L’Euro secondo Stiglitz: anche la falsa sinistra dice “exit”
di COME DON CHISCIOTTE (Ramin Mazaheri*)
Sia “L’Euro”, cioè il sistema monetario che il libro che porta lo stesso nome, scritto dal premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, possono sembrare complicati. Partendo da quanto ha scritto Noam Chomsky, e cioè che nelle scienze sociali non c’è niente che non possa essere capito in un paio di minuti da un qualsiasi autista di autobus – e in effetti non si tratta né di calcoli matematici né di fisica – concedetemi solo tre paragrafi per farvi comprendere di che si parla:
Stiglitz fa correttamente due affermazioni accademiche indiscutibili: 1° – L’euro ha fallito nella sua promessa di portare prosperità e sicurezza – 2° – Non c’è nulla nella sua struttura organizzativa che preveda di poterlo cambiare.
Pensiamoci un momento e ci potremo render conto che questi due punti non costituiscono un attacco contro l’euro – sono dei fatti, il primo dei quali è chiaro per chiunque. Per quanto riguarda la seconda affermazione invece c’è da credergli, in quanto accademico qualificato, a meno che non preferiate controllare da soli, eventualmente passandovi un bel sabato sera a studiare la struttura dell’euro.
Dopo che dalla Francia ho seguito tutta la crisi della zona euro, per me è impossibile confutare l’ affermazione che la zona euro non sia riuscita a portare prosperità e sicurezza per l’uomo medio francese e che non ci sia niente nella struttura politica attuale che permetta di poter cambiare qualcosa.
Fidatevi. Comunque la prima parte è la parte principale.
Ho pensato di rileggermi il libro di Stiglitz, visto che Marine Le Pen del Fronte Nazionale può arrivare alla presidenza tra pochi mesi, molto grazie alla promessa di far uscire la Francia dall’euro.
E’ di vitale importanza rendersi conto che non sono solo gli ignoranti di destra – come me e come la Le Pen – che vogliono uscire della zona euro, ma anche un uomo dell’economia ufficiale, vincitore del premio Nobel è arrivato alla stessa conclusione. Io sto dicendo solo questo: Non è necessario essere d’accordo con noi, ma non si possono offendere gli euro-exiters- gli euro-scettici – chiamandoli stupidi o razzisti come è stato fatto con i Brexiters o con i Trumpers – ad un certo punto si deve accettare una discussione aperta.
“L’euro” è un libro molto buono e vale la pena leggerlo. Se si vuol conoscere la verità sulla zona euro, bisogna leggersi l’analisi di chi non ha interessi personali, come Stiglitz. Ma credere che l’euro debba continuare ad andare avanti, fa pensare al “fondamentalismo del mercato islamico”, non perché abbia qualcosa in comune con l’Islam, ma perché si andrebbe a suonare la stessa campana fanatica che rintocca sull’occidente come il “fondamentalismo”, o il “neoliberismo”.
Questo dovrebbe rendere visibile in modo cristallino lo squilibrio della base ideologica di tutta la zona euro: i neo-liberal non sono affatto preoccupati né dai 25 anni di fallimenti in Africa, né da un decennio perso in America Latina, e nemmeno da quello perso quasi completamente nella zona euro – più volte Stiglitz si sofferma su questo punto nel suo libro.
Quello che Stiglitz non riesce a fare è sottolineare che la vera radice della zona euro è il capitalismo e che l’ideologia che deve essere messa in discussione è proprio questa, non la semplice variante capitalistica del neoliberismo.
Potrei facilmente mettere insieme un po’ di fatti e sulla base delle mie esperienze sul campo mostrare i tanti difetti della zona euro e l’urgenza di doverne uscire o di sostituirla. Ma questa non è la sede. Qui vorrei parlare di qualcosa d’altro, e arrivo subito al dunque:
Stiglitz è un uomo di sinistra che può parlare sia come economista che come giornalista dei media mainstream.
