La questione degli attivi e riserve sequestrati “dall’Occidente” alla Russia è un tema complesso.
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Loris S. Zecchinato)

La questione degli Attivi e Riserve sequestrati “dall’Occidente” alla Russia è un tema complesso.
Innanzitutto, un paio di definizioni per evitare equivoci e fraintendimenti:
– Il sequestro (congelamento) equivale ad un blocco: cioè rimane la proprietà, ma è impedito il suo uso.
– Confisca significa perdita della proprietà.
– Le Riserve si riferiscono principalmente ai beni detenuti dalla Banca Centrale russa (oro, valute estere, diritti speciali di prelievo, ecc.).
– Gli Attivi (o “asset” in inglese) si riferiscono a tutte le proprietà finanziarie e i beni di valore posseduti da:
*Il Governo russo (a livello federale, regionale o locale).
*Le imprese statali o parastatali russe.
*I cosiddetti “oligarchi” e altre entità private russe soggette a sanzioni.
Per quanto riguarda gli “Attivi”, l’Occidente si trova a dover giocare una complessa partita a scacchi finanziaria e legale contro soggetti che, prevedendo possibili sanzioni, hanno preparato per anni le loro difese.
Individuare gli Attivi non è impossibile, e ci sono stati successi eclatanti (come il sequestro di alcuni mega-yacht), ma il processo è estremamente lento, costoso e legalmente arduo.
Una parte significativa della ricchezza più mobile e opaca è probabilmente riuscita a sfuggire al congelamento, rendendo molto difficile colpire in modo completo e definitivo il patrimonio dei soggetti sanzionati.
E sempre riguardo gli “Attivi”, la Russia ha già provveduto a rifarsi su “Attivi” di proprietà di aziende, oligarchi ed altre realtà “Occidentali” e si prepara ad allargare la base di questa rivalsa. L’ammontare complessivo è di circa 100 miliardi.
Altra cosa sono le Riserve della Banca Centrale (circa 300 miliardi di dollari). Queste Riserve sono invece bene individuabili e riconducibili al loro “proprietario”.
Da un punto di vista del Diritto, tutte le azioni messe in atto dall’Occidente contro Attivi e Riserve russe sono illegali. Lo stesso vale anche per le sanzioni.
Ma, basta guardarsi attorno, l’illegalità ha al giorno d’oggi un significato molto relativo e quasi zero conseguenze.
Diversa cosa sono le implicazioni e le conseguenze di queste azioni:
1) Il sistema finanziario globale non è più uno spazio apolitico e neutrale. Prima di questo evento, vigeva il dogma che le Riserve di una Banca Centrale fossero intoccabili, un “bene sacro” protetto dall’immunità sovrana, indipendentemente dalle azioni del Governo di quel Paese. Questo blocco ha dimostrato che, in circostanze estreme, le Riserve possono diventare un’arma geopolitica.
2) Tutte le Banche Centrali del Mondo, in particolare quelle di Paesi non allineati con l’Occidente (Cina, India, Arabia Saudita, Brasile, ecc.) stanno ora facendo una domanda cruciale: “I nostri asset sono al sicuro?”.
Le conseguenze immediate sono:
– Ci sarà un’accelerazione nel processo di spostamento delle Riserve lontano dai tradizionali “custodi sicuri” (USA, UE, Regno Unito) e dal dollaro USA come valuta di riserva primaria.
– L’oro è un asset fisico, sovrano e non emesso da nessuna giurisdizione che può essere congelato. Diventerà ancora più attraente come componente delle Riserve.
– Ci sarà un maggiore interesse per le Riserve in Renminbi cinese, Rupia indiana, o anche in Dirham degli Emirati Arabi, non perché siano più stabili del dollaro, ma perché sono al di fuori del controllo diretto delle potenze occidentali.
3) Stiamo assistendo alla creazione di sistemi finanziari paralleli.
