Lo sviluppo del capitalismo
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
Lo sviluppo del capitalismo e quindi del benessere nel mondo ricco è inseparabile storicamente dall’imperialismo e dal colonialismo. La creazione di un rapporto di soggezione tra diverse aree del mondo è stato un meccanismo centrale nei processi di accumulazione e produzione della ricchezza.
Ieri abbiamo citato il commercio triangolare, tra l’Africa che esportava schiavi, le Americhe che li accoglievano e in cambio producevano prodotti agricoli (cacao, caffè, cotone) e l’Europa che importava merci non lavorate che poi rivendeva in patria o in minima parte in Africa, da dove (con un surplus dato dal maggior valore dei prodotti venduti) ripartiva il ciclo.
Stesso meccanismo lo abbiamo visto in atto tra Inghilterra e India; l’India, al momento della colonizzazione era completamente autosufficiente in termini di produzione filati, durante il periodo coloniale vide invece calare drasticamente (con misure apposite) la produzione di panni lavorati a favore di produzione di fibre tessili, che venivano esportate a Manchester, qui lavorate dalla nascente industria e poi rivendute in Europa e India.
Così il mercato coloniale svolgeva il duplice ruolo di mercato esportatore di materie prime a basso costo, di distruzione di competitor commerciali e di importatore di merci in esubero.
Questo è alle fondamenta dell’attuale crisi del modello egemonico occidentale, la rottura dei precedenti equilibri centro-periferia.
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