Conflitto russo-ucraino: le origini (parte I) – Con Jacques Baud
da IL CONTESTO (Giacomo Gabellini)
Primo filmato di una trilogia dedicata al conflitto russo-ucraino. Sebbene continuino a trasferire incessantemente armi e finanziamenti all’Ucraina con l’apparente scopo di rimandare per quanto possibile l’inevitabile, i governi occidentali riconoscono ormai che il conflitto russo-ucraino ha preso una piega sfavorevole a Kiev. Questa constatazione contraddice palesemente le valutazioni formulate dagli specialisti statunitensi ed europei nel corso degli oltre due anni di guerra, secondo cui l’esercito russo, scarsamente preparato, diretto in maniera dilettantesca, supportato da una produzione bellica resa disfunzionale dalle sanzioni e chiamato a fronteggiare forze armate ucraine formate e armate secondo gli standard Nato, era condannato alla sconfitta. Stando alla narrazione a tutt’oggi prevalente alle nostre latitudini, la Russia avrebbe scatenato una guerra “non provocata” e mancato il proprio obiettivo originario, costituito dalla presa di Kiev e dal contestuale rovesciamento del presidente Volodymyr Zelens’kyj, a causa di gravi lacune in materia di intelligence e preparazione allo sforzo bellico che sarebbero costate un numero elevatissimo di caduti tra le fila delle forze armate russe. La classe dirigente russa sarebbe quindi stata costretta a rivedere le proprie finalità e ad attingere pesantemente al bacino di “materiale umano” da inviare al fronte per porre rimedio ai propri errori. Cerchiamo di comprendere se si tratti o meno di una lettura corretta delle dinamiche che hanno caratterizzato il conflitto assieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite. Mi affiancherà in questa intervista Roberto Buffagni, ex militare, scrittore e collaboratore del sito «Italia e il Mondo».
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