse. Inutile bendarsi gli occhi e far finta di non vedere che i cittadini sono divenuti in larga parte consumatori della politica; che pensano di poter soltanto scegliere tra ciò che è loro offerto; scegliere tra i partiti esistenti, così come scelgono tra le merci riposte sugli scaffali dei grandi magazzini, ovvero rifugiarsi nell’astensione. Inutile negare che la grande maggioranza degli Italiani nemmeno ipotizza che per scalzare i partiti esistenti sarebbe necessario costituire un partito o movimento alternativo.
Se è vero, dunque, che il destino della nazione e degli italiani è legato allo scontro tra popolo italiano, da un lato, e centrodestra e centrosinistra nonché l'elite globalista, dall’altro, si deve dubitare fortemente che lo scontro sia imminente, o, meglio, che imminente sia la vittoria del popolo italiano.
Perciò, è necessario cominciare a costruire una prospettiva unitaria e di salvezza nazionale. Infatti, man mano che la crisi farà sentire i suoi effetti, si diffonderanno le spinte centrifughe ed emergeranno – stanno già emergendo – movimenti autonomisti (che non sono di per sé un male) e addirittura indipendentisti. La salvezza verrà scambiata con la fuga. Inutile argomentare che questi movimenti venti anni fa non esistevano o erano stati sopiti; inutile osservare che la coesione sociale e territoriale sta venendo meno proprio a causa dell’Unione europea, che impedisce in radice politiche di coesione e che, nell’ansia globalizzatrice, apre sempre più i confini degli stati, anche nei confronti dei paesi terzi, distruggendo i tessuti produttivi e di vita. Inutile. Perché queste spinte, per quanto irrazionali e irragionevoli, sorgeranno e si diffonderanno.
La prospettiva che occorre seguire è quelle segnalata al popolo greco dalla lettera aperta del compositore Mikis Theodorakis, lettera che vi invito vivamente a leggere con attenzione (https://www.appelloalpopolo.it/?p=5964). Astraendo la lettura dalle peculiarità del caso greco, ancora non presenti in quello italiano, vi si legge di un “Obbligo di libertà e dell’amore verso la propria patria”; si rammenta che sotto l’occupazione nazista “i greci hanno fondato il movimento di solidarietà nazionale che ha sfamato la popolazione ed hanno creato un esercito di 100.000 partigiani che ha costretto i tedeschi ad essere presenti in modo continuo con 200.000 soldati”; e si osserva che “Anche allora ci colpirono senza ragione e noi rispondemmo con la Solidarietà e la Resistenza, e siamo riusciti a vincere. La stessa cosa che dobbiamo fare anche adesso con la certezza che il vincitore finale sarà il popolo greco… L’unica forza che può realizzare questi cambiamenti rivoluzionari è il popolo greco, unito in un enorme Fronte di Resistenza e Solidarietà, per mandare via la troika (FMI e Banche) dal paese” E’ questo lo spirito. E’ quella la strada della salvezza. Se non avvertiremo “l’amor per patria nostra” che avvertirono i nostri “Ribelli della Montagna”; se non cercheremo e realizzeremo l’unione del popolo italiano, non ci salveremo e tutto potrà accadere.
