Sulla guerra (vista da Atene)
di COME DONCHISCIOTTE (Panagiotis Gregorio)
Immagini di una guerra (forse) in arrivo. Ad Atene la Polizia aggredisce i pensionati in corteo e lo stato si inventa come spremere soldi a cittadini esausti. Intanto il governo più odiato degli ultimi cento anni cammina sul filo di una rivolta, mentre i beni demaniali passano in mano alla Troika. La Grecia è terra di conquista per gli stranieri, che comprano, a poco prezzo, i beni del paese. E intanto la Turchia ricomincia a parlare dei confini…
Immagini di una guerra (forse) in arrivo. Ad Atene la Polizia aggredisce i pensionati in corteo e lo stato si inventa come spremere soldi a cittadini esausti. Intanto il governo più odiato degli ultimi cento anni cammina sul filo di una rivolta, mentre i beni demaniali passano in mano alla Troika. La Grecia è terra di conquista per gli stranieri, che comprano, a poco prezzo, i beni del paese. E intanto la Turchia ricomincia a parlare dei confini…
“Persino il Primo Ministro si è arrabbiato” dice la stampa “ed ha appena rimproverato il Ministro dell’interno, quindi le forze dell’ordine non faranno più uso del loro arsenale di sostanze chimiche durante le manifestazioni”. La stampa syriza-compatibile (“Quotidiano dei Redattori” e “To Pontiki” tra gli altri) si suppone che resterà comunque a galla, slinguazzando Tsipras, fatica inutile.
Domenica 2 ottobre il quotidiano “Avgi”, di SYRIZA ha pubblicato un sondaggio dove risulta che il 90% degli intervistati si dichiara largamente insoddisfatto del Governo e l’80% lo sono del Partito della Democrazia [ndt: il partito di opposizione]. Inoltre l’85% degli intervistati pensa che il paese sia su una strada sbagliata ed il 73% dice che i migranti non potranno essere integrati nella società greca.
Sondaggio un po’ strano, anche perché pubblicato in questo modo dal quotidiano del partito di Syriza, senza dubbio nel tentativo di serrare i ranghi in nome di quel che resta intorno al partito della “Sinistra radicale”. In realtà nessuno in Grecia presta più attenzione a ciò che dice o a ciò che fanno quelle marionette di Tsipras o di Mitsotakis; i fatti ed le gesta (pseudo) politiche non hanno più ormai nessuna importanza, perché le ultime carte truccate del gioco politico/elettorale sono state già messe sul tavolo: “game over”.
I numeri crollano, cioè crollano gli abitanti di questo splendido paese. Si viene così a sapere che il 35,7% della popolazione è a rischio povertà, mentre il 21,4% già si trova al di sotto della soglia di povertà (€.9475 l’anno per una famiglia di due adulti e due bambini) ed il 44% dei pensionati sopravvive sotto la soglia di povertà (€. 665/mese) per colpa dei tredici tagli successivi che dal 2010 hanno colpito le loro pensioni (l’ultimo taglio è del 1 ottobre 2016), con una perdita di valore che va dal 20% al 50%, mentre il 52% degli abitanti delle case popolari non ha nessun reddito cui aggrapparsi se non quello dei genitori (o dei nonni) in pensione (statistiche ELSTAT, Kathimerini 23/6/2016 e Imerisia 28/9/2016).
Per quanto riguarda il debito verso lo Stato e verso l’erario, direttamente gestito dai “tecnici” della Troika allargata, più del 50% dei Greci (4 milioni di persone) che dovrebbero compilare la dichiarazione dei redditi ha accumulato ritardi e mancati pagamenti delle imposte per un montante complessivo di circa 100 miliardi di euro, da oggi alla fine del 2016 (1,3 miliardi di euro non versati ad agosto 2016, circa 9 miliardi non versati dall’inizio dell’anno – Imerisia 28/9/2016). Qualche previsione su quando affonderemo?
Estate indiana o meno, i nostri pensionati e quelli che vendono biglietti della lotteria ex-nazionale (ormai privatizzata) sono disincantati e girano a vuoto per la città. L’affondamento della classe media del paese tocca il 70% della popolazione, le classi popolari si sono per così dire assottigliate e solo un incerto 20% dei greci della dolce Ellade riesce a mantenere la testa fuori da quell’acqua avvelenata dalla così detta “crisi”.
La Plaka, sotto l’Acropoli, si svuota dei suoi turisti, che ci lasciamo senza aver né visto né sentito le scene quotidiane scene di rabbia e di smarrimento che avvengono negli uffici del fisco, dell’azienda elettrica o della cassa mutua dei lavoratori autonomi. Per arrotondare i loro magri introiti, tutti questi enti statali scoprono, o per meglio dire, si inventano delle irregolarità vecchie anche di decenni, così tutti i cittadini si scoprono inadempienti verso lo stato, il che, dopo le leggi introdotte con i memorandum, blocca ogni possibile attività economica degli interessati (dalla compravendita dei loro beni mobili o immobili fino alle eredità, ma tra l’altro, si blocca anche l’erogazione delle pensioni).
In questo modo, il mio amico Státhis si è da poco scoperto “inadempiente” per un pagamento (di circa 8000 euro) verso la casa cassa mutua dei lavoratori autonomi, la cui riscossione è stata trasferita – come quella di quasi tutti i pagamenti dei greci verso i così detti ”organismi” – l’agenzia delle entrate greca. La presunta irregolarità risale al 1992, epoca in cui Státhis lavorava come ditta individuale. Non aveva mai ricevuto nessun avviso ed ecco che quasi un quarto di secolo dopo, deve cercarsi un avvocato per ottenere ragione: prima di tutto il fisco è in errore, ma comunque sia, dopo 20 anni c’è la prescrizione.
