Israele sostiene inoltre di essere responsabile di 400 attacchi contro obiettivi iraniani in Siria. Fonti iraniane a Damasco affermano che questa rivendicazione di attacchi è inventata e imprecisa e che molti attacchi hanno colpito obiettivi di nessun valore, cucine, siti abbandonati e solo occasionalmente siti contenenti depositi di armi che sono stati distrutti.
Israele sostiene di puntare a indebolire l’alleanza fra Iran e Siria. Tuttavia, non è riuscito a creare una distanza tra i due Paesi. Lo ha dimostrato la visita del presidente Bashar al-Assad lo scorso maggio a Teheran. Assad ha ribadito la necessità della presenza dei consiglieri militari iraniani nel suo Paese e la continua cooperazione tra i due governi a tutti i livelli. Subito dopo la sua visita, due petroliere iraniane hanno raggiunto la raffineria di Baniyas per aiutare Damasco nella crisi petrolifera causata dall’occupazione statunitense del nord-est della Siria, che è il serbatoio dell’energia (e del cibo) siriana. Anche le dure sanzioni statunitensi del “Caesar Act” giocano un ruolo influente nel colpire la popolazione siriana e nell’indebolire il governo centrale di Damasco, avvicinandolo ulteriormente a Teheran.
Non è escluso che gli oligarchi russi vicini a Tel Aviv abbiano perso il privilegio dell’autorità e del sostegno a Israele con il presidente Vladimir Putin, soprattutto dopo che gli aiuti militari e politici israeliani sono confluiti in Ucraina. Oltre al severo avvertimento lanciato dall’Iran che qualsiasi attacco israeliano contro i propri asset in Siria sarà seguito da una risposta immediata, Teheran ha confermato che non sarà sola ad affrontare Israele perché anche il Libano e la Siria fanno parte dell’”Asse della Resistenza”.
La Russia ha sempre preso le distanze e si è estraniata dal conflitto fra Iran e Israele in Siria. Tuttavia, gli attacchi israeliani miravano a paralizzare le connessioni economiche siriane (il porto e l’aeroporto) e a colpirne le infrastrutture, non solo i carichi di armi che quotidianamente affluiscono dall’Iran alla Siria attraverso i confini terrestri.
L’Iran ha fornito alla Siria fabbriche di missili di precisione. Teheran ha offerto sistemi di difesa aerea a Damasco, soprattutto dopo i continui ritardi nella sostituzione dei sistemi antiaerei russi in Siria, molti dei quali sono stati danneggiati o distrutti dagli attacchi israeliani.
Fonti iraniane a Damasco ritengono che “Israele comprenda solo la logica della forza e che il primo ministro Naftali Bennett non sia riuscito – come i suoi predecessori – a dividere l’Iran dalla Siria”. Al contrario, oggi le relazioni fra Siria e Iran sono diventate molto più forti a causa dei continui attacchi israeliani, dell’atteggiamento positivamente neutrale della Russia e delle dure sanzioni statunitensi contro Assad.
Di conseguenza, spetterà alla leadership siriana cercare un modo per ristabilire l’equilibrio e imporre a Israele una deterrenza che può essere raggiunta solo con la ferma decisione di rispondere a ogni attacco israeliano. Il presidente siriano teme lo scoppio di una nuova guerra con Israele, mentre le sue forze sono concentrate a impedire alla Turchia di annettere altri territori nel nord. La minaccia dei jihadisti e degli alleati della Turchia a Idlib e dintorni non si è mai fermata, così come gli attacchi di ciò che è rimasto dell’ISIS.
Tuttavia, l’Iran non è vincolato alle decisioni di Assad e può rispondere a Israele in modi diversi, in teatri diversi e direttamente quando necessario. Per questo motivo l’ultimo avvertimento è stato inviato da Mosca e spetterà a Israele decidere se attaccare obiettivi iraniani in Siria o limitarsi ad attaccare solo l’esercito siriano.
Israele gode di protezione internazionale e conosce il linguaggio della guerra, delle uccisioni, degli assassini e delle azioni di sabotaggio. Attacca qualsiasi Paese con la formula dell’attacco preventivo, se il governo è incapace di reagire. Ha colpito il porto di Latakia, Mezzeh, gli aeroporti di Aleppo e Damasco, distruggendo obiettivi sia militari che civili. Israele ha utilizzato il territorio siriano come campo di addestramento e di manovra per l’aviazione e i suoi missili a lungo raggio. Mentre la Russia vuole che Damasco punti solo sulle proprie risorse e si allontani dall’influenza iraniana, l’approccio morbido di Mosca nei confronti di Israele scoraggia fortemente la Siria dal prendere le distanze dall’Iran. Gli interessi di Stato della Russia non sempre convergono con quelli della Siria.
Ma che cosa ha ottenuto Israele dopo dieci anni di bombardamenti? Ha solo ostacolato, non eliminato, la presenza dell’esercito iraniano e dei suoi alleati. Ogni carico di armi distrutto è stato sostituito da un altro il giorno successivo. Se Israele bombarda le autostrade per rallentare il movimento delle truppe, l’Iran e Hezbollah usano le strade secondarie. Se Israele colpisce siti di armi in superficie, l’Iran costruisce strutture sotterranee. Finora, l’”Asse della Resistenza” si è astenuto dall’usare armi avanzate perché queste sono fatte per essere usate in tempo di guerra per colpire il morale del nemico, causare esitazione tra le forze attaccanti e imporre un cessate il fuoco di fronte a nuove armi letali.
Israele e la Russia hanno contribuito ad avvicinare Damasco a Teheran come mai prima d’ora. Di conseguenza, la nuova posizione di Mosca non cambierà di molto il comportamento di Israele, se non quando i missili iraniani cominceranno a cadere sul territorio israeliano e infliggeranno a Israele colpi significativi. Pertanto, tale decisione è nelle mani del Presidente Bashar al-Assad e di nessun altro. Solo lui può imporre la deterrenza a Israele, indipendentemente da ciò che l’Iran può e vuole fare.
Commenti recenti