Il Canada, nel silenzio globale, sta reprimendo brutalmente il Freedom Convoy
da L’INDIPENDENTE (Raffaele De Luca)
In Canada, precisamente ad Ottawa, la polizia sta reprimendo fortemente le proteste dei cittadini contro le misure governative anti Covid, iniziate grazie ad un gruppo di camionisti canadesi – ribattezzato Freedom Convoy – che più di tre settimane fa ha raggiunto la capitale con lo scopo di bloccarla. Parliament Hill, zona che ospita gli edifici del Parlamento del Paese e che ha rappresentato il cuore delle proteste, è infatti stata grossomodo sgomberata dalle forze dell’ordine, con i poliziotti che a partire da venerdì mattina hanno arrestato 170 persone e rimorchiato 53 veicoli. Nel farlo, però, gli agenti hanno attuato condotte alquanto violente, ma nonostante ciò i media mainstream di fatto non hanno posto la lente di ingrandimento sulla repressione messa in campo. In tal senso, nella giornata di sabato gli agenti hanno usato spray al peperoncino e granate stordenti contro i manifestanti, mentre in quella di venerdì alcune persone sono state buttate a terra e schiacciate dalla polizia a cavallo.
Per questo, la polizia ha ricevuto diverse chiamate da parte dei cittadini, scossi per il modo in cui sono stati trattati i manifestanti. Tuttavia, le forze dell’ordine hanno minimizzato la vicenda, chiedendo ai cittadini di smettere di fare telefonate del genere. La polizia ha infatti affermato che le persone gettate a terra dai cavalli si sarebbero alzate e che non vi sarebbe stato alcun ferito, ed inoltre ha giustificato l’accaduto sostenendo che una bicicletta sarebbe stata lanciata contro un cavallo facendolo inciampare. In più, secondo le forze dell’ordine i manifestanti avrebbero aggredito gli ufficiali con “armi che giustificavano il dispiegamento, da parte loro, di armi da impatto a medio raggio”.
A tutto ciò si aggiungano anche le vere e proprie minacce da parte del capo della polizia ad interim di Ottawa Steve Bell, il quale nella giornata di sabato ha affermato che la polizia cercherà di identificare le persone coinvolte nella protesta così da attuare nei loro confronti «sanzioni finanziarie e accuse penali», aggiungendo che l’indagine «andrà avanti per i mesi a venire». «Questa occupazione illegale è finita», ha inoltre affermato Bell, precisando che la polizia continuerà comunque ad effettuare operazioni di contrasto «fino a quando non sarà completata la missione». Il rischio infatti risiederebbe nel fatto che la protesta potrebbe semplicemente spostarsi in qualche altro luogo della città. «Siamo a conoscenza di manifestanti che lasciano il distretto parlamentare per trasferirsi nei quartieri circostanti, ma non andremo da nessuna parte finché non avrete riavuto le vostre strade», ha detto in tal senso Bell rivolgendosi ai cittadini di Ottawa.
A tal proposito, poi, non si può non citare un tweet con cui il governo canadese, poche ore prima dell’esplosione della repressione della polizia ad Ottawa, ha sostanzialmente condannato l’assenza di democrazia a Cuba giudicando in maniera negativa il modo in cui sono state gestite le proteste del luglio 2021 e sostenendo fermamente la “libertà di espressione e il diritto a un’assemblea pacifica libera da intimidazioni”. Affermazioni che non solo risultano quasi ironiche in virtù del modo in cui si stanno gestendo le proteste canadesi, ma che confermano ancora una volta come i paesi democratici ed economicamente avanzati siano sempre pronti a condannare le violazioni dei diritti umani che si verificano al di fuori dei loro confini salvo poi attuare anche essi una repressione brutale. Una repressione – quella messa in campo ad Ottawa – che come anticipato non è stata in alcun modo condannata a livello mediatico né ha determinato una presa di posizione da parte della politica nonostante si stia appunto verificando in un paese democratico, dove in maniera alquanto netta il diritto a manifestare delle persone è stato sostanzialmente vietato.
Detto ciò, il modus operandi che si è attuato ad Ottawa rischia tra l’altro anche di essere fine a se stesso, dato che anche in altre città canadesi i cittadini stanno continuando a manifestare nonostante tutto. A Calgary, ad esempio, ieri le persone sono scese in strada per protestare contro le restrizioni anti Covid e per mostrare altresì sostegno proprio alle proteste di Ottawa, ed inoltre manifestazioni vi sono state anche a Quebec City ed a Toronto, dove tra l’altro la polizia ha chiuso diverse strade del centro per il terzo fine settimana consecutivo.
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