Stentrode: il primo dispositivo interfaccia cervello-computer impiantato nell’essere umano
di Resistenze al nanomondo (redazione)
Risale ormai all’Estate dell’anno scorso la notizia che la FDA (Food Drugs Administration), agenzia americana che si occupa tra le varie cose della sicurezza di farmaci e alimenti, ha approvato l’avvio dei test clinici per il primo impianto cerebrale ad alta tecnologia sull’essere umano in persone affette da paralisi. Il dispositivo interfaccia cervello-computer si chiama Stentrode ed è stato progettato e sviluppato da Synchron, sturtup di punta nel settore delle neurotecnologie.
Per questo progetto i finanziamenti iniziali sono stati forniti dalla US Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) e dal Dipartimento della Difesa (DoD). A seguire anche il National Institutes of Health (NIH), Gates con Gates Frontier e Bezoz con Expeditions hanno elargito le somme necessarie per la messa a punto di una nuova tecnologia di interfaccia endovascolare cervello-computer.
Synchron ha battuto sul tempo Neuralink per la prima approvazione della FDA proprio grazie al suo dispositivo che può essere impiantato senza intervento chirurgico, ma con una procedura poco invasiva: questo non viene impiantato direttamente nel cervello, ma viene connesso a quest’ultimo tramite i vasi sanguigni.
Questa prima autorizzazione, come avviene sempre in questi casi, farà non solo da apripista ad altre autorizzazioni, ma incentiverà ricerca e sviluppo in questa direzione, permettendo anche di cambiare l’intero corso di un settore. Anche il più noto Musk con Neuralink sta aspettando l’autorizzazione per testare il suo dispositivo, al momento i suoi scienziati si devono accontentare di seviziare con terribili esperimenti di vivisezione numerosi primati, scuola necessaria per passare agli umani e poter in questo modo giustificare qualsiasi pratica altrimenti ingiustificabile.
Il CEO di Synchron ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di essere in grado di ricevere dati da tutte le aree del cervello per un ripristino, trattamento e mappatura delle attività elettriche del cervello”. La mappatura del cervello ci rimanda al Human Brain Project (Brain Research Through Advancing Innovative Neurotechnologies) – il corrispettivo del Progetto Genoma umano – un progetto di ricerca avviato nel 2013 con l’obbiettivo di creare una simulazione informatica del completo funzionamento del cervello umano. Questo progetto è stato reso possibile dal finanziamento di un miliardo di euro stanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma “Tecnologie Future ed Emergenti” (FET- Future and Emerging Technologies) che insieme a questo aveva finanziato anche il Progetto Graphene.
Human Brain Project a seguire ha visto finanziamenti da parte dell’Istituto Nazionale per la Salute (NHI), dell’Agenzia dell’esercito americano per i progetti avanzati di ricerca (DARPA) e tra i soggetti spicca anche l’Università Rockefeller impegnata in un team di ricerca.
L’interconnessione tra i progetti Cervello Umano e Grafene sarà sempre più evidente, sono anni che è in avvio questa convergenza, adesso siamo a quel punto. Il Grafene è un nanomateriale fondamentale per lo sviluppo dell’elettronica su scala nano e micro e può essere usato come superconduttore, assorbitore di onde elettromagnetiche, trasmettitore e ricevitore di segnali proprio per le sue particolari proprietà dal punto di vista fisico, termodinamico, elettronico e magnetico. Sono stati sviluppati nuovi impianti cerebrali a base di grafene, interfacce cervello-computer di nuova generazione, Andrea C. Ferrari, responsabile scientifico e tecnologico della Graphene Flagship, afferma: “La Graphene Flagship ha riconosciuto presto il potenziale del grafene e dei materiali stratificati per applicazioni biologiche. Questo notevole lavoro ci avvicina alle applicazioni in questo settore, con un nuovo strumento abilitato dalle proprietà uniche del grafene”.
Quando i ricercatori affermeranno di aver mappato l’intero cervello umano questo non significherà che avranno raggiunto una sua completa comprensione, ma significherà che lo avranno semplificato, impoverito e ridotto a livello di una macchina. Come per quanto riguarda la riprogettazione del vivente attraverso la biologia sintetica renderanno la mente umana funzionale agli imperativi del paradigma laboratorio.
