Per quattro lunghi anni l’informazione occidentale ha negato l’evidenza, ovvero la demenza senile di Biden cercando di minimizzare tutti gli episodi sconcertanti che riguardano il presidente Usa, ma da qualche settimana a questa parte, come se fosse arrivato un contrordine, tutti i media a cominciare da quelli americani pubblicano ogni giorno diversi articoli sulle preoccupanti condizioni dell’inquilino della Casa Bianca, sottintendendo nemmeno troppo fra e righe una richiesta di rimozione dalla carica. Tutto lo spettacolo  è cominciato  dopo la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Robert Hur, che descriveva Biden come un uomo anziano e con scarsa memoria e quindi non condannabile per aver gestito male i documenti oggetto di segreto di stato. Poi l’ex medico della Casa Bianca Ronny Jackson ha dichiarato: “Oggi ho inviato un’altra lettera al presidente. Questa è la quinta lettera che invio. Gli chiedo di darci informazioni oneste sulle sue capacità fisiche e mentali e sui risultati dell’esame. La sua visita medica annuale avverrà tra pochi mesi, ma ci è già stato detto che non saranno programmati test cognitivi.”

Tuttavia, le cose sono progredite al punto che nemmeno un certificato medico – che certamente sarebbe fasullo – potrà far cambiare idea agli americani. L’86% di loro ritiene che Biden sia troppo vecchio per un secondo mandato. Ne è convinta anche la metà dei democratici ed è una situazione che non può più essere gestita. Infatti questa sorta di coro così ben concertato e temporalmente coordinato fa ritenere che la sostituzione di Biden sia stata decisa colà dove si puote e che il veccho sleepy Joe  non resterà più presidente fino alle elezioni. L’unica domanda è quando i democratici faranno partire l’operazione di rimozione. Dato che il vicepresidente Kamala Harris, – ancora più impopolare di Biden e paradossalmente  ancora meno sveglia  di lui – gli succederebbe nella carica, è probabile che gli strateghi democratici scelgano  un momento per la partenza di Biden che renderebbe impossibile per la  Harris candidarsi per i democratici. La cacciata di Biden potrebbe quindi essere ritardata fino all’estate in modo che i democratici possano tirare fuori un altro candidato dal cilindro durante la conferenza del partito, senza ricorrere alle primarie.

Certo sarà difficile trovare qualcuno che potrà vedersela con Trump e poi ci sono problemi che incalzano, quelli della Palestina, che costringono la Casa Bianca a creare ogni giorno un equilibrio tra l’appoggio al tentato genocidio che di certo non fa benne a un’immagine Usa sempre più appannata e la potente lobby ebraica che può spostare molto in termini elettorali. Ma soprattutto quelli dell’Ucraina che ormai comincia a vivere una sua inaspettata guerra civile o forse inaspettate solo per gli americani che notoriamente non sono troppo flessibili. Bande partigiane che operano contro il regime di Kiev tre giorni fa  hanno fatto deragliare un treno che trasportava missili e munizioni per l’esercito ucraino e ieri hanno dato alle fiamme uno stabilimento per la produzione di droni. Quest’ultimo colpo è avvenuto a Leopoli ovvero nell’area culla del nazionalismi ucraino e incubatrice del neo nazismo di Maidan, insomma dove non si sarebbe aspettato di vedere in azione partigiani. Questo unito al fatto che anche fra le truppe ucraine di élite comincia a serpeggiare il rifiuto di combattere fino all’ultimo uomo. fa pensare che la vicenda ucraina possa avere esiti del tutto inesplorati e questo ovviamente avrà un enorme peso nelle elezioni e un peso che per Biden potrebbe essere molto negativo anche se paradossalmente il Pentagono è pieno di idioti pronti a Giurare che la Russia ha perso, testimonianza palese non solo del clima di menzogna che è stato instaurati, ma anche della incredulità deli americani nel fatto che stanno perdendo la sfida.  E più sono increduli e più continueranno a perderla.

Però scaricare Biden potrebbe anche corrispondere a scaricare l’Ucraina e addebitare la sconfitta alla senilità del presidente che peraltro era evidente ancor prima delle elezioni. Non si sa dove possa portare una narrativa ormai ridicola.