– Blocco Occidentale: Centrato sul dollaro USA, sull’euro e sulle loro istituzioni (FMI, Banca Mondiale).
– Blocco Alternativo: Guidato da Cina e Russia, che promuovono l’uso di valute locali, lo sviluppo di sistemi di pagamento alternativi a SWIFT (come il CIPS cinese) e la creazione di istituzioni finanziarie alternative (come la Banca dei BRICS).
I Paesi cercheranno di “amicarsi” i custodi per proteggere i propri asset, portando a una minore integrazione finanziaria globale e a una minore efficienza.
4) L’Occidente ha dimostrato un potere enorme, ma a costo di erosione della fiducia a lungo termine.
– Vantaggio a Breve: Il blocco è un’arma potentissima che ha inflitto un danno immediato e significativo all’economia russa.
– Svantaggio a Lungo: Il ruolo del dollaro come valuta di riserva globale si basa sulla fiducia. Se quella fiducia viene meno, il predominio finanziario degli USA, che è un pilastro del loro potere globale, viene eroso.
La sottrazione (o confisca permanente) delle Riserve della Banca Centrale Russa rappresenterebbe (a differenza del congelamento) un evento di portata storica e un cataclisma per il sistema finanziario globale, ben oltre le conseguenze del semplice blocco. Sarebbe un “point of no return” senza precedenti.
Le conseguenze per tutti sarebbero devastanti: un’iper-accelerazione della frammentazione del Mondo in blocchi finanziari ostili, il crollo della fiducia che ha sostenuto il capitalismo globale per 80 anni, e un’instabilità geopolitica permanente.
Per questo motivo, nonostante le pressioni, i Governi occidentali sono estremamente riluttanti a compiere questo passo, riservandolo forse solo come “ultimissima ratio” in uno scenario di conflitto ancora più aperto. Il costo per l’ordine globale sarebbe semplicemente troppo alto.
Una confisca di asset finanziari, per quanto grave, non costituisce un “attacco armato” nel senso tradizionale del termine. Pertanto, dal punto di vista strettissimo della Carta ONU, una dichiarazione di guerra in risposta a una confisca finanziaria non sarebbe giustificata.
Tuttavia, il Diritto Internazionale non è un sistema monolitico e si evolve.
La Russia (o qualsiasi altro stato in una posizione simile) cercherebbe di basare la sua legittimità su argomenti alternativi:
1) “Attacco Armato” Economico:
Si potrebbe sostenere che una confisca totale delle Riserve sovrane sia un atto di “aggressione economica” così grave da minacciare la stabilità e la sopravvivenza stessa dello Stato, equiparabile a un attacco armato. Privare una nazione della sua capacità di funzionare economicamente, di sfamare la sua popolazione e di mantenere l’ordine interno potrebbe essere presentato come un atto di guerra non cinetica.
2) Contromisure e Rappresaglie: La Russia affermerebbe che la confisca è un atto illecito internazionale di per sé. In questo quadro, una dichiarazione di guerra (o un’azione militare) potrebbe essere presentata come una “contromisura” o una “rappresaglia” estrema a un atto ostile altrettanto estremo.
3) Causus Belli: Storicamente, atti molto meno gravi sono stati usati come causus belli (motivo formale per dichiarare guerra). Una confisca di questa portata, della ricchezza nazionale, sarebbe senza precedenti nell’era moderna e sarebbe vista da Mosca come un’umiliazione e un’aggressione esistenziale.
4) Realtà Geopolitica: Nel Mondo reale, le nazioni agiscono in base ai loro interessi nazionali e alla loro percezione della minaccia, non solo in base a un paragrafo della Carta ONU. La Russia, che già si considera in un conflitto ibrido con l’Occidente, potrebbe considerare la confisca come l’equivalente di un atto di guerra e rispondere di conseguenza, anche senza una “giustificazione” perfetta nel Diritto Internazionale.