Nello stesso ordine di idee il mio amico Th., disoccupato dal 2012, ha ricevuto un documento dal fisco che lo invitava a regolarizzare un “mancato pagamento” risalente al tempo in cui suo padre era il gestore di un piccolo hotel. Peccato che il padre del mio amico sia morto da dieci anni e che lo (storico) albergo in questione sia fallito nel … 1958.
Oggi, più del 70% delle richieste del fisco (e degli …organismi) si rivelano infondate davanti al giudice (come scrive il quotidiano “Kathimerini” del 2 ottobre), anche se, come si dice dalle mie parti, bisogna fare degli sforzi enormi anche solo per dimostrare che siamo uomini e non … elefanti. Che politica… zoomorfa.
Stiamo quindi prendendo coscienza della … giusta fine dei singulti della nostra storia, in questa (forse) ultima isteria del capitalismo irrazionale (perché, da qualche parte deve essere umano) ormai liberato da tutte le illusioni pseudo-democratiche come quei sondaggi messi lì come illusioni ottiche, come dei trompe-l’oeil politici, destinati a giocare sulla confusione mentale che generano nello spettatore, cioè di chi, in realtà, non ha, salvo piccole eccezioni, nessuna influenza sul corso degli eventi. Estate indiana… prima dell’inverno.
Il paese … reale è messo in vendita, e spesso è messo “in saldo” . TUTTI [ndt: in maiuscolo nel testo originale] i beni pubblici dello stato Greco sono stati ceduti per una durata di 99 anni ad una Iper-Cassa comandata dalla Troika allargata, una specie di “Treuhand” (nome completo “Treuhandastalt”, letteralmente “agenzia fiduciaria”), cioè un organismo di diritto della Germania Ovest, incaricato della privatizzazione dei beni della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) dopo la riunificazione del paese.
Ed è il “governo” Tsipras che ha firmato un atto di questo genere (Memorandum III) e, con questo, ha firmato la sua fine. Gli analisti ed i politologi che (ancora) osservano la Grecia in Europa o altrove dal lucernario dei loro media, alla fine dovrebbero capire in pieno ciò che il sondaggio pubblicato dal quotidiano di Syriza dice solo a metà: il governo Tsipras è, forse, il più odiato dai Greci nell’ultimo secolo, qui non si tratta più di malcontento, qui si tratta di .. .odio. Peccato che, pare, che l’odio … solo rare volte sia costruttivo.
Per fortuna ci sono momenti in cui ci mettiamo a filosofeggiare… o anche a ridere, davanti all’enormità oggi planetaria delle frodi con timbro tedesco (e, più in generale, finanzocratico) che sono venute a galla a seguito delle sempre più frequenti notizie sui noti problemi tossici della Deutsche Bank e, più su larga scala, per l’agonia palese dell’Impero europeista, …. dopo tanto tempo.
Sulla pesante porta di una azienda ormai definitivamente chiusa al centro di Atene si può leggere “Solo Cristo è amico dell’uomo” e “Non depositate la vostra spazzatura qui”, segno dei tempi, visto che non c’è più niente da aspettarsi dai politici.
Sempre segni dei tempi. “In questa casa è morto il nostro poeta nazionale Kostis Palamàs nel 1943” si può ancora leggere davanti ad una casa di Atene, sotto l’Acropoli; Palamàs apparteneva ad un’importante famiglia di persone colte che fecero la resistenza. Il 27 febbraio 1943 i funerali solenni di Palamàs furono teatro di un commovente appello alla resistenza da parte del poeta Angelos Sikelianos, dell’arcivescovo di Atene, Damaskinòs, e della folla che riprese in coro l’inno nazionale … che, al tempo, “nazionale” lo era davvero. Oggi però quella casa, quella del poeta, è in rovina, dimenticata da tutti da uno stato (inesistente), e dal resto del paese che, anche lui, è in rovina.
Noi ci attendiamo il peggio, i medici (e gli altri amministratori coloniali) ben pagati dalle ONG (finanziate da Soros) arrivano e si sistemano a migliaia in Grecia, mentre i nostri medici, per sopravvivere, emigrano in massa (più di 6.000 se ne sono già andati in Germania).
Gli agenti immobiliari ci informano che numerose ONG e molti privati (europei, americani, cinesi ed anche iraniani) cercano di comprare interi immobili abitativi, scommettendo senza nessuna esitazione che con la così detta crisi dei migranti arriverà più turismo (mentre il governo nasconde la vera consistenza delle cifre esatte).
La Grecia è diventata un luogo di … investimento, una zona cuscinetto in piena ebollizione. Il ridicolo Tsipras… armato di tutto il suo cinismo, ci si aggrappa … visto che alla fine , comunque, ci sono soldi, che la sua casta può drenare (così – del resto – farebbe qualunque altra casta, qui o altrove); tutti lo sanno e tutti lo dicono forte e chiaro, in Grecia, “peccato che non sappiamo come reagire” si sente dire dappertutto. Lo dicono anche i pensionati greci … che oltretutto continuano ad essere spruzzati dalle solite sostanze chimiche che usa la Polizia.
Ci attendiamo il peggio, così come ci aspettiamo una (possibile?) guerra (oltre alla guerra economica che stiamo subendo da parte degli altri popoli europei) soprattutto ora che la Turchia meta-Kemalista di Erdogan torna a mettere in discussione i confini stabiliti dal Trattato di Losanna. Storia vecchia.
E’ già ottobre. Estate indiana ad Atene, i nostri turisti l’apprezzano, così come se la godono i nostri animali adespoti, senza padrone!
Fonte:http://comedonchisciotte.org/sulla-guerra-vista-atene/
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