All’interno delle dinamiche sociali riusciamo a trovare una ciclicità
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
All’interno delle dinamiche sociali riusciamo, anche nelle moderne società complesse (aggettivo che in questo caso vuol dire tutto e niente, ma spiega meglio di altri), a trovare una ciclicità.
I cicli possono essere brevi (un governo, una bolla speculativa)
Medi (un ciclo economico di ascesa e discesa, un ciclo del debito, alternanza pace/guerra)
Lunghi (cicli di accumulazione capitalista o egemonia politica di uno Stato sugli altri)
Lunghi/caotici (il pendolo euroasiatico, ad esempio, si alterna di solito su tempi lunghi, ma a volte è saltato in mezzo secolo)
Lunghissimi (cicli demografici di macro-aree o civiltà in senso esteso)
Vi sono poi le contraddizioni, ovvero quando un sistema pone in essere nel suo sviluppo, quei meccanismi che poi ne imporranno il superamento (banalizzando: un governo X che governa per 40 anni, è un ciclo breve-medio, ma governando tanto si sclerotizza, attira personale arrivista e non preparato e questo stanca gli elettori che dopo 4decenni fanno salire l’opposizione).
Una delle peculiarità di questi tempi è la coincidenza di più cicli: chiusura impero americano, chiusura della fase di accumulazione neo-liberista, pendolo euro-asiatico che torna ad est (alcuni lo negano, ma il baricentro mondiale sta tornando ad est ormai da decenni), probabile chiusura di questo sistema-mondo con questo centro-periferia, ciclo demografico europeo, forse anche ciclo tecnologico con l’ascese delle IA e dello spazio (due grandi rotture).
Ieri riflettevo però su altri due micro-cicli, di cui uno ci riguarda da vicino:
1- La vittoria della destra nei paesi EuroMed (Spagna, Italia, Grecia), come negli anni 80 tutti eravamo governati da socialisti, poi abbiamo avuto il duetto Aznar-Berlusconi e poi Zapatero-Prodi. Abbiamo società simili, con problemi simili e per questo scegliamo percorsi simili (siamo inoltre influenzati dal feudatario di noi tutti: gli USA, ma credo che al riguardo siano dinamiche più endogene).
2- Proprio ieri parlavamo di USA e elezioni, siamo forse alla fine anche di un ciclo economico USA. Prima del ’29 vi era un modello liberista, dal ’29 ai ’70 circa un modello keynesiano e dagli ’80 siamo nel neo-liberismo (che contraddizione: pone l’ascesa per il modello rivale socialismo di mercato cinese). Potremmo essere davanti a un riadattamento degli USA alla sfida globale e quindi a una svolta keynesiana per sopravvivere portata avanti dal nuovo Kennedy? Lo vedremo.
Chiaramente, questa analisi è fallace, studiare i cicli non ha utilità concreta (saremo sicuramente smentiti), ma qualcuno deve pur provarci a fare ordine in questo caos.
Il mare è in tempesta e le acque sono scure, sta a noi tenere il timone e uscirne sani e salvi, evitando che le piroette della potenza egemone ci gettino a mare.
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