5) Escalation Ibrida: È più probabile che una dichiarazione di guerra formale (“dichiariamo guerra agli Stati Uniti”) non avvenga. Piuttosto, assisteremmo a un’immediata e brutale escalation di misure ibride che potrebbero essere di fatto atti di guerra, anche se non dichiarati:
– Cyber-guerra totale: Attacchi informatici alle infrastrutture critiche occidentali (energia, trasporti, finanza).
– Guerra economica totale: Embargo energetici estremi, sabotaggi di cavi sottomarini di comunicazione.
– Provocazioni militari ibride: Attacchi “anonimi” a infrastrutture (es. gasdotti), intensificazione delle operazioni militari in Ucraina, supporto a gruppi proxy per colpire interessi occidentali.
La conclusione a cui si sta giungendo è condivisa da molti analisti geopolitici ed economisti:
Di fronte al blocco (e all’eventualità della confisca) delle proprie Riserve, per una potenza come la Russia e per altri Paesi che si percepiscono a rischio in un futuro sistema multipolare, l’unica via d’uscita strategica di lungo periodo è la creazione e il rafforzamento di un sistema finanziario alternativo a quello dominato dagli USA e dall’UE.
1) Valute di Riserva Alternative al Dollaro: L’obiettivo è ridurre la dipendenza dal dollaro USA (e in misura minore dall’euro) come mezzo di pagamento internazionale e come riserva di valore.
– Il Renminbi Cinese (CNY): È il candidato principale. La Cina sta spingendo per l’internazionalizzazione della sua valuta attraverso swap valutari bilaterali con decine di Paesi.
– Valute Locali per il Commercio Bilaterale: Russia e India stanno commerciando in Rupie e Rubli. Russia e Cina in Rubli e Yuan. Il principio è: “compriamo il vostro petrolio/gas con la nostra valuta, e voi comprate le nostre armi/manufatti con la vostra”, bypassando il dollaro.
2) Sistemi di Pagamento Transnazionali Alternativi a SWIFT.
– SPFS (Russia): Il Sistema per il Trasferimento dei Messaggi Finanziari, la risposta russa a SWIFT. È già utilizzato da diverse centinaia di entità, soprattutto nelle ex-repubbliche sovietiche e da partner come Cina e India.
– CIPS (Cina): Il Cross-Border Interbank Payment System, progettato per facilitare i pagamenti internazionali in Yuan. È l’infrastruttura complementare all’ascesa del CNY.
3) Istituzioni Finanziarie Internazionali Alternative per sostituire il ruolo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale, visti come dominati dall’Occidente.
– Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS: Già operativa, finanzia progetti di infrastrutture nei Paesi membri e oltre.
– Contingent Reserve Arrangement (CRA): Un fondo dei BRICS concepito come un’alternativa al FMI per fornire liquidità di emergenza ai membri in difficoltà con la bilancia dei pagamenti.
4) Custodi e Depositi “Sicuri” e Sovrani. L’obiettivo è tenere le Riserve fuori dalla portata giuridica delle potenze occidentali.
– Riduzione delle Riserve in Occidente: Come già sta avvenendo, i Paesi sposteranno le Riserve lontano dalla Fed e dalla BCE.
– Custodia “In Casa” o “Tra Amici”: Accumulo di oro fisico nelle proprie camere blindate. Deposito di Riserve in valuta presso Banche Centrali “amiche” (es. la Banca Centrale Cinese) che non aderirebbero a sanzioni occidentali.
Come si vede, la situazione è tutt’altro che semplice e foriera di conseguenze ed implicazioni molto pesanti per tutti.
Da qui la prudenza a passare alle vie di fatto, almeno fino a che rimane un dialogo aperto fra gli avversari “Occidente ⇔ non Occidente”.
#TGP #Russia #Europa #Occidente #Geopolitica
Fonte: https://www.facebook.com/1178406384/posts/10238933172725992/?rdid=2ZPJrgV0ZqmSsg5s#
Fonte: https://www.facebook.com/share/p/174JVMv4gm/





Commenti recenti