Minoranze egemoniche
di STEFANO D’ANDREA
Molti sovranisti si scoraggiano perché osservano che la maggioranza non è informata e spesso non ha le capacità logiche necessarie per informarsi e capire.
Sbagliano.
Il Risorgimento fu opera di minoranze. L’Italia liberale fu gestita da minoranze. La marcia su Roma fu organizzata da minoranze. Durante il fascismo, l’antifascismo fu minoranza. La resistenza fu un fatto di una minoranza. I vertici di questa minoranza decisero i candidati alle elezioni dell’Assemblea costituente. I partiti della prima Repubblica furono diretti da minoranze ed ebbero ai vertici, per lunghissimo tempo, le stesse persone che li dirigevano nel 1943-45. Il colpo di stato del 1981 fu organizzato e compiuto da una piccolissima minoranza (Andreatta e Ciampi). Il colpo di stato del 1992-1994 (Maastricht) fu organizzato e voluto da minoranze. La gestione distruttiva dello Stato italiano nella Seconda Repubblica è stata voluta e diretta da piccole minoranze.
Il problema non è diventare maggioranza. Il problema è sviluppare capacità fino al punto da divenire e restare egemonici. Ovviamente sono capacità che si acquisiscono con il tempo e hanno senso soltanto all’interno di un progetto che guardi alla storia e non alla propria vita, un progetto che si collochi nei tempi storici e sia indifferente alle esigenze individuali degli appartenenti alla minoranza che agisce (Lenin diceva che la rivoluzione russa era stata l’esito di ed era stata preparata da 50 anni di rivolte ribellioni e tentativi di movimenti rivoluzionari).
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