L’Associazione Riconquistare la Sovranità ambisce a raccogliere il maggior numero di persone sulla base di un progetto di salvezza nazionale. Essa intende anticipare i tempi, sulla base della convinzione che l’Italia si avviterà in una spirale di tipo greco, anche se probabilmente la caduta del PIL sarà più lenta; che crescerà la protesta popolare; e che il movimento di contestazione avrà natura complessa e caotica. Flebili saranno i progetti dichiaratamente socialisti, i quali declineranno piuttosto slogan che principi credibili dalla maggior parte dei comuni cittadini. Più forti saranno i movimenti corporativi e autonomistici. Deboli e speriamo irrilevanti le tendenze indipendentistiche. Autonomismo, localismo, corporativismo e proposte socialistiche dovranno essere ricondotti ad unità, in una prospettiva sovranista, volta a risolvere la questione nazionale. Dovremo diffondere l'idea che la riconquista della sovranità è il fondamento e la condizione di ogni possibilità: riconquistata la sovranità si può far tutto; senza di essa non si può far nulla. Le analisi e le proposte politiche dell'Associazione dovranno divenire, perciò, l’elemento coagulante del caotico movimento di protesta che si diffonderà. Questo è l’obiettivo finale dell’Associazione: porsi all’interno del movimento di protesta che sorgerà e unificarlo, nella misura possibile, perché possa raggiungere la vittoria. I nemici sono la classe e l’ideologia globalista, con ampio seguito di sudditi e plagiati, le quali attaccano la sovranità degli Stati ed impediscono di perseguire una o altra politica che si pongano in contrasto con le libertà di circolazione dei capitali, dei servizi, e delle merci, e con la concorrenza totale e globale o che pretenda di riconquistare la sovranità monetaria e in generale di disciplinare in qualche modo l'economia.
L'Associazione Riconquistare la Sovranità, in vista del momento decisivo dello scontro, si propone, con pazienza, realismo e intelligenza, di diffondere le idee sovraniste – le analisi e le proposte contenute nel Documento – al fine di unire una massa critica di cittadini che sia la più ampia possibile e di promuovere quello che un giorno sarà il Fronte di Resistenza e Solidarietà del Popolo Italiano.
Se poi, in tempi più brevi, dovesse intervenire un grande crollo della produzione e un enorme aumento della disoccupazione – insomma se la crisi economica improvvisamente si mostrasse gravissima -, questa eventualità non dovrebbe mutare i piani di chi intende agire in modo razionale per raggiungere l'obiettivo. Infatti, non c'è alcuna possibilità di organizzare un fronte antiglobalista in breve termine. Il crollo, anzi, sarebbe, paradossalmente, una occasione che agevolerebbe la formazione del fronte sovranista. Ma non ha alcun senso avere fretta in vista di un ipotetico e immediato crollo. Grandi imprenditori e politici di lungo corso possono organizzare partiti e movimenti in pochi mesi. I comuni cittadini hanno bisogno di più tempo. La fretta o lo scoramento per l’(asserita) mancanza di tempo sono atteggiamenti da uomini deboli. E' la pazienza la virtù dei forti.
In ogni caso, l’Associazione Riconquistare la Sovranità dovrà essere fin da subito partecipe delle iniziative volte a coordinare i diversi movimenti di protesta che vanno emergendo e dovrà essere parte dei tentativi di sollevazione o organizzazione di liste nazionali che i movimenti di protesta, omogenei alle caratteristiche e alle finalità dell’associazione tenteranno di organizzare. Resta salva la possibilità di valutare l’opportunità di concorrere alla creazione di una Lista Unica Nazionale, che comprenda raggruppamenti omogenei fondati su diverse idee guida. Se subito non si può ottenere la vittoria, si può e si deve comunque cominciare a combattere.
2. L’azione.
Come agirà l’Associazione?
In un primo momento sarà necessario adempiere con la massima energia il dovere di proselitismo individuale. Esso dovrà essere adempiuto in (almeno) due “luoghi”.
In primo luogo, ogni associato, per due o tre mesi, dovrà contattare, possibilmente con email “calde”, indirizzate a una sola persona o al massimo, a un gruppetto di persone omogenee, il maggior numero di cittadini che egli “conosce” tramite la rete (spesso si tratta di vere e proprie amicizie, fondate sulla stima e su prolungati rapporti epistolari o discussioni su forum). Chi più chi meno, tutti conosciamo , tramite la rete, persone che possono essere interessate o comunque motivate ad aderire. Questa forma di proselitismo sarà necessaria per far essere presente l’Associazione in città e cittadine dove altrimenti sarebbe assente. I nuovi associati, ovviamente, assumeranno anche essi l’obbligo del proselitismo, che adempiranno secondo le direttive qui indicate.
