Mezza Europa in recessione (anche l’Italia)
di DIARIO DEL WEB (Redazione)
E’ il quadro di sintesi fornito del direttore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, Alfred Kammer, nell’articolo che accompagna l’Outlook aggiornato sull’Europa.
Questo inverno «più della metà dei paesi dell’area euro registrerà recessioni tecniche, con almeno due trimestri consecutivi di contrazione del prodotto». E sul prossimo anno i livelli di produzione e reddito attesi risultano ora di circa 500 miliardi di euro più bassi rispetto a quelle che erano le previsioni prima della guerra in Ucraina. E’ il quadro di sintesi fornito del direttore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, Alfred Kammer, nell’articolo che accompagna l’Outlook aggiornato sull’Europa.
Intanto l’inflazione resterà elevata: 6% in media nelle economie europee avanzate il prossimo anno e 12% nelle economie emergenti. «Crescita e inflazione potrebbero entrambe peggiorare rispetto a queste previsioni», dice Kammer che intitola il suo intervento: «l’Europa deve gestire un miscuglio tossico fatto da alta inflazione e crescita fiacca».
«Ulteriori problemi alle forniture energetiche causerebbero altri danni», prosegue lo studio. «Ma anche senza nuovi cali agli approvvigionamenti, l’inflazione rischia di restare alta più a lungo».
Il direttore del dipartimento europeo del Fmi aggiunge tuttavia che vi sono «speranze che i prezzi smettano di aumentare e che inizi un progressivo declino dei tassi di inflazione nel corso del 2023».
Secondo l’istituzione di Washington le autorità monetarie di bilancio devono soppesare i molteplici aspetti del quadro attuale per essere pronte ad aggiustare, se necessario, le rispettive politiche.
Ad esempio, le banche centrali devono continuare a inasprire la linea monetaria per far abbassare l’inflazione. Ma se gli sviluppi del carovita dovessero segnare moderazioni, oppure se si verificasse un aggravamento della recessione, o se entrambe queste eventualità si materializzassero «sarebbero opportune alcune riconsiderazione delle policy», avverte Kammer.
Nel frattempo le politiche di bilancio devono ripristinare dei margini e aiutare la politica monetaria a contrastare l’inflazione, che concretamente significa iniziare a risanare i conti dal 2023.
Al tempo stesso, tuttavia, le politiche economiche devono anche aiutare ad arginale l’impatto dei rincari dell’energia e «questo suggerisce che il ritmo di consolidamento potrebbe venir rallentato per alcuni mesi», osserva l’esponente del Fmi.
Infine serviranno riforme per migliorare la produttività, attenuare le restrizioni sui mercati di energia e sul mondo del lavoro e espandere la generale capacità produttiva.
L’Outlook sull’Europa riprende le previsioni del World Economic Outlook pubblicato due settimane fa e che ha operato marcate revisioni al ribasso sulle attese di crescita per il prossimo anno. Per l’Italia indica un’espansione del 3,2% quest’anno e una recessione dello 0,2% nel 2023, cui dovrebbe seguire una ripresa al +1,3% di crescita nel 2024.
Sull’insieme dell’area euro il Fmi stima una crescita del 3,1% quest’anno, un marcato rallentamento al più 0,5% sul 2023 e una parziale ripresa al più 1,8% nel 2024. Sempre l’istituzione di Washington prevede recessione economica anche in Germania nel 2023, con un meno 0,3% del Pil dopo il più 1,5% di quest’anno e un ritorno a questo valore di crescita del 2024.
Fonte: https://www.diariodelweb.it/economia/articolo/?nid=20221023-549815
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