I nemici americani di Trump
LA STORIA SI RISCRIVE, di Gianfranco Campa
Le storiche elezioni americane si sono concluse con la vittoria di Donald Trump. Al mondo gira la testa; alle élites mondiali non basterà l’aspirina ad alleviare l’emicrania. Con la vittoria di Trump si è girato decisamente pagina, lasciando fuori dalla Casa Bianca una associazione a delinquere: la famiglia Clinton.
Dopo otto anni di Bill Clinton, dodici anni dei Bush, con l’intermezzo degli otto anni di Obama, ci si aspettava un ritorno al passato con la signora Clinton.
Un monopolio rotto solo dall’avvento di una figura estranea alla politica.
Certo che diventa sempre più difficile sfatare le teorie della cospirazione, che vedono nel sistema politico un’oligarchia a cerchio chiuso asservita a poteri sovranazionali. In retrospettiva Donald Trump ha già raggiunto la più grande delle vittorie: mettere fuori gioco e consegnare agli annali della storia due potenti dinastie, la famiglia Bush e la famiglia Clinton. I Bush e i Clinton, ma ci aggiungerei anche Obama, colpevoli di aver causato la morte di milioni di vittime innnocenti in guerre, rivoluzioni colorate, cambiamenti di regime avviati e sostenuti e attraverso l’intero globo negli ultimi trenta anni: Somalia, Serbia, Honduras, Iraq, Afghanistan, Egitto, Siria, Libia, Ucraina e via dicendo.
In questa ottica ci vuole un bel coraggio a sbandierare il pericolo dei fantasmi nazionalistici e populistici di Trump.
Con Trump gli americani hanno riaccarezzato l’idea di eleggere il primo presidente “nazionalista” dall’assassinio, nel Settembre 1901, del presidente William Mckinley. Tre cose suggellarono il destino di McKinley: la sua opposizione al primo concetto di globalismo, l’opposizione alla creazione di una banca centrale (la Federal Reserve) e la decisione di mantenere il dollaro agganciato al valore dell’oro, rifiutando l’idea di un sistema inflazionistico. Diceva McKinley: “…Sotto il libero scambio, il prodotto diventa il maestro e il lavoratore lo schiavo… Il libero scambio distrugge la dignità e l’indipendenza dei lavoratori americani…”
Due altri presidenti si sono opposti a questo sistema e tutti e due hanno fatto la fine di McKinley: Lincoln e Kennedy.
Alla morte di Mckinley assunse il potere il suo vicepresidente, Theodore Roosevelt; un interventista, globalista, anche lui vincitore, guarda caso, di un premio Nobel per la Pace (1906).
A pensare male si fa peccato, ma probabilmente Trump dovrà guardarsi molto alle spalle…
La Clinton ha basato la sua campagna elettorale su due punti fondamentali:
• eleggere la prima donna presidente alla Casa Bianca, mobilitando l’elettorato femminile contro Trump e usando l’espediente del sessismo come arma per distruggere il repubblicano
• presentare Trump come un personaggio pericoloso, amico di Putin e amante di dittatori e per questo nemico dell’America. Descritto inoltre come incapace di autocontrollo, così da squalificarlo come depositario delle chiavi dell’armamento nucleare. Un uomo pericoloso insomma, un Hitler reincarnato.
Una trovata semplice ma efficace che ha invertito le parti, rendendo la Clinton una donna accettabile e “moderata” e Trump un estremista fanatico.
Questa ultima tattica non è nuova ma è stata rispolverata dalla campagna presidenziale del 1964, tra il democratico Lyndon B. Johnson e il repubblicano Barry Goldwater. In quella famosa campagna, Goldwater viene descritto come un’estremista di destra, potenzialmente pericoloso, dal grilletto facile; un personaggio instabile, capace di innescare la minaccia nucleare. In un video famoso, pagato dai fondi della campagna di Johnson e trasmesso dalla televisione americana, si vede una bambina sfilare i petali della margherita in un conto alla rovescia che porta alla detonazione di un ordigno nucleare. Nel sottofondo si sente la voce di Johnson commentare il video con una famosa frase: “Questa è la posta in gioco…o ci amiamo a vicenda oppure periamo..” https://www.youtube.com/watch?v=dDTBnsqxZ3k
Osteggiato sia dai Rockefeller repubblicani (l’establishment di allora), sia dai Democratici per questa sua visione populista, Goldwater venne attaccato pesantemente su tutti i fronti; una battaglia impari che lo vide sconfitto, sommerso dalla valanga di voti a favore di Johnson.