Contestualmente o successivamente, secondo che egli abbia da contattare numerose persone per email o invece solo poche, l'associato svolgerà proselitismo individuale a voce nelle città in cui vive e lavora (le città o cittadine, quindi, potrebbero essere due o magari più di due). Ognuno di noi conosce qualche parente, amico, collega, concittadino, vecchio professore o compagno di scuola che potrebbe essere interessato ad associarsi. Sarà l’occasione per una visita o per una birra e l’incontro servirà a spiegare il progetto e a consegnare il “documento”, l’atto costitutivo e “il progetto”. Sarà un’occasione per uscire dalla rete e praticare la militanza in un luogo fisico. I nuovi associati assumeranno il dovere del proselitismo. L’obiettivo è quello di costituire sezioni o nuclei di sezioni dell’Associazione nel maggior numero possibile di città italiane.
Nel mese di luglio sarà necessario cominciare ad organizzare assemblee nel maggior numero possibile di città e cittadine italiane. Ogni settimana, a partire dalla metà di settembre dovranno essere organizzate più assemblee nelle città e cittadine italiane. Le assemblee serviranno a presentare l’associazione, l’analisi e le proposte e, ovviamente, a promuovere nuove iscrizioni all’associazione. Anche questi nuovi associati assumeranno l’obbligo del proselitismo.
Qualora l’associato reputi di non essere in grado di organizzare l’assemblea cittadina, si impegnerà ad organizzare una riunione ristretta, invitando poche persone che potrebbero essere interessate, al fine di cercare di creare un nucleo, per quanto piccolo, di associati.
Da settembre e forse prima sarà necessario dotare l’associazione di un sito autonomo. La nascita del sito coinciderà con una campagna di pubblicizzazione in internet dell’associazione. Anche questa campagna, ovviamente, avrà l’obiettivo primario di promuovere nuove iscrizioni. Come debba essere organizzato il sito sarà deciso in seguito. Non è escluso che prima della nascita del sito si decida di cominciare a pubblicare e a diffondere il “Documento”, diviso in cinque o sei parti, annunciando l’associazione e il nuovo sito.
Il tempo che nella mia idea corre tra la nascita dell’associazione e l’organizzazione massiccia di assemblee cittadine dovrà essere utilizzato per l’esercizio capillare ed energico del proselitismo individuale da parte degli associati.
Se i risultati saranno buoni; se, quindi, saremmo riusciti a distinguerci dagli altri tentativi di creare movimentini e partitini, e a creare una massa critica di alcune centinaia di cittadini, la diffusione delle nostre idee – dell’analisi e delle proposte – proseguirà in altri modi:
cercare personaggi pubblici del mondo della cultura ma anche tra i punti di riferimento dei ceti popolari e poco colti, che possano sponsorizzare l’Associazione;
cercare patrioti finanziatori tra le persone che svolgono un ruolo di rilievo nella vita delle province italiane, nel campo della cultura, dell’arte, delle professioni e dell’imprenditoria;
infine, pensare e organizzare un evento che possa attirare sull'associazione l’attenzione dei media nazionali.
Oltre non conviene andare, salvo prevedere, per gennaio-febbraio 2013, l’organizzazione di un’assemblea nazionale che dia nuovo impulso alle attività dell’Associazione e che apra ulteriori prospettive e una seconda fase. Inutile fare previsioni al riguardo. Tutto dipenderà dalla situazione politica e dai risultati, anche e soprattutto numerici, che avremo conseguito.
