VvFf. “Vivere nell’emergenza significa fallire nel soccorso”
di CONTROPIANO (Usb e Vvf-Genova)
Lavoratori, Cittadini vivere in una città difficile come Genova dovrebbe fare riflettere la nostra amministrazione con la politica che il sistema di soccorso deve essere potenziato.
Tutti i giorni alla sera si guardano le previsioni meteo e con grande attenzione ci prepariamo alla “Guerra”.
Purtroppo la realtà dello Stato Sociale è completamente allo sbando in quanto gli investimenti non confermano attenzione verso le oggettive situazioni emergenziali, bensì continuano a anteporre quella parola che distrugge tutte le forme di salvaguardia : RISPARMIO.
I Vigili del Fuoco Genovesi sono uno dei tanti esempi di inadeguatezza della risposta nei confronti dei cittadini. Siamo stati estremamente fortunati nel non dover affrontare morti causate dall’insufficienza strutturale del soccorso alimentata dalla incapacità gestionale della dirigenza attenta agli obiettivi lontani dalle reali esigenze del cittadino.
Ecco l’oggettività di un giorno di “ordinaria follia” della notte del 10 Novembre:
Distaccamenti cittadini e extra cittadini aperti
Distaccamento Nautico Multedo (Porto Petroli con circa 200000 metri cubi di stoccaggio): in emergenza ridotto a due unità con un gommone antincendio ( un mezzo che solo per il fatto che è di gomma non può eseguire operazioni di spegnimento)
Distaccamento Aeroportuale: in emergenza 11 unità
Distaccamento Centrale: in emergenza 23 unità
Praticamente un bollettino di guerra dettato dalle linee centrali che impongono risorse inviate al terremoto senza un giusto reintegro, circa 10 unità, una formazione che sottrae 4 unità, 5 malati (una percentuale praticamente pari a zero), 11 unità in ferie ( con pompieri che vista la drammatica situazione hanno spontaneamente rinunciato a questo diritto).
I numeri sono terrificanti: 55 unità terrestri a fronte di 870000 abitanti un rapporto che stride e preoccupa: 1 soccorritore ogni 16000 abitanti.
Fortunatamente la statistica delle chiamate sono risultate normali, ma la domanda sorge spontanea: se per pura casualità avessimo avuto un incendio appartamento al settimo piano, un incidente stradale, una ricerca persona e un incendio boschivo quale sarebbe stato il risultato?
Non saremmo stati in grado di effettuare il famoso triage in quanto avremmo rincorso l’emergenza con conseguenze catastrofiche nel soccorso e nella sopravvivenza del cittadino.
Chi ha permesso questa malata organizzazione ha responsabilità pesanti sulla protezione e salvaguardia del territorio, compresi tutti i sindacati che hanno posto la loro firma nella Spending Review (Riordino nei pompieri).
Per fortuna che esistono forze, che pur in solitario, si oppongono alla svendita del Servizio Pubblico.
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