Miti dei “tempi moderni”
di GABRIELE GERMANI (Canale Telegram)
Quando parliamo di essere umano uno dei miti più duri a morire è quello della “modernità comportamentale”.
Secondo questa ipotesi, alcuni comportamenti distinguerebbero la nostra specie da quelle precedenti e ne giustificherebbero la sopravvivenza a discapito delle altre (in primis Neanderthal).
Il fulcro di tutto è il pensiero astratto che si lega alle strategie di caccia, ma anche alle pitture rupestri, agli strumenti musicali, alle pitture corporali o agli oggetti decorativi.
I sostenitori non sanno bene quando porre l’avvio di questa “modernità antica”, perché non se ne può neanche spiegare pienamente l’origine; si tratta infatti di fenomeno esclusivamente culturale e sociale, non biologico. Non possiamo ridurre tutto all’ipotesi semplificatrice per antonomasia: il singolo gene, che può essere antipatico, egoista, simpatico, empatico e perché no? Moderno, al bisogno.
Quindi si torna a spiegazioni multifattoriali e si riduce la complessità del mondo a fattore bidimensionale: se non è la genetica, è l’ambiente! Dunque, i primi Sapiens in viaggio fuori dall’Africa si adattarono a nuovi ambienti, animali, piante e climi e dunque cambiarono abitudini giungendo alla modernità.
Il problema è che già altri nostri parenti della famiglia Homo erano andati in giro per il mondo (gli Erectus erano animali euroasiatici), perché non si erano imbattuti anche loro nella modernità?
Ecco, questa opposizione mostra il substrato ideologico del concetto stesso di “modernità comportamentale” e cioè di porre “la modernità” come punto di arrivo inequivocabile del reale.
Le conseguenze giustificano le cause, l’esatto contrario di un sano processo di apprendimento.
Visto che l’Homo Sapiens fa cose (che noi ormai sappiamo hanno fatto o ci chiediamo se non abbiano fatto, anche le altre specie di Homo) allora questo comportamento deve essere automaticamente “moderno”, perché il reale non può che essere “ottimo” e quindi “moderno”; questo è associato alla solita retorica da grande balzo in avanti liberal-liberista: l’uomo da solo che fa una rivoluzione e dall’oggi al domani si sente “moderno”.
Miti dei tempi “moderni”.
Fonte: https://t.me/gabgerm/1883
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