3. Le rinunce
Per aderire con convinzione all’Associazione, è necessario che l’associato sappia accettare alcune rinunce sul piano ideologico. Naturalmente ciò non significa che l’Associato non possa avere o esprimere un’idea su uno o altro tema. Significa, al contrario, che taluni temi e taluni problemi rimarranno fondamentalmente estranei all’Associazione, con la conseguenza che su quei temi e problemi gli associati potranno avere idee molto diverse. Significa che l’Associazione non promuoverà approfondimenti volti a prendere posizione su quei temi. Significa che sul sito dell’Associazione non saranno pubblicati articoli che abbiano ad oggetto principale quei temi o quei problemi (accenni, in proposizioni incidentali, appaiono inevitabili). Insomma le rinunce non limitano alcuna libertà se non quella di pretendere che l’Associazione prenda posizione su temi che potrebbero generare divisione.
Alcuni credono che un grave problema della nostra società e invero ormai di moltissime società risieda nel meccanismo pubblicità-promozione di massicci acquisti di beni di consumo-indebitamento per quegli acquisti, meccanismo che crea la figura del consumatore indebitato cronico, promossa dal legislatore e dal sistema mediatico, nonché da precise ideologie politiche ed economiche. Non tutti però concordano che si tratti di questione fondamentale e non tutti, addirittura, vedono il problema. Non conviene dividerci su questo punto, perché il problema andrebbe risolto esercitando la sovranità nazionale, un potere che oggi non abbiamo. Dunque è necessario che chi ha a cuore il problema sappia accettare di non vederlo tra i temi fondamentali promossi dall'associazione.
Alcuni credono che si debba perseguire una politica della “decrescita”, altri non credono che questa parola riesca a designare una teoria alternativa. Altri ancora perseguono uno sviluppo sostenibile o una “crescita felice”. Non conviene dividerci su questo punto. Perché le diverse politiche (decrescita, sviluppo sostenibile, ecc.), qualsiasi cosa designino, implicano l’esercizio della sovranità nazionale, un potere che non abbiamo. La riconquista della sovranità dovrà essere considerata come condizione di ogni possibilità; con la sovranità tutto è possibile; senza di essa niente è possibile.
Alcuni vorrebbero una prospettiva dichiaratamente socialistica ed egualitaria, pur rimanendo nel quadro costituzionale che riconosce la libertà di iniziativa economica sottoponendola tuttavia al limite dell'utilità sociale; altri, per convinzione o per realismo, perseguono, più semplicemente, la giustizia sociale. Non conviene adottare la prospettiva radicale, che è minoritaria e genererebbe divisione. Mentre la formula della giustizia sociale è in grado di unificare potenzialmente larga parte del popolo italiano.
Molti constatano il declino, nella scuola, nell’università, nella pubblica amministrazione tutta, nel sistema istituzionale. Al di là dei principi direttivi tratteggiati nel “Documento” non conviene andare. Taluni, infatti, propongono di tornare indietro e reintrodurre, magari con modifiche, vecchi principi; altri sono ideologicamente e psicologicamente restii a credere che le soluzioni possano mai trovarsi nel passato. Ancora una volta è inutile dividersi sul modo di esercizio di un potere che non abbiamo.
Alcuni vorrebbero che fosse dichiarata la volontà di superare il capitalismo. E quindi vogliono militare soltanto in strutture associative che si dichiarano senz'altro anti-capitaliste. Inteso l'anticapitalismo in senso radicale, si dovrebbero volere soppressi, non soltanto il principio cardine dell'Unione Europea, che è la concorrenza sfrenata e globale, ma anche l'iniziativa privata, con la conseguenza di proporre un programma in contrasto con la Costituzione della Repubblica. Questa posizione, oltre che (a mio avviso) ingiusta, è irrealistica, non tiene conto delle forze in campo, non aspira a cercare il consenso necessario a vincere la battaglia per la riconquista della sovranità; crea sacrosanto fastidio nei lavoratori autonomi e in coloro che, pur non essendo lavoratori autonomi, aspirano a svolgere una professione autonoma o comunque ne riconoscono la piena legittimità; e comunque confonde gli obiettivi di fondo con l'analisi e le prospettive di fase. Non avrebbe senso accoglierla. Coloro che restano legati alle idee anticapitalistiche in senso stretto – salvo che siano parolai, destinati a trascorrere la vita a lanciare slogan e che non sarebbero di alcun aiuto alla causa della riconquista della sovranità – possono accettare di far parte di un movimento che sostiene un'analisi e svolge proposte di fase come quelle contenute nel “Documento”. Anche perché un po' di sano realismo lascia pensare che si tratterà di una fase piuttosto lunga.
