FSI presenta “lotta alla rendita urbana” a Latina
Assemblea Cittadina del 28 Ottobre. Si, ci sembrava la forma migliore. La più coerente per trattare il tema. La Rendita Urbana del FSI in relazione a un aspetto importante della vita di Latina: il Piano Regolatore. Proposto una quindicina d’anni fa, il tentativo di varare il nuovo Piano Regolatore naufragò dopo dura battaglia politica, con vincitori e vinti. L’allora Sindaco Finestra (fascista, repubblichino, al secondo mandato), insieme a Cervellati (famoso architetto, comunista, consigliere comunale a Bologna negli anni 60), lo proposero in sostituzione del precedente: Piccinato 1972. Nuovo Piano Regolatore che sbrigativamente si può definire come non favorevole alla speculazione edilizia. La Consiliatura successiva (2001) vide l’affermarsi di un’altra maggioranza, sempre di centro destra, ma con altre intenzioni. La vulgata popolare lo chiamò: il partito di calce e mattone. Appunto, quale migliore forma di quella dell’Assemblea Cittadina. E siamo all’ora precedente l’inizio dell’assemblea e relative finali paranoie: verrà qualcuno? saremo solo noi? Eravamo solo noi più altri tre (uno addirittura da Roma: Massimo Maria Corbino). Ma con una ulteriore quarta presenza (che Filippo Cosignani mi aveva ventilato giorni prima, ma blandamente -per come conosco Filippo- e ci feci poco caso): l’architetto Massimo Rosolini, l’assessore all’urbanistica di quella nuova maggioranza che durò tutto il decennio. Persona molto preparata (testimone ancora più diretto del buon Filippo, che era consigliere ai tempi di Finestra) dal tratto garbato e cortese, che nulla somiglia al trinariciuto palazzinaro. Ed è qui che inizia il racconto di Latina per gli ospiti del FSI che vengono da fuori. Inizia dai primordi: dalla conformazione geologica dell’Agro Pontino, la millenaria crosta terrestre che ne aveva fatto una palude. Fino ad oggi. Ma prima c’è stata la presentazione del FSI da parte di Stefano Rosati. Non mi ci soffermo essendo tutte abbastanza simili. Stefano vi aggiungeva il suo personale taglio agile e serrato. Ha continuato Filippo Cosignani, che conserva come una reliquia la planimetria di quel Piano Regolatore, illustrandocela centimetro dopo centimetro e l’idea di città e territorio in essa contenute. Ma tutta la trattazione aveva un carattere contingente. Rosolini è intervenuto per dare il respiro necessario a far capire bene le cose partendo dall’inizio. La Bonifica e le tecniche di bonifica. Si alla ruralizzazione, no all’urbanizzazione (anche se poi si urbanizza lo stesso). Una idea di lavoro e di comunità. Tutte scelte politiche. Un blocco sociale aveva preso il potere e aveva un modello di sviluppo in testa; tutte le leggi e i dettagli più tecnici veicolano scelte politiche. Pure per la bonifica: un latifondista non bonifica in quel modo (non bonifica per niente), uno che deve dare la terra ai contadini, si. La terra ai contadini durò una generazione scarsa. Il fascismo finì senza che si creasse una vocazione contadina da parte di coloni che al loro arrivo non lo erano. Ovvero, generazioni di contadini su quel pezzo di terra possono, nel caso si prospettino, non accettare altre soluzioni. Con la democrazia diventano proprietari del loro pezzo di terra (15-.20 ettari) e la possibilità di frazionarlo. Il grande esperimento di proprietà pubblica di tutto L’Agro finisce, nessuno (subodorando la possibilità di guadagni diversi dal lavoro della terra) si oppone. Comincia la mattanza nelle campagne (giochi finanziari per far fallire i contadini e prendersi i poderi, questo non è stato detto ma lo so uguale) e altri giochetti simili. La città è violentata nelle sue originali linee architettoniche e saccheggiata. Attraverso la legge ponte del 67 e il piano regolatore Piccinato del 72 (altro blocco di potere e altre leggi e tecnicismi al servizio di un’altra politica) arriviamo ad oggi, al core business dell’illegalità: il cambiamento di destinazione d’uso (non è stato detto, ma lo dice l’attuale questore De Matteis). Tocca a Federico Iacomelli e alla Rendita Urbana. Si trasferisce alla “lavagna” e inizia, in uno scambio non serrato ma costante con Rosolini seduto di fronte. La foto racconta tutto e meglio di me. Professionisti, nel loro lavoro e nella politica, non hanno bisogno di parlarsi sopra. Ognuno ha tempo di dire la propria e gli altri di chiedere al momento giusto. Si accenna alla rendita finanziaria, alla riforma fiscale e ai collegamenti tra questi documenti. Giovani militanti e quadri in silenzio assorto e concentrato. E’ presente Dario Zamperin, ci ha portato di fatto i saluti di ALI di Latina, soddisfatto si prenota per i prossimi incontri. Rosolini, da molto curioso, va via soddisfatto. Salutandomi dice che leggerà i Documenti. A mio avviso non è venuto al buio, era stato informato e qualcosa doveva aver letto. Di questo lavoro preliminare ringraziamo Giovanni Tasciotti, oramai più che simpatizzante. Morale: come una assemblea cittadina diventa ricco seminario monografico, incontro fecondo (di attenzione e intenzioni) tra dirigenti preparati del FSI e pezzi di classe dirigente cittadina e seminario di formazione di quadri e militanti sovranisti.
Giovanni Mattucci
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