È per questo che nel titolo scrivo “fake-leftists” – credo che nessun economista lo chiamerebbe “economista di sinistra”, ma a tutti gli effetti in economia è a sinistra quanto lo potrebbe essere una persona qualsiasi che non si preoccupi abbastanza di scavare fino alla radice dei problemi.
Stiglitz è a sinistra della destra, quindi sarebbe un centrista-che-tende-a-destra, quindi il fatto che sia costantemente presentato come un economista “progressista” è un errore che con questo articolo vorrei cercare di spiegare.
E come tanti “progressisti” che si trovano a corto di vero sinistrismo, anche Stiglitz non può credere ai suoi occhi e alle sue stesse parole.
I Falsi-Progressisti si tengono sempre fuori dai guai
Tante volte in “The Euro” Stiglitz arriva a conclusioni devastanti sul capitalismo, solo che si non le affronta – le tiene fuori dai guai – e si domanda come si sia potuto arrivare fino a quel punto. Questo è un fallimento intellettualmente indifendibile, intellettualmente insoddisfacente, regressivo e violentemente dannoso. Sfortunatamente, questo è tipico nella sua esposizione.
“L’austerità ha sempre e comunque avuto gli effetti recessivi osservati in Europa: maggiore è l’austerità, maggiore è la contrazione economica. Perché mai la Troika avrebbe dovuto pensare che questa volta in Europa sarebbe stato differente ? “Questo è ingannevole”.
Anzi no, non è ingannevole – è esattamente quello che ha sempre fatto il capitalismo. Proprio come hanno fatto in Africa e in America Latina, i neoliberisti vogliono imporre la loro controffensiva nel diritto del lavoro con delle deregolamentazioni, per tornare indietro nel tempo; in Europa volevano mettere fine alle regole-del-lavoro che gli europei si erano conquistati con decenni di lotte. In Francia – con Hollande, lo scorso anno, hanno imposto la “Legge Macron” malgrado le proteste di massa, e sono stati arrestati migliaia di manifestanti pur di farla approvare.
Di volta in volta Stiglitz presenta atti di accusa devastanti che attaccano chiaramente la premessa che il capitalismo persegua il buon governo sulla base dell’uguaglianza, solo per frenare e mettere subito la retro-marcia.
“Ma i programmi della zona euro sono stati un successo, nel senso che le banche tedesche e quelle francesi sono state rimborsate … forse i veri obiettivi della Germania e degli altri paesi creditori sono stati veramente raggiunti.”
Per chi non ha seguito l’ Europa da vicino, questo è esattamente ciò che è accaduto dopo l’inizio della crisi del debito sovrano europeo e il motivo per cui la gente ha perso fiducia nella zona euro: i paesi ricchi – Francia, Paesi Bassi e Germania – non hanno avuto nessuna solidarietà con gli altri abitanti della zona-media-dell’euro (cosa endemica nel capitalismo), e stanno spietatamente conducendo una colonizzazione economica contro le nazioni più povere (cosa endemica nel capitalismo). E sono le banche di Francia e Germania ad essere state salvate, non l’uomo medio indebitato in Grecia o in Finlandia, come Stiglitz dimostra più volte.
Spagna e Irlanda nel 2009, nemmeno avevano bisogno di un piano di salvataggio: avevano un surplus fiscale e un rapporto debito-PIL sani, ma ora non è più così. Anche se ancora la Grecia sta avendo effettivamente un surplus fiscale! Non importa – che abbiano stroncato i greci pur di poter restituire soldi alle banche del Nord e dell’ovest, forse per decenni.
Stiglitz ripete queste cose continuamente nel suo libro e le sostiene con fatti accademici. Eppure quando dice “forse i veri obiettivi ….” – con fare apparentemente ironico – non mette un punto interrogativo e questo non è stato un errore grammaticale, anche se la frase è chiaramente una domanda, ma Stiglitz chiude così l’argomento e passa ad altro. Indicativamente passa a parlare de “Il bisogno della crescita”.