Infine, ma l'elenco è esemplificativo, alcuni insistono sulla ricollocazione geopolitica dell'Italia. Non mi sembra che abbia senso dividerci ora sotto questo profilo. Può darsi che l'Unione europea imploderà. Può darsi che si sganceranno i paesi del Sud Europa o alcuni di essi. Può darsi che anche alcuni stati dell'Europa dell'Est recederanno dall'Unione Europea e non è dato sapere quale direzione politica imboccheranno. E quale sarà la condizione di Stati Uniti, Cina e Russia al tempo in cui avremo riconquistato la sovranità? Considerata l'incertezza del quadro, è irragionevole pretendere posizioni che vadano al di là delle linee di fondo indicate nel “Documento”.
Se un giorno avremo ripristinato la Costituzione italiana, in tutte le sue parti, comprese le fondamentali norme che disciplinano i “rapporti economici”, al vertice delle fonti dell'ordinamento giuridico italiano; se ci saremo liberati dei vincoli europei e globalisti in generale, diffondendo tra il popolo italiano le ragioni dell’indipendenza, e avremo di nuovo la nostra moneta e la sovranità economica tutta, avremo già vinto, se non altro perché saremo tornati in possesso degli strumenti per evitare la condizione di povertà verso la quale la elite globalista e il seguito di massa di cui essa gode stanno dirigendo gran parte della popolazione italiana. Tutti i principi segnalati nel “Documento”, in misura maggiore o minore, e secondo una o altra priorità, ricominceranno a seminare frutti nella vita nazionale. Quale strada concreta debba essere intrapresa, lo deciderà democraticamente il popolo italiano. Per ora, però, si tratta di un’altra era, della quale dobbiamo perseguire unitariamente l’avvento.
4. La doppia tessera e la vocazione unitaria e unificante
L'associazione ammette la doppia tessera. L'associato potrà essere iscritto ad altri movimenti o partiti; sia nel caso in cui questi ultimi condividano nelle linee essenziali le analisi e le proposte contenute nel Documento, sia nel caso in cui non le condividano. In quest'ultima ipotesi, l'associato avrà almeno a disposizione una struttura associativa nella quale sostenere, difendere e diffondere idee, che altrimenti non potrebbe professare o comunque dovrebbe accantonare nello svolgimento della militanza.
La scelta della forma associativa (e non del movimento e del partito), le rinunce ideologiche richieste all'associato, segnalate nel paragrafo precedente, e la possibilità della doppia tessera sono indici evidenti dello spirito unitario e unificante del progetto.
Avezzano 03.03.2012
* Documento di analisi e proposte dell'Associazione Riconquistare la Sovranità:
la prima parte dell'analisi, intitolata L'insanabile contrasto tra Costiruzione della Repubblica Italiana si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6272
La seconda parte, intitolata L'errore politico e tecnico dell'euro, si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6278
La parte terza, intitolata Scuola, Università, Sanità, Agricoltura e Sovranità si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6291
La quarta parte, intitolata I settori industriali strategici, si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6301
La quinta parte, intitolata, Riformare le controriforme attuate nell’ultimo ventennio da una classe dirigente esterofila e in preda alla depressione, si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6311
La sesta parte, intitolata Guerra, commissariamento, depressione e seconda morte della Patria si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6334
La prima parte delle proposte si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6342
La seconda parte delle proposte si legge qua https://www.appelloalpopolo.it/?p=6348
sono il presidente di un'associazione di Avellino interessato alle sue proposte, mi farebbe piacere avere un contatto da parte sua per una collaborazione immediata. Grazie
non ho capito come vi ponete rispetto al signoraggio bancario..