Sulla pagina internet della startup Synchron si legge: “I vasi sanguigni forniscono accesso a tutte le regioni del cervello e su larga scala, senza aver bisogno di procedere chirurgicamente. Il nostro primo obiettivo è la corteccia motoria per il trattamento della paralisi, che rappresenta una necessità impellente per milioni di persone in tutto il mondo e un’opportunità di mercato di 20 miliardi di dollari”. Non nascondono i profitti che trarranno dall’apertura di questo nuovo bioneuromercato, ma il fine non è semplicemente ottenere dei nuovi profitti e il trattamento di determinate patologie sarà il pretesto e il trampolino di lancio per universalizzare i loro dispositivi a persone sane e quindi al mondo intero, o almeno dove la propaganda sarà riuscita a far passare la necessità di simili impianti. Per le persone affette da disabilità o determinate patologie verrà prima instillata e poi venduta l’illusione di una possibile terapia che per le persone sane diventerà la possibilità di quello che verrà considerato come un miglioramento. Non sarà un miglioramento, ma un continuo adattamento in una società biomedicalizzata, perché non vi sarà mai fine, ottenuto un trattamento renderanno fondamentale anche il successivo.
Esplicite le parole di Musk per capire dove vogliono arrivare: “La visione a lungo termine è creare dispositivi sufficientemente sicuri e potenti da essere desiderati da individui sani”. Il primo passo sarà l’applicazione per persone affette da determinate patologie per poi estendersi a tutti in un processo che non verrà imposto, ma che vedrà la creazione del desiderio di voler un dispositivo sotto pelle e di voler implementarsi.
Pensiamo ai farmaci psicotropi che vengono prescritti per il trattamento di così dette “patologie” come la depressione o l’iperattività che possono essere usati da persone sane come “accrescimento” delle proprie “performance”, “meglio che in buona salute” riprendendo uno degli infelici slogan della Pzifer. Questi farmaci creano la condizione per cui, una volta normalizzato il loro uso, diventano poi indispensabili per ciò che verrà ritenuto l’ottimale prestazione, in un circuito che non vedrà mai fine.
Il nostro corpo costituirà un handicap e si normalizzerà l’idea di un essere umano infinitamente incompleto e inadatto, da implementare e ottimizzare inseguendo una continua bioperfettibilità che arriverà a negare proprio quello che ci contraddistingue come umani dalle macchine e dai circuiti cibernetici. L’esistenza sarà totalmente protocollata e sottoposta ai dettami degli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale che in tempo reale analizzeranno i parametri delle funzioni biologiche dei corpi: anche la vita diventerà un bene da dover gestire e massimizzare. Anche la vita sarà sottoposta all’ossessione della calcolabilità effettiva per la previsione di ogni possibile patologia o problematicità che dovrà poi essere preventivamente affrontata con terapie geniche a mRNA o a DNA ricombinante.
Dei passaggi che un tempo avrebbero necessitato di più tempo oggi in tempi di emergenza permanente e di transizione digital-ecologica si fanno più veloci. Come ha chiaramente espresso a Davos Harari, consigliere di Klaus Schwab: “Il Covid è fondamentale perché questo è ciò che convince le persone ad accettare, a legittimare, la sorveglianza biometrica totale. Se vogliamo fermare questa epidemia, non dobbiamo solo monitorare le persone, dobbiamo monitorare ciò che sta accadendo sotto la loro pelle”.
Sono passaggi fondamentali che vanno compresi nel profondo e in ciò che trasformano qui e adesso. Sono soglie e una volta superate non si può più tornare indietro. Sono dei transiti che stanno dirottando l’umanità nel Metaverso virtuale, in un mondo sintetico e artificiale che verrà concepito come l’unica possibilità con un controllo totale degli spazi che si allargherà verso i corpi tutti. Preparandoci al peggio creiamo nuove forme di Resistenza.
Fonte: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/verso-il-controllo-totale-delle-nostre-menti/
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