Forse, se Stiglitz non fosse intrappolato nella sua ideologia capitalista, nell’ossessione del capitalismo per la crescita, avrebbe potuto inseguire la sua ipotesi (che corrisponde alla realtà) e avrebbe potuto andare ancora oltre. Ma ha mollato tutto, ha lasciato cadere la patata bollente, senza rendersi conto di avere una ossessione capitalista-programmata verso la “crescita”.
“Un cinico potrebbe dire che questo è lo spirito della legge: mantenere inalterati i rapporti di potere. Ma sono convinto che in Europa le leggi siano state trainate più dall’ideologia e da un credo economico sbagliato che da veri interessi personali “.
Non è affatto cinico dire che i capitalisti nella zona euro non hanno ancora modificato la critica di sempre verso le sinistre: che il capitalismo promuove inutilmente ed inefficientemente la concorrenza internazionale e le rivalità imperialistiche. Molti esponenti della sinistra l’ hanno ripetuto per decenni, lo dicono ora, e lo diranno fino a quando 1) il capitalismo non lo farà più – cosa che i capitalisti non vogliono – 2) il capitalismo troverà una soluzione a questo problema – altra cosa che i capitalisti non vogliono – .
In entrambi i casi Stiglitz, con tutte le sue lauree honoris causa, o non ha letto le basi del pensiero economico della sinistra, o le ha dimenticate, oppure le ha ignorate per la sua deviazione che lo porta a confermare la sua adorazione-non-progressista-del capitalismo.
Come tutti quelli che credono nel capitalismo, e come tutti quelli che vivono dei principali media 24 ore al giorno, Stiglitz invece di essere lungimirante guarda alla zona euro come una specie di caso isolato del capitalismo, fino a che arriva il momento di trarre conclusioni chiare e di logica condanna, ma se ne rimane nella sua torre d’avorio senza guardare al problema con una visione storica.
“La sua costituzione (della BCE) si fondava su assunti ideologici che erano di moda all’epoca (Stiglitz sta discutendo sul mandato della BCE, che è limitato ad occuparsi solo di inflazione, e non di crescita, o occupazione, ecc.). Questa impostazione, tuttavia, è sempre più messa in discussione, soprattutto dopo la crisi finanziaria globale del 2008 “.
Una ossessione per l’inflazione non è una “moda”, si tratta di un assillo del capitalismo da sempre. Perché? L’inflazione è chiamata “grande livellatore” per una ragione – riduce il valore delle fortune più immense, dato che i ricchi hanno da perdere molto di più per effetto dell’inflazione!
Ma riduce anche i debiti, quindi che Dio ce la mandi l’inflazione! Almeno per i debitori poveri, che riusciranno a ripagare il loro onere e a smettere di essere torturati. L’inflazione riduce anche il potere di interesse – e senza questo potere banchieri & usurai dovrebbero andare a cercarsi un vero lavoro per vivere, motivo per cui la temono tanto. E per finire mancando la stabilità tipica della cooperazione comunistica, una inflazione indotta porta alla recessione e poi al caos, che potrebbe arrivare da una rivoluzione che costringerebbe i ricchi a fuggire in qualche altro paese, portandosi dietro solo una parte dei loro illeciti guadagni (vedi rivoluzioni in Russia, Cina, Cuba e Iran per esempio).
Stiglitz sa – per tutti questi motivi – che l’ossessione per l’inflazione è un fondamentale, non una moda.
“Le tristi previsioni (economiche) hanno chiarito il concetto: quel poco che aveva capito la troika dei basilari di economia era spaventoso”.
Really? ? Possibile che tutte quelle teste d’uovo che guadagnano un pacco di soldi più di me, non capiscano proprio niente di quello che fanno? Il problema qui non è che chi ha un dottorato di ricerca non “capisce” di cosa stia parlando – ma il vero problema è la loro ideologia. Non è stata una cospirazione di stupidi o una banda di idioti – NO, è stato il capitalismo che è stato promosso sul comunismo.
