Euro e politica
da GOOFYNOMICS (di Roberto Buffagni, con commento di Alberto Bagnai)
Roberto Buffagni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “Cinque anni dopo: Macron e gli squilibri francesi“:
@ Pellegrina e Fabio Pini
Grazie per le repliche, rispondo sinteticamente.
1) Verissimo che “l’argomento euro è perfettamente sviscerabile in TV” e altrove, verissimo anche tutto quel che Alberto ci spiega generosamente qui da anni. Il problema è il seguente:
2) La razionalità c’entra fino a un certo punto. Quel che conta davvero è l’autorità di chi parla. L’autorità costituita, per il solo fatto di esserlo, garantisce il normale svolgimento della vita quotidiana di tutti, esattamente come il papà (di una volta) nella famiglia, e gode pertanto di un credito immenso, di un bonus sconto cazzate di valore inestimabile. Come dice Richelieu, “per il solo fatto di esserlo, il ribelle perde metà della sua forza”. Ricordo che in Italia, dopo una guerra persa, una guerra civile atroce, il disonore dell’8 settembre, la monarchia si prese una valanga di voti, la Repubblica ha vinto per un pelo e probabilmente con qualche aiutino/broglio. Secondo voi come hanno fatto gli europeisti a introdurre l’euro? Sulla fiducia, perché erano l’autorità costituita (ed è probabilmente così che se ne potrà/dovrà uscire). L ‘effetto di siderazione della propaganda, poi, è equivalente sul piano psicologico a un bombardamento a tappeto: non per il suo contenuto (prevalentemente cazzate) che conta poco più di zero, ma per l’ostensione di forza soverchiante, che appunto “sidera”, induce il timore reverenziale della potenza numinosa, l’inginocchiamento e l’obbedienza. I neoconservatori americani fecero uscire, prima della guerra contro l’Irak, un documento intitolato “Shock and Awe””, una lettura che consiglio caldamente a tutti. Il risultato è che el pueblo NON SI FIDA abbastanza dell’opposizione per affidarsi a lei (il celebre “salto nel buio”) e punto.
2) Perchè el pueblo si fidi dell’opposizione si devono dare queste condizioni: a) l’autorità costituita sta chiaramente mandando in vacca tutto, tipo guerra persa o miseria vera di massa che spaventa tutti (che NON c’è oggi in Europa) b) e/o l’opposizione si presenta come 10 volte più credibile dell’autorità costituita su un tema centrale, ed esprime con autorevolezza una persuasione GIA’ largamente maggioritaria nel pueblo. Ce n’è uno solo, è l’elefante nel salotto dei powers that be, ed è l’immigrazione. Io poi lo so che è un tema pericoloso, che è indissolubilmente legato all’economia, alla geopolitica, etc., e che se vai al potere sono quelle, le cose su cui intervenire. Ma non è su quelle che conquisti la fiducia e prendi i voti.
3) Inoltre, el pueblo NON è unido, né giammai lo sarà perché per quanto il programma economico sociale dell’opposizione alla UE possa essere sociale, desinistra, socialista, welfarista, paracomunista, etc., ci sarà SEMPRE una forza di sinistra “critica” tipo Mélenchon con NON si alleerà MAI con la destra (pregiudiziale antifascista, internazionalismo, se serve una conferma istantanea basta leggere Fabio Pini e i molti altri come Luciano Barra Caracciolo che tirano in ballo il fascismo per definire la UE, una realtà che con il fascismo c’entra zero). Il FN ha un programma economico socialista (vero) e si prende i voti del 34% degli operai francesi, ma gli altri voti sul sociale se li prende Mélenchon, se li tiene stretti, e non glieli darà mai.
4) Sintesi dei punti precedenti: Il Fronte Nazionale di Liberazione destra e sinistra unite contro la UE non si farà MAI. Invece il Fronte Nazionale di Collaborazione destra e sinistra unite PER l’Unione Europea è GIA’ stato fatto, si chiama Emmanuel Macron, e si becca una larga maggioranza di voti. Meditare.
5) A questo si aggiunga il fatterello che una volta andati, grazie a una costellazione favorevole o a un intervento della Madonna di Fatima, al governo, bisogna anche governare. Per governare bisogna avere qualcosa come 5.000 persone minimo, interne alla classe dirigente non solo politica, che siano competenti (in grado di mandare avanti la baracca Stato, economia, FFAA) e affidabili (che non ti pugnalino immediatamente alla schiena), sennò succede quel che è successo a Trump, che va al potere per miracolo e poi fa la politica della Clinton perché il gruppo ristretto che lo ha sostenuto non si aspettava che vincesse e non aveva il personale indispensabile per implementare la sua politica (e anche perché Trump è un coglione psicolabile).
