Le cose dal 2000 sono cambiate di molto
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Loris S. Zecchinato)

La politica degli USA nei confronti della Russia si basava su di un assunto: cio` che aveva funzionato negli anni ottanta contro l’URSS poteva essere ripetuto (con qualche aggiustamento) negli anni duemila contro la Federazione Russa.
L’obiettivo era lo stesso: la disgregazione, cioe` frantumare la Federazione in tanti piccoli Stati “indipendenti” (?!) dagli Urali a Vladivostok, facilmente controllabili, con una Russia ridotta ai confini europei circondata da Paesi NATO, impoverita e privata della gran parte delle sue risorse energetiche, minerarie ed alimentari.
Con questo risultato si sarebbe privata la Cina del suo piu` importante (e pericoloso per gli USA) possibile alleato, provvedendo cosi` a chiudere il cerchio attorno ad essa, costringendola “alla resa”.
Certamente analizzare una realta` con senno di poi e` piu` facile che prevederne gli sviluppi prima, ma dalle esperienze si puo` imparare molto, per cui analizzarla (la realta`) e` sempre utile.
Un primo errore “di presunzione” gli esperti occidentali dotati di sufficiente “onesta` intellettuale” lo hanno individuato nei “consiglieri”.
Cioe` quelle persone che, in virtu` della loro esperienza, conoscenza, specializzazione consigliano i “decisori” (che non sono tuttologi), sul da farsi in base a valutazioni che considerano i vincoli e le risorse, i tempi ed i modi piu efficaci/efficienti per un determinato obiettivo, dando una scala di probabilita` di successo sulla base della quale i “decisori” dovranno “decidere”.
Dove la presunzione? Con la caduta dell’URSS si e` gridato alla “fine della Storia”, alla vittoria sulla “Guerra Fredda” e si e` provveduto a licenziare una folta schiera di “sovietologi” che, da esperti quali erano, avevano contribuito alla realizzazione di quella caduta, con la scusa che “non servivano piu`”.
A cosa avrebbero potuto servire, invece, lo si puo` evincere dai clamorosi errori di valutazione fatta dai “nuovi consiglieri”, pieni di entusiasmo e di presunzione, che della Russia “reale” sapevano ben poco.
Una Russia Stato “particolare”,la cui particolarita` e` il risultato di 1000 anni di Storia di una realta` “geopolitica” strutturata come Impero “terreste”, multi-etnico, multi-religioso, multi-linguistico, multi-culturale che poco o nulla ha da condividere con le logiche di un Impero Marittimo (necessariamente coloniale) quale quello egli USA.
Un secondo errore, conseguenza diretta del primo, e` stato la sottovalutazione delle risorse “culturali” del “Continente Russia”, una Civilta` che ha sempre privilegiato (come quella Cinese o Indiana) la collettivita`: dall’originaria “obščina” del suo “medio evo””, alla vocazione “socialista” di tutto il ventesimo secolo.
Una cultura cosi` profondamente radicata che decenni di propaganda “individualista” hanno solo scalfito, provocando si` danni, ma che l’esperienza tragica degli “anni novanta” ha subito iniziato a ridimensionare formando la base “popolare” del sostegno a Putin.
Il terzo errore e` l’aver pensato che il PIL di un Paese possa “etichettare” (senza possibilita` di errore) quel Paese definendone “la forza”.
Se consideriamo che per la maggior parte dei Paesi Occidentali una grandissima fetta di quel PIL e` il risultato di “servizi”, prodotto in buona misura dal “terziario, si puo` comprendere come, in caso di guerra, quello che realmente conta sia la parte “dura”, concreta, materiale di quel PIL: energia, industria pesante, materie prime, agricoltura, risorse umane “specializzate” non emigrate, e cosi` via.
Da cui l’amara sorpresa per la quale “la Russia produce in tre mesi quello che l’intera NATO (30 Paesi) produce in un anno”.
Il quarto errore, la non considerazione di cosa avrebbe significato, nei Paesi asiatici, africani e latino americani, il constatare “l’impotenza” degli USA.
Paesi colonizzati dalla “razza superiore”, desiderosi di riacquistare sovranita`, indipendenza, di rientrare in possesso delle proprie risorse nazionali, di opporsi a qualsiasi forza egemonica che volesse ricondurli in un passato odioso.
Paesi che hanno visto nella resistenza russa alla “pressione” occidentale una possibilita`, da cui la crescita di associazioni come la SCO o i BRICS visti come “alternativa possibile”.
Quattro punti (ce ne sono ovviamente anche altri) che avrebbero potuto risparmiare a Trump di doversi arrampicare sugli specchi e fare, ogni tanto, l’animatore/rianimatore del Club Vacanze che da noi (in Russia) viene chiamato “Occidente Collettivo”.
E` ancora presto per cantar vittoria, ma le cose dal 2000 in poi sono cambiate di molto, e in soli 25 anni (che per la Storia sono poco piu` di niente).
#TGP #Usa #Russia #Geopolitica
Fonte: https://www.facebook.com/loris.zecchinato/posts/pfbid027ChykFSmBz6fEnQDJy7xgsiQFyZnPo2rXpEPBJ7r7S7fnu5TbMjFHK2F1XLVgJ75l?rdid=6amNmcBHSE0j0bHW#
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