Morto Francesco Pazienza, l’ex agente segreto del Sismi legato ai grandi misteri d’Italia
di ILFATTOQUOTIDIANO (redazione)

Agente segreto, faccendiere, uomo d’affari. Francesco Pazienza è morto all’ospedale di Sarzana (La Spezia) all’età di 79 anni, lasciando il suo nome legato ad alcuni dei grandi misteri d’Italia. Pazienza da tempo abitava in una villa nel Golfo dei Poeti a Lerici, dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita. Ci era tornato ad abitare nel 2007, quando fu rilasciato per l’ultima volta, dopo 12 anni di carcere. Nel 2019 concesse un’intervista al mensile FQ Millennium, nel 2022 pubblicò il suo libro per Chiarelettere, La versione di Pazienza. Un mix tra finzioni romanzesche e inganni reali.
L’ex 007 del Servizio informazioni e sicurezza militare (Sismi) è stato coinvolto in varie indagini, dal crac del Banco Ambrosiano alla strage di Bologna fino al super Sismi, dal caso Orlandi ai rapporti con Ali Agca, fino al rapimento dell’assessore democristiano ai lavori pubblici della regione Campania Ciro Cirillo.
Nato in Puglia, laureato in medicina a Roma, va a lavorare dal celeberrimo oceanografo Jacques-Yves Cousteau. Dalla Francia comincia a tessere una rete di relazioni che comprendeva uomini d’affari, mediatori, agenti segreti, alti prelati; in Europa, in Vaticano, negli Stati Uniti. Rientra in Italia nel 1980 e viene ingaggiato dal capo del Sismi, Giuseppe Santovito, uomo della P2. Il primo intreccio che coinvolte Pazienza riguarda monsignor Paul Marcinkus, il capo dello Ior (la banca del Vaticano), i rapporti segreti e illeciti con il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.
Nell’ottobre 1982, Pazienza si trasferisce negli Stati Uniti. Ma lì lo inseguono le accuse che lo porteranno per lunghi anni in carcere. Le prime sono di associazione a delinquere, peculato, favoreggiamento e interessi privati in atti d’ufficio per la sua collaborazione con il Sismi. Fino all’incriminazione per il depistaggio (piduista) delle indagini sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Nel febbraio 1985 viene arrestato a New York. Pazienza nega il depistaggio sulla strage: lo smentisce una condanna definitiva a 10 anni.
“Bologna non l’hanno fatta i servizi, al mio amico Cossiga una volta gli scappò: era un transito”, ovvero “una bomba esplosa per sbaglio”: nella sua intervista a FQ Millennium Pazienza ha raccontato questa versione. Così come tante altre vicende e intrighi internazionali. La cena con il re dei narcotrafficanti Pablo Escobar, l’amicizia con Manuel Noriega, l’ex dittatore di Panama, l’escort più costosa di Parigi scovata per l’ammiraglio Eduardo Massera, piduista e membro della sanguinaria giunta militare argentina, fino al “Billygate” orchestrato con Mike Ledeen per incastrare il fratello del presidente Usa Jimmy Carter e azzopparlo nella corsa presidenziale vinta poi, nel 1980, da Ronald Reagan. E poi i contatti con il clan dei Gambino, la più potente delle cinque famiglie mafiose di New York, grazie alla quale sostiene di aver sventato un attacco all’ambasciata jugoslava di Roma da parte degli ustascia, terroristi croati di estrema destra.
E poi i rapporti con Giulio Andreotti, compreso un incontro organizzato da Santovito per risolvergli i problemi che gli stava procurando l’avvocato di Michele Sindona, Rodolfo Guzzi: “Io vado e il presidente mi fa: c’è questo avvocato di Sindona che sta dicendo un sacco di stupidaggini. Come si fa a farlo smettere? Gli consigliai, con un po’ d’ironia, di rivolgersi alla divina provvidenza. Rispose dicendo che l’aveva già fatto e per questo ero lì”, ha raccontato Pazienza a FQ Millennium. L’ex 007 ha per ultimo nel suo libro rivendicato con orgoglio di aver “inventato” il Supersismi, deviazione istituzionale dell’intelligence italiana. Attribuendogli varie operazioni, comprese le trattative con la Camorra per la liberazione del democristiano Ciro Cirillo dalle Br.
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