Dopo le elezioni Goldwater, un uomo dal temperamento mite, ritornerà nell’anonimato come senatore in Arizona. Il suo rapporto con il partito Repubblicano rimarrà tormentato durante tutta la sua carriera politica, accusando i repubblicani, in più occasioni, di essere troppo radicati a destra, quindi posizionandosi più su una piattaforma di tipo centrista-liberale. Un politico ragionevole insomma che venne dipinto come un pericoloso guerrafondaio. Il pacifista Johnson, salvatore dell’umanità dall’altro canto mise in moto la macchina militare e politica che portò gli Stati Uniti alla guerra in Vietnam, con il sacrificio di oltre 50000 militari americani e oltre due milioni di vittime tra civili e militari vietnamiti. Se la storia insegna qualcosa, tenendo conto che la Clinton non ha mai affrontato una guerra con qualche dispiacere, se fosse stata eletta, allora il futuro del mondo sarebbe stato decisamente fosco…
La stessa tattica, è stata impiegata contro Trump. Una strategia politica brillante, già testata nella sua efficacia, talmente efficace da dipingere un uomo, senza nessun precedente politico decisionale su cui basare un giudizio, come un guerrafondaio e dall’altra parte, una donna, con anni di documentata schizofrenia geopolitica, amante delle guerre esportatrici di democrazia, come una persona calma e ponderata. L’unica cosa e che i Clinton non hanno calcolato è che, rispetto al 1964, il mondo dell’informazione e molto più aperto grazie ai social media; i crimini della Clinton sono stati esposti, non dai mass media tradizionali, ma dagli utenti Facebook, Twitter, YouTube e sopratutto WikiLeaks .
Trump entra alla Casa Bianca dopo una battaglia disumana, impari, combattuta su tutti i fronti, contro molteplici nemici sia all’interno che all’esterno del proprio schieramento. Trump ha dovuto difendersi dall’ establishment del proprio partito, dai falchi neocons i quali più volte sono usciti allo scoperto sostenendo la Clinton; da tutti i mass media, nazionali e internazionali; dalle grandi multinazionali, come Apple, General Motors, Ford, solo per menzionare alcuni; da banche e finanziarie, tipo Goldman Sachs, da investitori di hedge found come George Soros; dalla macchina Hollywoodiana, con attori e attrici famosi, musicisti e celebrità in genere; dalla segreteria dell’ONU, per finire dalla magistratura federale e statale.
Gli attacchi a Trump sono avvenuti in varie forme e modalità. Si sono inventati fantomatiche vittime di abusi sessuali (le sue accusatrici si sono tutte dileguate dopo le elezioni), hanno travisato le sue parole, costruendo una retorica al vetriolo intorno al suo personaggio, fino a reinventarlo, costruendoci intorno una figura alternativa a quella reale. Un Trump fittizio, venduto al mercato di masse semi-colte e di intellettuali elitisti, che lo hanno assorbito e rigurgitato come veritiero.
Bisogna dare atto alla macchina Clintoniana. Politici navigati che hanno sfruttato al meglio il loro potere mediatico, politico e finanziario con oltre un miliardo di dollari in contributi ricevuti dai soliti globalisti, moderni oppressori di popoli, burattinai della classe politica. In un mondo sano ed equilibrato una minaccia come la Clinton non avrebbe neanche dovuto arrivare cosi vicina alle soglie della Casa Bianca
Trump ha vinto, ma i suoi nemici rimangono, le nubi all’orizzonte sono sempre cupe e si preannunciano per lui quattro anni difficili. Sono i nemici interni più di quelli esterni da cui dovrà ben guardarsi. Gli ultimi saliti sul carro saranno i primi a saltarne fuori, al primo segno di rallentamento.
Fonte: http://italiaeilmondo.com/2016/11/11/la-storia-si-riscrive-di-gianfranco-campa/
Certo , Hilary e il suo apparato… uno schifo . OK . Ma anche questo articolo non e’ male a faziosita’ .
Si vede che e’ un momento eccitante per i neonazionalsocialisti : a maggio , quando vincera’ un’altra dei loro , la LePen , brinderanno ubriachi per due mesi…
EaEr7609 cos’è che fa schifo in questo articolo? Che non dice Trump brutto cattivo sessista razzista?