L’ ideologia del comunismo mostra chiaramente che la zona euro è stata davvero una cospirazione – un cartello fatto da prestatori di denaro su larga scala. E per quale motivo un affare di questo genere doveva restar fuori della portata di certe banche il cui prodotto aziendale lordo annuo può superare la metà di quello di tutte le nazioni del mondo?
Stiglitz dice che nel periodo 1999-2007 la zona euro ha avuto ben pochi successi – “regnavano le divergenze” – cioè, i paesi ricchi prestavano ai paesi poveri della zona euro (redistribuzione economica). Ma quello che è successo è quei prestiti sono stati concessi durante un periodo di crisi e che non potevano essere restituiti.
Ma noi sappiamo che i banchieri hanno come loro obiettivo principale e di routine che si verifichino questi scenari del genere. E quello che è successo nella zona euro, è già successo in tutto il Terzo-Mondo durante i due secoli dell’imperialismo europeo – in cui i paesi indebitati sono stati raccolti a pezzi ( e comprati!) dagli stranieri.
Dire che i banchieri – quelli che hanno progettato l’Eurozona – o la troika non sapessero che cosa stavano facendo è patetico. Stiglitz mostre troppa simpatia per loro o, forse, o non disprezza abbastanza certi comportamenti “negligenti”.
«È stato solo un incidente, una scivolata, quello di optare per una tassa sulla proprietà che ha portato dolore e sofferenze ai greci e non ha toccato i loro oligarchi ?
“Questa – in qualche modo – è una onesta domanda che fa Stiglitz, e un lettore ideologicamente poco rigoroso potrebbe cullarsi in questo compiacimento, mostrando una qualche simpatia per chi sta orchestrando la ri-colonizzazione della Grecia.
Stiglitz fa la domanda, ma non prende posizione. Questo è quello che può fare una persona che – come lui – è un falso uomo di sinistra. Una forma di sinistrismo a cui nessuno vuole assimilarsi. Una sinistra che perde. Una sinistra che imbarazza quelli di sinistra nel dire che sono di sinistra.
Prendere posizione costringerebbe Stiglitz a cambiare la sua visione radicalmente a favore del capitalismo e metterebbe a rischio tutte le sue belle lauree honoris causa. (Ho una t-shirt con scritto “Where’s my bailout?- Dov’è il mio piano di salvataggio?”)
Dov’è la mia laurea honoris causa, eh? Centinaia di pagine scritte da gente impopolare della sinistra e le lacrime dei francesi per gli attacchi con i gas lacrimogeni non gliela faranno ritirare, eh?
Ma concludiamo : “No, non è stato un incidente! Succede sempre così. Queste decisioni a favore dell’oligarchia sono una routine nel capitalismo. Questo è solo un misero piccolo esempio che Lei, ha reso pubblico e che non ha nemmeno spiegato in modo corretto, Illustre Dr. Stiglitz, PhD, Esq, Rev., DDS!”
Perché preoccuparsi dei ‘fatti’ alternativi’ quando non ci si preoccupa della ideologia
I fatti non contano, perché nelle scienze sociali l’ideologia filtra tutto. Ancora una volta, non parliamo né di matematica né di fisica – se così fosse, la politica economica non sarebbe contestata e l’austerità non regnerebbe ancora.
I capitalisti hanno una ideologia e non vogliono che la si chiami “Islamic market fundamentalism” così la chiamano “neoliberismo”, ed è questo che alla base della zona euro. Lei, Dr. Stiglitz, vuole essere un capitalista e non un “fondamentalista del mercato islamico”, d’accordo? La zona euro è necessaria, dice? Bene. Proviamo a giudicare l’Eurozona in base alle sue condizioni neoliberiste: Come capitalista Lei, ovviamente, accetta che le recessioni economiche e le depressioni facciano semplicemente parte della vita, e Lei è disposto ad accettare che tutti ne soffrano ( o ne godano) le conseguenze.
