Padoa Schioppa e “l’arte” di Beniamino Andreatta.
Tommaso Padoa Schioppa, quello che nel 2003 scriveva sul corriere della sera "Nell' Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev' essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l' individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere", prima di morire nel 2010, ci regalò un'altra perla degna di essere ricordata alle future generazioni.
Il 13/02/2008 in occasione del convegno presso il Ministero del Tesoro in via XX settembre a Roma, organizzato in "celebrazione" del suo amico e maestro Beniamino Andreatta scomparso nel 2007, Tommaso Padoa Schioppa, all'epoca ministro dell'Economia nel Governo Prodi, ebbe la sfrontatezza di affermare che Andreatta ebbe il merito di esercitare "l'arte di imprimere un nuovo corso alle cose senza ricorrere allo strumento legislativo"
Continua Padoa Schioppa "il prodotto forse più noto di quest'arte è il semplice scambio di lettere del febbraio-marzo 1981 che pose fine all'impegno della Banca D'Italia ad acquistare i buoni del tesoro rimasti invenduti alle aste: il cosiddetto divorzio. Un altro prodotto di quell'arte fu la tesoreria unica, l'obbligo per tutti gli enti pubblici di utilizzare per il proprio servizio di cassa i conti infruttiferi accesi presso la Banca D'Italia sui quali vengono versati i trasferimenti statali. Tanti altri furono i semi gettati e le tracce lasciati. Li ricordo con poche parole chiave:
- liquidazione del banco ambrosiano
- trasparenza delle banche concorrenza e maggiore efficienza del sistema bancario
- allentamento dei vincoli valutari
- legge per i fondi di investimento mobiliare
- contenimento del deficit
- riduzione dell'effetto della spesa previdenziale sul bilancio dello stato
- disciplina del finanziamento degli enti locali
- sostegno della partecipazione dell'italia al Sistema Monetario Europeo
- emissioni di titoli della repubblica in ECU
- ristrutturazione industriale e credito alle imprese
- cessazione delle politiche di intervento straordinario nel mezzogiorno"
Conclude Padoa Schioppa "ma ora voglio solo ricordare le parole con cui Paolo Baffi mandò il giovane funzionario che ero allora a conoscere andreatta all'hotel "de la ville" nei primi anni '70, quasi mi consegnò alle cure di un maestro di bottega. Innescò un colloquio che da allora non si è più interrotto. Mi disse Baffi vada da lui, lo conosca, vedrà! Poi lo paragonò a Churchill per fortuna, corpulenza, personalità, possibile destino. Disse Baffi: <Andreatta è un uomo di genio, ma ci vogliono tempi calamitosi perchè un paese si rivolga a lui >. Signori quei tempi l'italia, ostinandosi a non vedere li vive oggi."
Padoa Schioppa e Andreatta sono morti da vincitori, il loro disegno oggi è quasi compiuto, sta solo a noi invertire la rotta.
2 risposte
[…] questione morale posta da Berlinguer nella famosa intervista rilasciata a Eugenio Scalfari, ai colpi di mano di Andreatta, passando per le indagini di “Mani Pulite” e arrivando ai nostri giorni alla pubblicazione del […]
[…] questione morale posta da Berlinguer nella famosa intervista rilasciata a Eugenio Scalfari, ai colpi di mano di Andreatta, passando per le indagini di “Mani Pulite” e arrivando ai nostri giorni alla pubblicazione del […]