A me è sembrato interessante perché racconta episodi storici di presidenti isolazionisti che hanno fatto una brutta fine. Sono informazioni che non avevo.
Tu le avevi? Complimenti.
Non le avevi e non ti interessano? “E do te presindi?” dicono dalle mie parti? Ossia, come pretendi di voler esprimere una opinione su qualcosa se informazioni così rilevanti non ti interessano?
Non le avevi e ti interessano? E allora come ti viene in mente di dire che questo articolo fa schifo? Solo perché non dice che Trump è brutto cattivo sessista e razzista?
Purtroppo la sinistra è piena zeppa di stupiditi (non stupidi, bada bene), incapaci dei ragionamenti più elementari, figuriamoci di quelli che richiedono finezza.
In particolare, qualsiasi socialista non stupidito capisce che ogni scricchiolio del liberoscambismo, che si verifichi in paesi centro, da qualunque parte politica provenga, può essere utile ai socialisti italiani, salvo che lo scricchiolio provenga da movimenti o partiti antidemocratici. Non è il caso né di Trump, né della Le Pen.
Io non tifo da un bel po’ di tempo in politica internazionale, non tifo più nemmeno nelle guerre, né per le milizie sciite né per lo Stato Islamico, né per le milizie sciite che combattono in Siria né per i mujahideen sunniti. Ma è ovvio – lo capisce anche un bambino – che in Italia le condizioni oggettive favorevoli a idee socialiste si creeranno più se vince la Le Pen che se vince Hollande. Quanto a Trump, per il momento non credo che farà scricchiolare il liberosambismo, quindi resto scettico rispetto alla contentezza di alcuni amici (che comunque non hanno nulla a che vedere con Trump: semplicemente credono che la sua vittoria comporti certamente uno scricchiolio del liberoscambismo).
Le condizioni soggettive, ossia l’organizzazione, si creano, invece, soltanto se il tuo modo di sragionare viene sradicato dalla mente dei socialisti. Credere che la vittoria di Trump comporti certamente uno scricchiolio per il liberoscambismo, può essere una opinione frettolosa, non ponderata. Ma non implica nessuna simpatia per il personaggio o per le sue confuse idee. E credere che la Le Pen non sia un pericolo per la democrazia francese, potrebbe essere una opinione infondata ( io però credo sia infondata l’opinione contraria) ma comunque non implica nessuna simpatia per il suo movimento.
Questi nessi logici elementari, che spesso sono semplicemente sintattici, e senza i quali non bisognerebbe superare la quinta elementare, mancano troppo spesso ai militanti di sinistra. Ormai mi sono convinto che la spiegazione sia di tipo psicologico. Una malattia dell’anima li stupidisce. Perché possano riprendere a ragionare, devono guarire e per farlo devono interrogarsi in primo luogo sul REALISMO che è il fondamento di ogni pensiero e di ogni azione razionali ed effettuali: tutto ciò che non è fondato sul realismo è tifo, desiderio, chiacchiera, il nulla (per esempio, tutto ciò che ha scritto e proposto Toni Negri in vita sua).
“cos’è che fa schifo in questo articolo?”
Ho scritto che fa schifo l’apparato di Hilary , non l’articolo . Dell’articolo ho scritto che è fazioso ( e aggiungo ora anche complottista come nella migliore tradizione del populismo d’accatto ) .
“qualsiasi socialista non stupidito capisce che ogni scricchiolio del liberoscambismo, che si verifichi in paesi centro, da qualunque parte politica provenga, può essere utile ai socialisti italiani”
Ho qualche dubbio sul presupposto semplicistico , astorico , demagogico e populista del tuo ragionamento ( e poi non mi sembra nemmeno che voi di ARS siate dei socialisti : non ho letto nessun vostro documento dove vi prefiggete la socializzazione dei mezzi di produzione e la creazione di un’internazionale socialista . Secondo me , ma penso anche secondo qualsiasi persona intelletualmente onesta che vi abbia letto , la vostra è una posizione da destra sociale ) ma comunque con Trump non ci sarà nessun “scricchiolio del liberismo” , ci sarà solo un “liberismo xenofobo” come spiega bene Brancaccio ( http://temi.repubblica.it/micromega-online/brancaccio-il-liberismo-xenofobo-di-trump-non-aiutera-i-lavoratori-americani/ ) .
“Quanto a Tramp , non credo che farà scricchiolare il liberoscambismo”
Bé , mettiti d’accordo con te stesso..