Ma il giudice di qualsiasi politica capitalista è la durata e la profondità delle flessioni capitalistiche e da questo punto di vista la UE ha completamente fallito. Questo sarà un decennio perso. Ho pietà per quei poveri ragazzi disoccupati, perché stanno soffrendo per il rifiuto di accettare i fatti che chiedono-impongono un cambiamento di ideologia.
Esiste una alternativa alla zona euro – non è una scelta divina- e come scrive Stiglitz, i sistemi monetari vanno e vengono. Se esistono limiti strutturali che ci impediscono di cambiare l’euro allora è l’euro che deve andare via.
Cari lettori capitalisti, anche il vostro imperatore prenderà freddo, se continuerà a restare senza vestiti: dal 2007 la Germania ha avuto una crescita media annua dello 0,8% – questo è un fallimento, e questo è il vostro paese leader ? E questa è una storia di successi?
Joe dovresti saperla meglio
Ma Joseph Stiglitz, con tutte le sue lauree da testa d’uovo che lo rendono molto più intelligente di me e di qualunque autista di autobus, dovrebbe conoscere molto bene tutte le devastazioni del capitalismo, perché non si rilegge qualcuna di quelle pagine di economia scritte da quelli di sinistra, ogni tanto? Questo non è chiaro. Ma io dico che Stiglitz dovrebbe saperla meglio perché viene da Gary, Indiana, la mia ex città natale.
Gary, per chi non la conosce, è la porta americana dell’inferno industriale per eccellenza. E’ la cittadina più povera, più nera, più violenta dell’ America. Bianchi che fuggono, razzismo, capitalismo, inquinamento, droga, armi, nessun futuro – Gary è tutto quello che nessuno vuole. Non si può nemmeno paragonarla con un suo stereotipo dell’epoca sovietica perché al posto della vodka, c’è un razzismo umiliante, una violenza mortale e tanto crack. Gary è veramente un buco dove sono concentrati tutti i fumi che rutta l’acciaio e le peggiori puzze di ascelle d’America. La maggior parte della gente che vive nella vicina Chicago è troppo spaventata anche solo per fermarsi per il gas … e ai media mainstream o ai politici, di questo, non può fregargliene di meno.
La tristezza del passato, del presente e del futuro di Gary, avrebbero dovuto bastare a Stiglitz per rinunciare al capitalismo, ma non è stato abbastanza. Come la maggior parte dei “progressisti” che non vedono abbastanza lontano per trovare qualche differenza reale o duratura, tutto il tono del suo libro dimostra che Stiglitz “si preoccupa sinceramente”. Se ne preoccupa veramente e … questo fa di lui una persona più illuminata rispetto un qualsiasi fascista egoista.
Come la maggior parte dei suoi colleghi di una falsa-sinistra non discute mai di “classe”, ma ama discutere dell’ambiente. E se ci fosse una componente economica per i diritti dei bagni per i transgender, sono ragionevolmente sicuro che Stiglitz si sarebbe concentrato anche su quelli. Lui – nascondendosi da solo la vera interpretazione della sinistra – si accontenta di essere “disorientato” nel modo meno-poetico nella più triste delle “scienze” – e crea una falsa impressione di quello che “progressista” dovrebbe realmente significare.
Il meglio che il cuore mezzo-progressista di Stiglitz può fare è concederci qualche munizione per la lottare – ed è questo che fa con “The Euro”. Di tutto questo non ha colpa, ma nemmeno ci guadagna grandi onori. Qualcuno in una posizione influente come la sua sarebbe uscito dai canoni tradizionali e avrebbe proposto soluzioni reali invece di cercare di aggiustare qualcosa che, come ben sa, non può funzionare, è rotto: il capitalismo.
Il fatto di essere “frainteso” non Le dovrebbe far guadagnare premi in economia – la gente si merita soluzioni immediate.
