L’incursione nell’oblast di Belgorod: Kiev punta sulla guerra asimmetrica?
da ANALISI DIFESA (Gianandrea Gaiani)
(Aggiornato alle 8,45)
Gli scontri protrattisi per circa 24 ore sul territorio della regione russa di Belgorod, alla frontiera con l’Ucraina, si sono conclusi con l’annuncio di Mosca di aver liquidato 70 “nazionalisti ucraini” infiltratisi dal confine come ha reso noto il ministero della Difesa russo che ha parlato di operazione antiterrorismo.
“Le formazioni nazionaliste sono state bloccate e sconfitte” grazie ad attacchi aerei e al fuoco di artiglieria. “Il regime di Kiev, dopo aver subito una sconfitta nella città di Artemovsk (Bakhmut), è passato all’attuazione di azioni terroristiche contro la popolazione civile: una formazione nazionalista ucraina ha invaso il territorio della Federazione Russa”. Nell’operazione antiterrorismo, si precisa, “più di 70 terroristi ucraini e quattro veicoli blindati sono stati distrutti”, mentre “il resto dei nazionalisti è stato ricacciato in territorio ucraino”.
“La Russia sta passando momenti difficili, ma ciò porterà a un forte consolidamento”, ha detto il presidente Vladimir Putin il cui portavoce, Dimitry Peskov, ha detto che il Cremlino è “profondamente preoccupato” dall’incursione avvenuta nella regione di Belgorod, che secondo le autorità locali ha portato alla morte di un civile e al ferimento di altri 13, oltre che alla distruzione di una trentina di case e all’evacuazione temporanea di nove villaggi dove gli attaccanti avrebbero impiegato veicoli 4×4, mortai, lanciarazzi e droni.
il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram ha riferito che gli abitanti di nove insediamenti sono stati evacuati in centri di accoglienza temporanea allestiti a Stary Oskol, nel distretto di Yakovlevsky, e nel distretto di Ivnyansky, “a causa della penetrazione del gruppo ucraino di sabotaggio” nel distretto di Graivoron, a meno di 10 chilometri dal confine ucraino.
Sotto attacco prima la cittadina di Kozynka meno di due chilometri dal confine, poi il capoluogo del distretto Graivoron. La penetrazione è avvenuta lungo la frontiera russa-ucraina circa una cinquantina di chilometri a a sud di Sumy e altrettanti a nord di Kharkiv
I russi sembra abbiano convolto nelle operazioni unità militari, guardie di frontiera, personale dei servizi di sicurezza interna (FSB) e della Guardia Nazionale (Rosvgardia) mentre il governatore di Belgorod ha introdotto il “lo stato d’emergenza per operazioni antiterrorismo, che stabilisce misure speciali e restrizioni temporanee”.
Insorti russi
“L’Ucraina sta seguendo gli eventi nella regione russa di Belgorod con interesse (…) ma non ha nulla a che fare con essi” ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, “Come sapete, i carri armati sono venduti da qualsiasi mercante d’armi russo e i gruppi di guerriglieri clandestini sono composti da cittadini russi”, ha aggiunto sottolineando che Kiev attribuisce l’azione a dissidenti armati russi.
Anche gli Stati Uniti hanno preso le distanze dagli attacchi in territorio russo e un portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha affermato che Washington “non incoraggia e non agevola attacchi all’interno della Russia”. Il portavoce si è detto “scettico” sui reportage e le ricostruzioni via social secondo cui coloro che hanno effettuato gli attacchi erano equipaggiati con mezzi di produzione statunitense.
Washington ha sempre preso le distanze dagli attacchi in territorio russo e Kiev non ha mai rivendicato azioni, sabotaggi e attentati messi a segno nella Federazione Russa (anche per non irritare gli alleati della NATO che temono l’escalation del conflitto) mentre Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence Ucraina, ha affermato che “il Corpo dei Volontari Russi e la Legione per la libertà della Russia, composte da cittadini russi, hanno lanciato un’operazione per liberare quei territori di Belgorod dal regime di Putin e creare una fascia di sicurezza a protezione della popolazione ucraina”.
Obiettivo un po’ troppo ambizioso per poche decine di uomini su veicoli ruotati la cui ambizione poteva essere limitata solo a compiere un raid che mettesse in luce la vulnerabilità dei confini russi a operazioni “mordi e fuggi”.
Yusov ha fatto inoltre sapere che nell’operazione erano coinvolti “solo cittadini russi”, riferendosi ai miliziani del gruppo Legione per la libertà della Russia che ha rivendicato l’incursione condividendola con il Corpo dei Volontari russi riconducibili a gruppi neonazisti. e che aveva già firmato un attacco nell’oblast di Belgorod in marzo.
Costituito nel luglio 2022, è composto da nazionalisti russi di estrema destra. Secondo il Financial Times, il gruppo è guidato dal 38enne Denis Nikitin, noto anche come Denis Kapustin, appassionato di arti marziali, creatore della linea di abbigliamento White Rex con simboli neonazisti e del suprematismo bianco.
Noto anche negli ambienti dell’estrema destra europea, ha vissuto in Germania e nel 2019 è stato bandito per dieci anni dall’Area Schengen per il suo estremismo.
Dopo l’attacco russo all’Ucraina ha diffuso un video in cui diceva di detestare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ma che ora la priorità era combattere dalla parte dell’Ucraina contro Putin.
