Munchau: quando è fallito il sogno federalista europeo? la nostra risposta qui
di SCENARIECONOMICI (Leoniero Dertona)
Wolfgang Muchau è un federalista europeo, uno che sogna gli Stati Uniti d’Europa. Però è anche un analista politico sufficientemente onesto dal distinguere il “Sogno” , dalla realtà dei fatti. In un post sul suo blog “EuroIntelligence” che vi invitiamo a seguire, prende atto del allimnto el “Sogno europeo”. Eccovi un estratto:
“Quando combatti per una causa che non si concretizza, a che punto riconosci e ammetti la sconfitta? Ci sono alcune cause per le quali potresti voler continuare a combattere, qualunque cosa accada, come i diritti umani o il cambiamento climatico. L’integrazione europea rientra in questa categoria? Per me non lo è. La mia più grande area di disaccordo con i miei colleghi federalisti europei non è in ciò che pensiamo sia auspicabile. Ciò su cui non siamo d’accordo è dove si trova la linea di demarcazione tra realpolitik e pio desiderio.
Un buon esempio si è verificato questo fine settimana. Lo sciocco che ha commesso il crimine di dire quello che pensano tutti nell’SPD è stato Kay-Achim Schönbach. Fu costretto a dimettersi da capo della Marina tedesca per aver rivelato al mondo che l’alleato naturale della Germania è la Russia.
La Germania gioca anche un gioco non cooperativo nell’unione monetaria dell’UE, attraverso un modello economico che fa affidamento su ampi avanzi di risparmio. Che la questione sia economica o di politica estera, altri stati membri sono stati riluttanti a sfidare la Germania.
……
Se solo. Sono giunto alla conclusione che questa nave è salpata. Una volta capito questo, le conseguenze sono di vasta portata. Se una corretta unione economica costituisce la prima opzione migliore, non ne consegue logicamente che un’unione economica disfunzionale sia la seconda migliore. Forse credi che l’unione economica possa ancora realizzarsi. Questo è abbastanza giusto. Ma se non lo fai, devi farti alcune domande piuttosto preoccupanti. Questo è il punto in cui mi trovo. Una delle domande è questa: anche se la soluzione europea è ottimale, è possibile che l’alternativa nazionale sia superiore a un ibrido malfunzionante?
Pongo la domanda nella consapevolezza che la più grande minaccia all’integrazione europea deriva dalle aree in cui opera male. Il mercato unico e le dogane hanno successo. Così sono la politica commerciale e della concorrenza. Ma il coordinamento delle politiche macroeconomiche è stato un persistente fallimento. E la politica estera e di sicurezza si sta muovendo nella stessa direzione.”
la crisi ucraina ha messo in ampia evidenza le mancanze di questa unione, soprattutto, come ricorda Muncha, quando una bella fetta i stati, in primis la Germania, ma in secondis anche la Croazia, che della nazione teutonica è appendice, si sono messe a chiaramente sabotare gli sforzi della nato non solo a favore di Kiev, ma perfino delle Repubbliche baltiche. Ora nessuno vuole “Morire pe Kiev”, come nessuno voleva “Morire per Danzica”, ma è chiaro, anzi evidente, che il governo tedesco agisce in modo autonomo contro gli alleati europei e Nato. Non solo nel settore strategico militare, dove cerca la per lui ovvia soluzione di un nuovo patto Molotov Ribbentrop, ma anche nel settore energetico, dove sabota Italia e Francia, o in quello industriale,
L’uropa non poteva avere successo perchè nasceva non dal vero desiderio di unione, ma da esigenze politiche interne divergenti:
- la Germania del 1992 voleva far accettare la propria unificazione ripartire nel suo cammino imperiale;
- la Francia voleva rimanere economicamente agganciata alla Germania, ma contenendola;
- l’Italia cercava da un lato un’accettazione a un lato, e dall’altro uno strumento di vincolo e repressione esterno per placare le domande delle classi sociali più povere.
Il progetto era tarlato sin dall’inizio, non poteva che crollare. Aggiungiamo una moneta sbagliata , senza la previsione di misure anticicliche, ma solo procicliche, e avevamo il mix perfetto. C’è voluta una massiccia repressione informativa e politica p arrivare a oggi, ma dopo la Brexit molto è cambiato e i nodi stanno per arrivare al pettine.
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