6) In Francia, la destra gaullista e la destra cattolica FN il nucleo indispensabile di dirigenti nello Stato e nelle FFAA ce l’hanno, la sinistra no. In Italia la destra antiUe NON ce l’ha, questo nucleo, perché siamo come diceva il generale “un pauvre pays”, e dunque va creato da quasi zero.
7) Va sempre tenuto presente che dati gli attuali rapporti di forza, l’obiettivo strategico massimo a cui si può tendere è imporre una battuta d’arresto al nemico, e togliergli almeno temporaneamente l’iniziativa. E’ pura fantasy l’idea che si possa passare all’attacco, sfondare e rimpiazzare il sistema politico, economico e istituzionale con qualcos’altro. Non esiste proprio il trionfo sans larmes, con la vittoria della ragione, la riconquista della sovranità nazionale, il rispetto della Costituzione antifascista, il ritorno al compromesso socialdemocratico, insomma il back to the future. Il nostro nemico è più forte, molto più forte di noi su tutti i piani, consenso compreso, ha tutta l’intenzione e la determinazione di durare e di estendere le sue conquiste, e ha anche una ideologia e una cultura che a me fanno vomitare, ma sono dominanti e coerenti, molto più dominanti e coerenti delle cento ideologie più o meno intelligenti e coerenti che alimentano il nostro campo.
8) E concludo accennando al vero problema di fondo delle opposizioni alla UE e al mondialismo, vale a dire all’assenza di una teoria complessiva della società di livello paragonabile al marxismo. Oggi le opposizioni al mondialismo sono nella situazione delle opposizioni socialiste nel 1830, senza “socialismo scientifico”, e quindi annaspano, come annaspavano gli anarchici, i blanquisti, i socialisti alla Victor Hugo coi suoi Misérables, etc.
(…spero di non dover ripetere che siccome Roberto Buffagni è Roberto Buffagni, non è Alberto Bagnai, e quindi, per la proprietà antisimmetrica del non essere qualcosa di diverso da se stesso, io non sono lui. Esaurite queste doverose formalità e aspettato il primo pirla che “grazie professore per questo meraviglioso post” aggiungo due parole: tutto giusto e tutto vero, ma secondo me il punto più importante è l’ultimo. La sconfitta politica dei movimenti critici, anche quando hanno capito qualcosa, è in primo luogo una sconfitta comunicativa, è l’incapacità di comunicare quello che forse non c’è, ovvero un’ideologia, una visione del mondo, e l’essere costretti sulla negativa: no euro. Le Pen nell’ultimo dibattito è caduta in questa trappola comunicativa intaccando la propria autorità. Io ho provato, nei miei libri, a fornire una visione della società, ma non sono Marx – e nemmeno Keynes, e nemmeno Smith, e nemmeno la Rowling – altrimenti non starei a perder tempo qui con voi! Il lavoro da fare è quello, e qualcuno lo farà. Sono molto grato a Roberto per aver posto questa bella lapide sul “famoerpartitismo”, sul “famoertavolotrasversalismo”, e su altre intumescenze più o meno maligne del pensiero che personalmente ho sempre cauterizzato quando mi passavano accanto. Purtroppo per fare “erpartito” oltre all’ideologia – condizione necessaria – ci vogliono anche i soldi – condizione necessaria ma non sufficiente. Questo dice la storia. Per ora ci mancano due condizioni necessarie. Anzi: vi mancano: andate avanti voi…
Per il resto, sulla categoria di fascismo ci si potrebbe confrontare. Pinochet possiamo chiamarlo “diversamente strenuo difensore delle libertà civili dei propri oppositori”. Il problema è che se scegli questa strada, lui ti garrota senza nemmeno darti la soddisfazione di gridargli in faccia: “fascista!”. Mi spiace molto per quelli che “la destra sociale”, ma a me la lettura che Luciano dà del nazifascismo come ricorrente fase acuta del liberismo – sostanzialmente, come un liberismo che non riesce più a convincere i lavoratori ad amputarsi diritti con le buone – convince molto. Va da sé che chi blatera di neoliberismo non sarà d’accordo – ma questo non è il caso di Roberto: il neismo è una malattia “de sinistra”.
Ovviamente, si apra la discussione, ma io devo rivedere un pezzo lungo per Micromega e quindi non so quando potrò starvi dietro nell’immediato…)
fonte: http://goofynomics.blogspot.it/2017/05/euro-e-politica.html
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