La Legione per la libertà della Russia sarebbe composta in parte da disertori e combatte dal marzo 2022 al fianco degli ucraini. Non a caso, benché Kiev sottolinei che i membri del commando che ha compiuto il raid fossero tutti russi, i veicoli e le armi mostrati dai russi sono dello stesso tipo di quelli forniti a Kiev dagli alleati occidentali.
L’ex deputato russo Ilya Ponomarev, vicino ai movimenti di estrema destra che hanno rivendicato l’incursione e in esilio dal 2014, ha detto in un’ìntervista al New York Times che una decina di guardie di frontiera russe sono state catturate nell’attacco.
Quale impatto?
Non si può escludere che le foto diffuse via social (che illustrano questo articolo) siano una montatura frutto della propaganda russa e si riferiscano a mezzi colpiti al fronte e non nella regione di Belgorod ma resta difficile credere (anche considerando il luogo dove è avvenuto l’attacco) che la manovra dei sabotatori non abbia preso il via dal territorio ucraino e quindi dalle linee militari ucraine lungo il confine.
Restano dubbi e perplessità circa la dinamica e l’entità dell’attacco. Fonti russe hanno mostrato le immagini di mezzi e armi, quasi tutti di tipo occidentale, distrutti o abbandonati dai sabotatori ma finora non i corpi dei nemici uccisi né eventuali prigionieri benché alcuni canali Telegram russi avessero riferito ieri pomeriggio che almeno 5 sabotatori erano stati presi vivi.
La Legione nega le perdite dichiarate da Mosca e sostiene via Telegram di aver “smilitarizzato una compagnia motorizzata delle forze armate russe e distrutto diversi veicoli blindati”.
Dalle immagini diffuse da diversi canali Telegram militari russi i sabotatori avrebbero lasciato sul terreno 2 veicoli statunitensi M1224 MaxxPro (catturati intatti dai russi), 2 HMMWV M1151A1 (danneggiate), un veicolo protetto HMMWV M1152A1 (distrutto), un veicolo protetto di costruzione ucraina KrAZ Cobra e uno polacco AMZ Dzik-2 entrambi distrutti.
L’attacco a Belgorod può costituire una risposta alla caduta di Bakhmut non solo perché si tratta di eventi ravvicinati ma perché è possibile che, come sostiene Mosca, l’attacco dei sabotatori avesse il compito di distrarre i media dalla vittoria russa nella città del Donbass che ha costituito un duro colpo per Kiev tenendo anche conto che anche Marynka e Avdiivka (lungo la linea difensiva di Donetsk) sembrano sul punto di cadere in mano russa.
E che la situazione sul fronte di Donetsk sia delicata lo confermano le visite ai militari schierati a Marynka e Vuledar, subito dopo la caduta di Bakhmut, da parte di Zelensky e del generale Sirsky (a capo dell’Esercito) ma non del capo di stato maggiore della Difesa, generale Valery Zaluzhny che i russi affermano di aver ferito gravemente a inizio maggio in un bombardamento.
Kiev nega ma da tempo il popolare generale non appare in pubblico. In ogni caso circa l’incursione oltre il confine russo le rispettive propagande si sono adeguate alle esigenze belliche. I media russi ieri hanno in molti casi appena citato l’attacco nell’oblast di Belgorod dando invece ampio spazio alla vittoria di Bakhmut, che è stata ignorata o minimizzata dai media ucraini che invece hanno dato ampio spazio all’attacco e al ruolo degli insorti russi.
L’incursione nell’oblast di Belgorod ha raggiunto almeno tre obiettivi:
- ha messo in luce le carenze russe nel controllare capillarmente i confini con gli oblast di frontiera con l’Ucraina di Bryansk (dove nei giorni scorsi sono stati abbattuti due aerei da combattimento e due elicotteri in 24 ore) e Belgorod
- ha sviato l’attenzione dell’opinione pubblica ucraina e occidentale dalla sconfitta a Bakhmut
- seminare il panico tra i cittadini russi della fascia di confine per minare il consenso a Putin con la minaccia alla sicurezza e la presenza di miliziani russi
In quest’ottica l’Ucraina sembra minacciare Mosca di potenziare le incursioni lungo il confine scatenando una “mini guerra asimmetrica” che si affianca a quella simmetrica che si combatte sulla linea del fronte.
Opzione praticabile in modo non sporadico solo disponendo di ampie forze addestrate a questo tipo di guerra e di molti fiancheggiatori nei territori russi di confine.
Se così fosse i russi potrebbero valutare di istituire una fascia di sicurezza in territorio ucraino a protezione dei propri confini contro le infiltrazioni tenendo anche conto del rischio, più volte evidenziato da Analisi Difesa, che l’esercito ucraino tenti di effettuare offensive strutturate per penetrare nelle regioni russe di frontiera.
Di certo l’attacco ha di nuovo scatenato il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, che non ha perso l’occasione per attaccare i vertici militari di Mosca.
“Ma dov’erano i militari quando il gruppo di sabotatori è penetrato? Questa è una grande domanda che dovrebbe essere posta alla leadership militare. Per quanto ne so, il ministero della Difesa non si preoccupa di rinforzare i nostri confini, da dove potrebbe arrivare l’esercito ucraino. Sono obbligati a farlo, è loro dovere difendere il Paese”.
Difficile però valutare se l’attacco nell’oblast di Belgorod avrà un impatto sul consenso di Putin. Il direttore del Servizio federale tedesco per le informazioni (BND), Bruno Kahl, ha detto all’emittente televisiva N-TV che in Russia la critica pubblica alla condotta della guerra contro l’Ucraina non costituisce un pericolo per “il sistema” che fa capo al Putin.
Foto Milinfolive e RVvoenkor
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