La scuola è aperta (a tutti)
di STEFANO ROSATI (FSI-Riconquistare l’Italia Rieti)
Nelle leggi fondamentali si trova lo spirito di un popolo, la sua volontà. Confrontiamo allora la Costituzione con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea riguardo al diritto sociale per eccellenza: l’istruzione. Il diritto col quale la società si ‘riproduce’, si forma e si riforma veramente.
L’art. 34 della Costituzione si trova all’interno del titolo sui “rapporti etico sociali”, esprime il principio della “scuola aperta a tutti” e “obbligatoria” per almeno otto anni (il progetto redatto dalla Commissione dei 75 prevedeva che” la scuola è aperta al popolo”, impossibile non scorgere in questa formula il pensiero di Concetto Marchesi).
L’art. 14 CDFUE si trova invece in un capo intestato alla “libertà” e prevede che l’accesso gratuito all’istruzione obbligatoria sia una “facoltà” (ossia gli Stati membri possono anche non prevedere l’istruzione obbligatoria).
Queste scelte dicono moltissimo di come la Costituzione vede l’istruzione (qualcosa che riguarda i rapporti sociali, il vivere insieme e i doveri che ne discendono) e di come la vedono gli autori dei trattati europei (una libertà individuale). Secondo la Costituzione l’istruzione è un dovere; un dovere che vincola sia i poteri pubblici che i cittadini (genitori e studenti).
Se leggiamo la Costituzione non possiamo avere dubbi, nemmeno un attimo; il destino ineludibile della scuola è di essere “aperta”. Non è una scelta. I politici devono solo eseguire questo dovere. I genitori, i cittadini gli studenti devono pretendere che la scuola sia aperta. La riapertura della scuola è una priorità assoluta di una società che voglia restare viva e non rassegnarsi a una fine ingloriosa.
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