Noi non sappaimo mai cosa pensano di scuola, di agricoltura, di sanità, di settori industriali strategici, sul protezionismo, sul dirigismo, sul risparmio, sul consumismo i signoraggisti. Quando essi prenderanno posizione su questi temi capitali, allora diremo cosa pensiamo del signoraggio
Oramai la questione del signoraggio è superata,
Con l'Euro di proprietà dei privati dove gli Stati sono ridotti a soggetti privatistici che devono andarsi acercare i soldi per le loro esigenze comprandolo a tassi di interese imposti dal mercatoin cambio dei titoli di stato, dove solo le banche possono acquistarlo dalla BCE a tassi dell'1% il problema non si pone più nei termini di signoraggio ma di proprietà della moneta.Oggi dobbiamo costruire il Movimento politico di fuoriuscita dall'euro che si ritorni alla moneta nazionale di proprietà dello Stato ovvero dei cittadini. Polemiche,distinguo,precisaziooni,particolarismi non hanno senso nè politico nè storici
FD S&D
ah, ho capito: non sapete cos'è il signoraggio. ok.
buon proseguo.
sign sandro pascucci.
la conosco per le polemiche che è in grado di creare ma da queste parti non c'è trippa per gatti
saluti
sig sandro pascucci lei è bravo a fare le polemiche ma quì non c'è trippa per gatti
FD S&D
Riconquistare la sovranità vuol dire riconquistare sovranità politica, economica e quindi anche monetaria. Quello che voi signoraggisti non capite è che la sovranità monetaria ( giusto riappropriarsene ) non c' entra nulla con la teoria del " complotto del signoraggio". Al massimo se di signoraggio si vuol parlare lo si può intendere riferendosi al ruolo del dollaro ma è tutto un altro discorso che nulla a che fare con le teorie che girano in rete. L' Italia ha perso la propria sovranità monetaria ed economica a partire dal 1979 entrando nello SME, nell' 81 col divorzio banca d' italia – tesoro e poi con tutte le dismissioni negli anni 80 del sistema del credito ( abolizione vincoli di portafoglio, ecc ) … poi le svendite degli anni 90 e il trattato di Maastricht e la mazzata finale con l' Euro. Questo è un discorso corretto… ma il signoraggio non c' entra nulla.
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siete i soliti altezzosi, pigri e superficiali rivoluzionarioioioioioiosìetuno del web.
studia il signoraggio, poi vieni a chiedere scusa.
addio.
Linyo84 approfitto per chiederti se puoi comunicarmi una tua email a questo indirizzo appelloalpopolochiocciolagmailpuntocom. Non riesco a contattarti con quella che risulta dai messaggi che invii.
LA PIƯ ALTA FUNZIONE DELLO STATO È -MONETIZZARE LA NAZIONE -E NON -TASSARE LA NAZIONE.
Questa funzione è passata dallo Stato alle banche centrali e commerciali senza il VOTO degli italiani.
Inoltre questa funzione è stata usurpata dalla Banca Centrale Europea al 100% privata, esente da controlli e tasse, e che addebita gli Stati tramite la truffa della “Riserva Frazionaria Bancaria” garantita dai Buoni del Tesoro. Sarebbe bello sapere chi firma questi BOT in Italia e su quale autorità.
(vedi http://dmonax.blogspot.it/2010/01/banche-di-stato.html per capire il pazzesco meccanismo simbiotico tra Banca d’Italia e banche commerciali)
(vedi http://marcodellaluna.info/sito/?page_id=48 “Denuncia Penale contro il Signoraggio”, un modello ampliato dalla denuncia che fece il prof. Auriti nel 1993 contro la Banca d’Italia).
(vedi filmati su
per
“il piano per cui lavora Mario Monti descritto da lui stesso”; più il discorso di JF Kennedy; più i discorsi di Nigel Paul Farage euro deputato contro la BCE; più Signoraggio Bancario su come funziona la truffa della Riserva Frazionaria Bancaria). In verità tutti i filmati nel blog son interessanti e dovrebbero essere copiati su DVD e distribuiti il più possibile.
