La tentazione di volgere lo sguardo all'indietro
Un evento, l'iniziativa di alcuni (da tempo persi di vista), infine l'invito a farne parte. Questo è l'antefatto.
La visione di una foto – immaginata, cercata, alla fine, trovata – mi ha emotivamente coinvolto, anche un po' travolto.
Benché sollecitato, anche tentato di esserne parte, ho declinato: la scusa la distanza, la motivazione non tanto il disinteresse, ma la profonda esigenza di starne fuori.
Non voglio riemergermi nel lontano passato, per lo più dimenticato, certamente estraneo alla mia quotidianità.
Troppo giovane allora, eccessivo il tempo trascorso: strade divaricate, lontane, disperse.
Un passato che preferisco lasciare là dov'è, senza ricongiungere spontanee interruzioni, non tanto per abbandono o negazione quanto per aderenza al percorso fino ad ora compiuto, il mio, diverso e non necessariamente migliore di quello altrui, ancor più in quanto innestato in altro luogo fisico, quindi 'fuori da lì', senza disconoscere le radici, ma allo stesso tempo senza farne perno.
Ad oggi non ho particolare necessità di ribadire appartenenze e identità, neppure di ricevere eredità.
Perchè riesumare il passato?
Superate certe soglie di vita è più facile volgere lo sguardo all'indietro piuttosto che al futuro: ad un certo punto del cammino umano la vita viene definita, prosegue sull'onda delle conseguenze di quanto fatto; promesse e progettualità lasciano il posto a nostalgie e rimpianti, ovvero alla loro manipolazione in celebrazione o autocelebrazione di quanto avvenuto.
Viene a galla la profonda paura per i passi a venire, si svela la fragilità umana.
Ecco la tentazione di cercare l'emozione – istanza vitale per la sopravvivenza umana – non tanto coltivando e sviluppando ciò che si è nel "qui ed ora", quanto nel ripiegamento in se stessi, rivangando ambiti lontani e remoti, probabilmente deserti, spesso inutili. Il rischio di rimanere con "un pugno di mosche" è elevato.
Fin da ora non abbandono la possibilità di continuare a guardare avanti, tenendo alta e viva l'attenzione verso ciò che deve venire, sempre, in qualsiasi momento della vita, anche qualora la prospettiva si faccia pesante e difficile. Fino alla fine.
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