Homo Sapiens fece la sua comparsa più di 200.000 anni fa in Africa
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
Homo Sapiens fece la sua comparsa (probabilmente) oltre 200.000 anni fa in Africa.
Esistono vari modelli evoluti inter-africani, alcuni sostengono che la nostra specie partì da un singolo punto, un’area specifica da cui poi si sarebbe diffuso nel resto dell’Africa attraverso migrazioni.
La teoria alternativa è invece quella del modello pan-africano: l’uomo moderno si sarebbe evoluto a partire da un rimescolamento generale delle popolazioni umane dal Marocco all’Africa.
Nonostante la prima sia stata e rimanga ancora molto in voga, la seconda tesi acquisisce credibilità con nuovi ritrovamenti.
Quelli presso Apidima 1 in Grecia, datati 210.000 anni fa retrodatano l’uscita Sapiens dal continente e soprattutto ci costringono a problematizzare i nostri rapporti con le popolazioni arcaiche (Neanderthal in primis nel caso specifico); ma soprattutto il Sapiens più antico di sempre rinvenuto a Jebel Irhoud in Marocco (la cui datazione è molto discussa, ma alcuni articoli su Nature parlano di un range tra 280.000 e 340.000 anni fa).
Sapiens uscì dall’Africa a più riprese, talvolta casualmente e anche con alcune false partenze (gruppi che poi si estinguevano senza lasciare eredità o rientro altrettanto casuale in Africa). Quel che è certo, è che al momento dell’uscita dall’Africa, i Sapiens [S] trovarono un mondo già popolato (gli Erectus [E] che rimasero sulla terra oltre un milione di anni, i Neanderthal [N] vissero in Eurasia tra i 230.000 e i 35.000 mila anni fa, i Denisova [D] e probabilmente non incontrarono mai i Floresiensis che si estinsero 19.000 anni fa).
Gli studi genetici ci hanno anche permesso di confrontare il DNA D – N e quello di popolazione moderne S, scoprendo che tutti e due si sono distanziati oltre 800.000 anni fa dalle popolazioni subsahariane, che D presenta tratti comuni con popolazioni dell’Asia meridionale e dell’Oceania, ma soprattutto che D e N sono più simili tra loro di quanto non lo siano con S.
Ulteriori analisi sui più recenti N europei, ci permettono di dire che N ebbe un collo di bottiglia evolutivo, il DNA tra i membri delle comunità è molto più simile che in altri gruppi (ad esempio tra tutti i membri delle comunità euroasiatiche moderne). Questo N derivato dal collo di bottiglia contribuì geneticamente alla formazione dei S moderni in tutto il continente euroasiatico e in piccola parte in Africa; mentre D contribuì in un secondo momento al DNA delle popolazioni siberiane, tibetane e soprattutto della Melanesia.
A complicare tutto si è aggiunto la piccola Denny, una tredicenne D di 90.000 anni fa rinvenuta presso la Grotta Denisova, ibrido di madre N e padre D.
Il DNA materno era più simile ai N dell’Europa occidentale che a quelli dell’Europa orientale, questo fa supporre lunghe catene di scambio e migrazione in cui mescolanze di questo tipo si verificarono più volte.
Col tempo abbiamo scoperto che N presentavano un più antico contribuito S alla loro formazione, quindi probabilmente da popolazioni uscite precocemente dall’Africa e poi assorbite.
Sappiamo infine di almeno due popolazioni arcaiche scomparse e probabilmente ignote (forse gli ultimi E euroasiatici rimasti?) che si mescolarono con questi gruppi, lasciando traccia almeno nelle popolazioni dell’Estremo Oriente e dell’Oceania.
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