Ecco alcune demenze oggi in circolazione:
È stato stimato (dato che la BCE non risponde a nessuno) che solo l’8% del “debito nazionale” di 2000 miliardi di euro circola in forma di banconote e monete in tutta Italia, cioè circolano 160 miliardi di euro contanti in tutta Italia. Il rimanente debito di 1840 miliardi sono in forma di “computer blips” che saltano di banca in banca aumentando esponenzialmente questo “DEBITO VIRTUALE” CHE NON POTRÀ, MAI E POI MAI, ESSERE RIPAGATO SE NON CON ALTRI DEBITI CREATI DAGLI STESSI BANCHIERI.
QUESTO SISTEMA MONETARIO È UN BUCO SENZA FONDO CHE DEVE ESSERE CANCELLATO INTERAMENTE.
Di fatto, dall’insediamento del governo Monti il debito è salito di altri 50 miliardi.
Un'altra demenza (lavaggio del cervello) è il “PAREGGIO DI BILANCIO”; non abbiamo ancora ricostruito i danni del terremoto in Irpinia che avvenne 30 anni fa. Poi siamo stati messi in ginocchio dal terremoto dell’Aquila, le alluvioni in Veneto, Liguria, Calabria che incideranno sul “BILANCIO” per i prossimi 30 anni.
Evidentemente le calamitá naturali non incidono sull’economia dei banchieri, anzi ci godono quando avvengono, prestandoci più soldi per ricostruire.
Un’altra demenza (lavaggio del cervello) è l’ “EVASIONE FISCALE”; collegatevi a http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2009/05/isole-caymane-sgabuzzini-delleuro.html
per vedere chi sono i GRANDI EVASORI intoccabili ne dalla legge che dovrebbe essere “UGUALE PER TUTTI”, ne da Equitalia che ha niente di equo, e ne dalla nostra obbediente ed efficiente Guardia di Finanza che può perseguire soltanto coloro che non appartengono al club oligarchico.
Il grande professore GIACINTO AURITI ci premunì che questo –SISTEMA- ci avrebbe portato alla DISPERAZIONE e al SUICIDIO, ma noi siamo al 76⁰ posto al mondo per libera informazione e una persona su 10,000 sa di Auriti, una su 100,000 sa di Bastiat o di Spengler o di Belloc o di Thomas Robertson …
Se non usciamo da questo vortice finiremo per massacrarci gli uni contro gli altri, esattamente come sta succedendo in Iraq, Libia, Egitto, Siria, ecc. e come successe tra fascisti, partigiani, comunisti, socialisti e democratici, TUTTE ideologie di psicologia inversa che non hanno mai considerato le CONDIZIONI imposte dalla NATURA su tutti i popoli. I PARTITI servono solo a spartirci e a metterci TUTTI CONTRO TUTTI.
Rileggendo oggettivamente i commenti ve ne accorgereste subito.
Non abbiamo altra scelta ma di tornare indietro 160 anni a Frederic Bastiat (autore di “La Legge” e “Lo Stato”) per fissare per iscritto 7 punti importanti su una VERA COSTITUZIONE DELLA RES PUBLICA ITALIANA in ordine di priorità:
1) A CHI APPARTENGONO E CHI DEVE GESTIRE LE RISORSE MINERARIE, SIA LOCALI CHE D’IMPORTO ?
2) QUALI INDUSTRIE POSSONO ESSERE PRIVATE, E QUALI INDUSTRIE DEVONO ESSERE STATALI ?
3) QUALI SERVIZI DEVONO ESSERE FORNITI DA PRIVATI E QUALI DALLO STATO (Regioni e Comuni) ?
Dopodiché possiamo matematicamente:
4) BILANCIARE LA FORZA LAVORATIVA TRA SETTORE PUBBLICO E SETTORE PRIVATO.