L’euro ha dimostrato che non c’è “Terza Via”
Gentilezza, educazione, amore per i diritti umani non sono bastati all’Europa per poter dimostrare che capitalismo e comunismo possono combinarsi in un sistema fondato sul capitalismo. Questo è esattamente ciò che l’Euro avrebbe dovuto fare, ma il capitalismo è semplicemente troppo forte e deve essere limitato in modo drastico. La zona euro ha permesso all’imperialismo europeo di accendere la sua fiamma e questo dovrebbe essere cristallino per Lei più di quanto già lo sia per un numero sempre crescente di cittadini dell’Eurozona.
Quello che si sta formando, malgrado la recessione globale, è insieme di capitalismo e comunismo in un sistema basato sul comunismo.
La Cina è in forte espansione; Cuba ha avuto una crescita costante del 2% dall’inizio della Grande Recessione, nonostante il blocco genocida; dopo l’Iran nel 1989 (una vittoria del comunismo ignorata) un solo paese al mondo ha aumentato maggiormente il suo indice di sviluppo umano – la Corea del Sud.
Distruggere l’euro, sì, perché è stato realizzato in modo tale che (non) sia possibile riformarlo, come Stiglitz ha dimostrato ripetutamente. L’Euro è stata una unione economica prima che una unione politica, e le pene per cavarsela in qualche modo ed arrivare a raddrizzare l’unione politica farebbero troppo male a centinaia di milioni di persone per decenni – il prezzo è troppo alto.
Ci deve essere un altro modo, anche se chi è a favore dell’euro dovrà più volte piangere perché TINA: There Is No Alternative. L’euro è stato, dopo tutto, creato nel 1992 – l’URSS era finita e così è diventato “storia”. Questa filosofia antidemocratica è stata scritta nella struttura genetica dell’euro, secondo Stiglitz.
Ma l’unico modo per cui qualsiasi progetto paneuropeo potrà mai avere successo – e Stiglitz questo lo scrive più volte – è la solidarietà. Quello che non dice è che non c’è nessuna solidarietà pan-nazionale nel capitalismo.
Porta ad esempio il modello degli Stati Uniti, ma gli USA sono sempre stati, fondamentalmente, uno stesso paese. Non è come se gli Stati Uniti si fossero fusi con le tribù dei nativi americani o con i territori degli schiavi africani liberati. L’Europa ha bisogno di una propria soluzione, non di una copia di quella degli Stati Uniti, così come Cuba ha bisogno di un proprio modello, l’Iran del proprio, etc.
L’euro ha indubbiamente fatto diminuire il sentimento di solidarietà che sarebbe tanto vitale per qualcosa come l’euro che non ha mai funzionato bene. La Grecia diffida della Germania, che diffida del Portogallo, che diffida della Francia, che diffida di chiunque, compresi i francesi, etc.
Non ci può essere nessun dubbio su questo. Il progetto di un euro-capitalista ha rovinato la solidarietà europea, e io – intrepido reporter sul campo – posso dirvi che non vedo nessun “boom della solidarietà” all’orizzonte. Vedo l’estrema destra, il razzismo, il protezionismo e la chiusura delle frontiere. Perché? Ebbene, l’euro non è riuscito a portare prosperità e sicurezza, e si può anche chiederne conferma ad un capitalista-reazionario come Stiglitz!
La storia moderna dimostra che qualsiasi tipo di solidarietà – soprattutto quella pan-nazionale o razziale – richiede un impegno di ideologia comunista. L’URSS era l’unico impero basato su azioni positive, dopo tutto. Il comunismo è l’unica strada percorribile, come abbiamo visto per decenni. La domanda, se esiste, non è “se” ma “quanto”. Stiglitz, e tutto il suo capitalismo mascherato da falsa sinistra, riesce a vederlo, ma guarda da un’altra parte.
*Ramin Mazaheri è corrispondente capo da Parigi per Press TV e vive in Francia dal 2009. E’ stato reporter negli Stati Uniti, Cuba, Egitto, Tunisia, Corea del Sud e altrove. Ha pubblicato su diverse riviste, giornali e siti web, così come in radio e televisione.
Fonte:http://comedonchisciotte.org/leuro-secondo-stiglitz-anche-la-falsa-sinistra-dice-exit/
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