Gli scontri a fuoco tra Thailandia e Cambogia e altre notizie interessanti
di LIMES (Mirko Mussetti)
THAILANDIA VS CAMBOGIA
Cambogia e Thailandia si sono confrontate militarmente lungo il confine, causando la morte di almeno undici civili nella regione di Sisaket, non lontano dall’antico templio khmer-hindu Prasat Ta Muen Thom. I due paesi del Sud-Est asiatico hanno declassato i loro rapporti diplomatici e Bangkok ha provveduto a chiudere i valichi terrestri frontalieri. Le relazioni diplomatiche si erano deteriorate già a maggio, quando in una scaramuccia era rimasto ucciso un soldato di Phnom Penh. Le Forze armate thailandesi affermano di aver preso di mira unicamente obiettivi militari. Il ministero della Difesa cambogiano contesta questa ricostruzione, sostenendo che gli attacchi siano stati indirizzati intenzionalmente verso le infrastrutture civili.
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GUERRA D’UCRAINA
Si è tenuto a Istanbul il terzo round di negoziati tra Russia e Ucraina. Il colloquio di circa 40 minuti non ha portato progressi significativi verso un cessate-il-fuoco. Il capo della delegazione ucraina Rustem Umjerov – segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale e già ministro della Difesa – ha confermato che le posizioni restano distanti. È stato tuttavia raggiunto un accordo sullo scambio di 1.200 prigionieri per parte, la restituzione di 3 mila salme ucraine e l’impegno russo di rimpatriare 339 minori ucraini. Kiev spinge per un vertice diretto tra i leader Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin con la mediazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il capo di Stato della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Mosca propone invece tre gruppi di lavoro distinti su aspetti politici, umanitari e militari. Le condizioni di fondo per una pace non possono essere al momento soddisfatte: la Russia pretende la neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento delle annessioni russe; il paese invaso rifiuta ogni compromesso su sovranità e confini. Nel frattempo, il dipartimento di Stato Usa ha approvato la vendita a Kiev di armamenti per un valore di 322 milioni di dollari (150 milioni per fornitura, manutenzione e revisione di veicoli corazzati; 172 milioni per sistemi missilistici terra-aria).
Per approfondire: Colloqui di Istanbul, cronaca di un fallimento annunciato
CISGIORDANIA
La Knesset (parlamento monocamerale) ha approvato con 71 voti a favore e 13 contrari una mozione non vincolante che definisce la Cisgiordania come “parte inseparabile della Terra di Israele”. L’assemblea chiede dunque al governo di estendere la sovranità dello Stato ebraico su Giudea, Samaria e Valle del Giordano. La mozione è stata presentata da esponenti della destra religiosa. I partiti arabi e di sinistra si sono opposti, mentre le principali forze dell’opposizione moderata non hanno partecipato alla votazione. Il vicepresidente dell’Autorità nazionale palestinese Hussein al-Sheikh ha bollato la mozione come “attacco diretto ai diritti del popolo palestinese”.
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