“Credere che la Le Pen non sia un pericolo […] non implica nessuna simpatia per il suo movimento”
Davvero ? Mi è bastata una ricerca veloce ( ne ho pescati a caso solo due .. ce ne sono tanti altri , e non solo sulla Le Pen… ) :
https://appelloalpopolo.it/?p=6540
https://appelloalpopolo.it/?p=24767
Quanto agli “stupiditi” , ai “nessi logici elementari” , al “realismo” , al “guarire” da “tifo” e “chiacchera” e da “il nulla” ecc.. lascia perdere… che un demagogo nazionalista ( oltre a non vergognarsi per la sua propaganda politica ) dia lezioni di “realismo” , fa veramente ridere .
“Liberismo xenofobo”, per definire un programma che prevede il liberismo interno ma anche l’arresto di trattati liberoscambisti e che prevede la limitazione della circolazione delle persone, è un modo “di sinistra” (che qua significa ipocrita) per dire che parzialmente Trump arresterà il liberoscambismo. Io parlo del liberoscambismo, che riguarda i rapporti con l’estero, perché la posizione su di esso può incidere sull’italia, ben più di idee bislacche propagandate da Trump sull’economia interna (blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, riduzione delle aliquote e altro), rispetto alla quale votino e giudichino soltanto gli americani.
Qui parliamo di scricchiolio del liberoscambismo e Brancaccio, con la formuletta per radical chic de-cerebrati del “liberismo xenofobo” ha ammesso che ci sarà una qualche riduzione del liberoscambismo relativamente alla circolazione delle persone.
Pubblicare un discorso della Le Pen non significa simpatizzare per lei, figuriamoci per il suo movimento, che la elegge ma ne ha sconfessato, nell’ultimo congresso (o assemblea nazionale) tutta la linea (il suo movimento, in gran parte è più vicino al padre che alla figlia). Ma questi sono quei passaggi logici elementari che la vostra malattia non vi consente di percorrere. Perciò rimanete bloccati in un mondo di semplici(otti) che tuttavia, siccome presuntuosi, danno fastidio alla gente e infatti non vi ha votati più nessuno fino a farvi arrivare al 2%.
Quanto a noi, siamo sovranisti. L’unico socialismo che ci interessa è quello imposto o consentito dalla Costituzione, in parte realizzato nel trentennio glorioso. Ovviamente rispetto a voi siamo di destra, figuriamoci. Un altro sintomo della vostra malattia è dividere il mondo in due, destra e sinistra e dimenticare il centro, nonché l’esperienza storica che ha mostrato l’esistenza di varie sinistre e varie destre, nonché vari tipi di centrismo: auto-collocandovi poi voi all’estrema sinistra, tutto il resto diventa destra (capisci l’idiozia generata da questi processi mentali?). Restateci a sinistra, restateci. I sovranisti vi faranno le pulci: chi è “di sinistra” e sovranista potrà parlare con noi ma chi è “di sinistra” globalista o ha idee cosmopolite, sia pure nella forma de-menziale del “sogno”, da noi stia alla larga come tutti gli altri antidemocratici, fascisti consapevoli o inconsapevoli. I cripto liberali poi, quelli dell’antiautoritarismo, che diventa oggi antistatalismo, stiano ancora più lontano: se gli antidemocratici o contrari alla repubblica italiana (perché globalisti o cosmopoliti) sono avversari ideologici di nessun rilievo e futuro politico, i criptoliberali, che tanto amano definirsi di sinistra, invece, sono nemici politici.
applausi, applausi e ancora applausi
Trump non arresterà “parzialmente” il liberoscambismo , non solo perché , come ti spiega Brancaccio , in realtà lo ha già fatto Obama ( il quale “ha adottato oltre venti misure di restrizione degli scambi internazionali. Inoltre, il “Trade Facilitation and Trade Enforcement Act” approvato dal Congresso USA nel 2015 ha ammesso la possibilità di introdurre misure di controllo degli scambi verso quei paesi che accumulino surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti” ) ma anche perché “a volte Trump sembra volersi affidare ai controlli amministrativi sugli scambi, mentre altre volte sembra voler puntare sull’abbattimento della pressione fiscale per favorire le imprese nazionali e attirare capitali. Si tratta di linee d’azione diverse, la prima per così dire interventista e l’altra tipicamente liberista. Ho il sospetto che alla fine il nuovo presidente e il suo partito faranno più dumping fiscale che protezionismo.”( sempre Brancaccio ).
