Il Cuore Immacolato trionferà anche sugli occhieggiamenti dei politicanti
di La Croce Quotidiano (Don Giampaolo Centofanti)
Tanta gente cristiana comprende che una persona omosessuale non credente è giusto viva serenamente le proprie scelte con il limite comune a tutti del rispetto altrui. Comprende che una persona omosessuale credente ha il riferimento della castità ma che si tratta di un cammino vivibile solo crescendo profondamente nella grazia. Dio dà vita ad ognuno nella grazia per una sua personalissima via, dunque si può accompagnare il percorso di crescita senza imporre scelte di fede che ingabbiano la serena maturazione di ciascuno. Dio aiuta ogni suo figlio a sentirsi amato e libero nel proprio reale sviluppo.
Al tempo stesso tanta gente cristiana non comprende perché non si dovrebbe chiamare papà il papà e mamma la mamma o perché non si può dire che il bambino ha bisogno di un papà e di una mamma.
I politicanti invece occhieggiano a ideologie che in realtà si spalleggiano contrastandosi. Dove negando l’umanità dell’omosessuale, dove non rilevando certi rischi di silenziamento di una libera espressione antropologica. Tanta gente vede anche questo, l’occhieggiare.
Giovanni Battista annunciava l’imminente venuta del Messia che avrebbe messo in riga tutti. Ma quando riconosce Cristo il suo cuore aperto si lascia spiazzare: è nella delicatezza di una colomba che viene la vera potenza dello Spirito, il vero leone della tribù di Giuda è un agnello. La grazia è divina e umana, non calpesta l’umanità ma fa maturare ciascuno in un cammino libero e sereno, a misura, pieno di buonsenso nella luce.
È bello vedere nei vangeli come Gesù accompagna ogni specifica persona nel suo personalissimo, ben al di là degli schemi, percorso, verso la pienezza della vita. Sensi di colpa, forzature, risposte meccaniche, per reazione inutili sbrachi, vengono sempre più facilmente riconosciuti dal cuore che cresce sereno nella grazia. Un cuore che in questa semplicità impara a non lasciarsi ingannare nemmeno da ferite, paure, schemi.
Quante gabbie, quanti pesi, quanti fasulli nodi, si sciolgono: il mio giogo è soave, il mio peso leggero. Il figliol prodigo si scopre svuotato, troppo dipendente da rapporti fasulli, il maggiore sente la fragilità di un cuore rigido e anaffettivo, spento ad ogni luce, ad ogni vitalità. La fuga dalla spiritualità del minore si rivela un mero fare e mero fare si scopre lo spiritualismo del primogenito. Si va allora dallo psicologo che propone come rimedio proprio un diverso mero fare, funzionare, magari variamente giustapposto a qualche non meglio identificata spiritualità.
La società della ragione astratta, della falsa tecnica a tutto campo, conduce verso il crollo personale e sociale. L’uomo ha bisogno di trovare sé stesso in una ricerca identitaria libera e serena e nel solo allora autentico scambio con gli altri. Si trovano le vie per uscire dalle vuote astrazioni riprendendo sempre più il contatto col proprio cuore semplice nella luce piena di buonsenso, a misura. Fiducia in sé perché si sta trovando la strada della fiducia in Gesù e ogni limite viene relativizzato, essendo aperti alla naturale maturazione integrale come Cristo che cresceva in sapienza, età e grazia.
Nuova spiritualità, nuova cultura, nuova filosofia, nuova scienza, nuova psicologia, nuova logica… Non più le scissioni, le astrazioni, di fede e ragione: Gesù mai ne ha parlato, ci ha invece insegnato il sentiero della coscienza spirituale e psicofisica, del cuore, che matura nella luce serena (dunque ogni uomo, anche un ateo, è, con i suoi doni, in tale andare verso il Signore). Nuova vita dunque perché in questo cammino si vive e si vede ogni cosa in modo sempre nuovo, semplice e profondo. Non a caso Maria ha detto che il suo cuore immacolato trionferà.
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