5) SCRIVERE LEGGI CHIARE PER SEPARARE E AMMINISTRARE I DUE SETTORI.
Dopodiché possiamo matematicamente:
6) MONETIZZARE AMBEDUE I SETTORI, PUBBLICO E PRIVATO, CREANDO CARTAMONETA.
7) A CHI DARE LA CREAZIONE DEL CREDITO E DELLA VALUTA ? ALLE BANCHE PRIVATE ? O ALLO STATO ?
Ma ciò deve avvenire in tutto il mondo cominciando dai paesi europei che sono quasi pronti a cambiare.
Come vedete, i soldi, la finanza tutta, sono l’ultimo stadio d’azione e non il primo. Tale inversione di priorità crea la differenza tra un popolo CIVILE ed uno INCIVILE. La fuori, in tutto il mondo, vediamo le ROVINE di popoli incivili che hanno ripetutamente collocato l’ USURA E LE TASSE al primo posto in tutti gli ordinamenti governativi del passato. Ce lo dice l’ ARCHEOLOGIA, e non la storia falsificata dal Potere. Persino questa democrazia “virtuale” si sta concludendo male se presto non mettiamo a REFERENDUM i 7 punti sopra. Il Potere corrompe, il Potere assoluto corrompe assolutamente, scrisse lord Acton, quindi è inutile discutere di etica, di politica, di finanza se allo stesso tempo non si stabilisce l’ economia da raggiungere (vedi Bastiat, Nietzsche, Pound, Del Mar, Spengler, Belloc, Auriti, Della Luna… tra i più chiari.
Oppure stiamoci zitti, abbassiamo la testa da buoni schiavi obbedienti, dato che siamo trattati come bestie da macello a combattere le loro guerre, o come funghi cresciuti allo scuro e alimentati con sterco, cercando di essere più competitivi, lavorare di più, vendere di più, sacrificarci di più, conquistare più mercati esteri per pagare più tasse e più interessi sui prestiti, per togliere lavoro a quei mercati e affondarli nello stesso debito che abbiamo noi, svendere o chiudere le nostre industrie o rilocarle dove gli schiavi sono più oppressi di noi come la Cina e l’India ora disposte a comprare i nostri debiti svalutati e cominciare un nuovo SISTEMA di riciclaggio chiamato “New World Order”.
SMETTIAMOLA DI ARGOMENTARE TRA DI NOI QUANDO ECONOMIA, POLITICA, LEGGI E FINANZA DEVONO ANDARE A PARI PASSO E ALLO STESSO TEMPO.
MONETA PROPRIETÀ CONTRO MONETA DEBITO A ZERO TASSE
sarebbe più facile da comprendere che Signoraggio.
Voi giovani, non dimenticate mai che i DIRITTI UMANI no vengono da false IDEOLOGIE come comunismo, radicalismo, socialismo, fascismo, democrazia, patriottismo, verdismo … ma vengono dalle condizioni che la NATURA ci impone ogni giorno della vita come, fame, sete, malattie, pestilenze alluvioni, terremoti, uragani, maremoti, eruzioni, siccità, gelo … ecc. e la CIVILTÀ è l’organizzazione con la quale COMBATTIAMO per sopravvivere gli attacchi della NATURA, quindi non abbiamo bisogno di altre pestilenze come USURA E TASSE create da uomini malati di mente che per loro stessi hanno creato i “paradisi fiscali”, e per noi gli “inferni fiscali”.
“Questo mondo corre verso la propria rovina, è tutto un mondo da rifare dalle fondamenta”
disse Pio XII nel lontano 1952.
Antonio Palma
Il tuo intervento, caro Palma, oltre ad essere interessante, è da condividersi pienamente per la giustezza delle affermazioni e delle considerazioni.
Se avrai altri inerventi su questo stesso registro, puoi inviarmeli, se ti fa piacere,
io ne sarò molto lieto, e ti ringrazio ! Aldo Cianci aldocianci@yahoo.it