L’effetto che Trump avrà sulle politiche europee non riguarda tanto la sua opposizione o meno al TTIP ( che non si farà perché è già stato fermato dai noi europei ) , ma il rialzo dei tassi d’interesse americani ( contro le attuali politiche monetarie espansive della FED ) per attirare capitali ( anche italiani ) .
“Liberismo xenofobo” vuol dire che Trump adotterà politiche liberiste e xenofobe : spero non ci sia bisogno di riportarti citazioni per dimostrarti che Trump è sia un liberista che uno xenofobo ( ce ne sono a iosa , ce la fai anche da solo .. )
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Sul resto , si , lo so , per me la tua posizione era già chiara … A parte l’onestà intellettuale di chi , nel 2016 , accenna a soluzioni estrapolate fuori contesto dai trenta gloriosi dell’Occidente imperialista postbellico ( ripeto , nel 2016 , in tutt’altro mondo , nell’era dei BRICS e mentre comunica con me grazie al coltan africano ) ( e nemmeno durante i trenta gloriosi dell’imperialismo occidentale postbellico , per avere un po’ del “socialismo consentito dalla costituzione” , si sono applicate politiche di sovranismo nazionale.. figuriamoci oggi.. oggi l’unica sovranità possibile può essere solo transnazionale , o anazionale , o federale )… e a parte tutto il resto ( lasciamo perdere ) …Ripeto , per me chi , oggi , dice di voler applicare “solo il socialismo consentito dalla costituzione”( anche qui lasciamo perdere le definizioni.. ) grazie ad un nazionalismo sovrano , è solo un demagogo .. senza nemmeno gli strumenti per poter solo immaginare di abbozzare un programma realizzabile ( se non , con misure spot per placare la pancia dei loro votanti , nelle immancabili stronzate reazionarie ) : solo un ideologico ( nazionalista ) privo di qualsiasi reale efficacia sovrana . Un cazzaro che propaganda soluzioni locali a problemi globali . Un servo che può solo essere utilizzato come strumento coercitivo di controllo ravvicinato alle realtà sociali .
Insomma della peggior specie: sempliciotto ma presuntuoso,contrario alla regolamentazione dei flussi immigratori e quindi razzista, globalista e quindi antidemocratico. Non val la pena discutere oltre con voi, fino a quando non avrete concluso il lungo processo di guarigione, che dura molti anni.
A risentirci tra dieci anni, quando verificheremo i quale direzione è andato il mondo.
Io te l’avevo detto, caro Stefano, che per quanto potevate provarci ad essere politicamente corretti (in particolare sull’importazione di manodopera allogena), a prescindere sareste stati considerati fascisti dai sinistrati italiani.
Brancaccio, quel fesso che parlava dell'”uscita da sinistra”, ha già fatto abbastanza danni come tutti quelli come lui, a parte Mimmo Porcaro che è di un livello siderale al confronto, ed è anche onesto intellettualmente.
L’utente di cui sopra è la prova provata di quanto ho sempre sospettato: il progressismo è una forma di masturbazione.
Matteo, non sono così pessimista.
Intanto il libro di Barba e Pivetti è eccellente. E anche Cesare Salvi è arrivato a posizioni sovraniste. Poi c’è Carlo Formenti, ovviamente Bagnai e Barra Caracciolo, oltre a Mimmo Porcaro, Cesaratto e a Boghetta.
A questo movimento intellettuale – ma a Pivetti va dato atto di essere stato il primo da sempre – corrisponde anche una certa mutazione di idee, sia nel ceto solitamente definito semi-colto, sia al livello popolare.
In realtà, alcuni si scopriranno liberali e magari ammetteranno di essere stati sempre e soltanto liberali: ce ne saranno sia tra gli intellettuali, sia nel ceto medio, sia nel ceto popolare. Questi saranno avversari.
Una parte di militanti e stretti simpatizzanti “ideologizzati”, pur essendo astrattamente socialista, resterà imbrigliata in categoria assurde, che hanno fatto il loro tempo anche come categorie assurde e che la astringono al campo liberale. Questa parte sarà, e già è da tempo, completamente fuori gioco. Sono quelli che tu dici si masturbano.
Infine, la maggioranza dei votanti e dei simpatizzanti non ideologizzati o meglio non indottrinati, sarà sovranista.