Ok dell’Olanda all’accordo di associazione UE-Ucraina
di OCCHI DELLA GUERRA (Lorenzo Vita)
Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha ottenuto la sua prima vittoria politica nel nuovo e difficoltoso corso dell’Olanda post-voto. Il Senato olandese, con cinquanta voti favorevoli e venticinque contrari, ha ratificato l’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea. Un voto fondamentale perché grazie all’approvazione dell’ultimo Stato che ancora mancava all’appello, e cioè l’Olanda, si è giunti alla ratifica di tutti i Parlamenti europei per l’accordo di associazione fra Kiev e Bruxelles. Un voto che non è stato ottenuto con facilità da parte dei Paesi Bassi, avendo per molto tempo diviso l’opinione pubblica del Paese tanto da provocare un referendum consultivo con cui l’elettorato olandese aveva bocciato con larga maggioranza l’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea.
Proprio per via di questo referendum, il premier Rutte aveva chiesto una modifica dell’accordo per riuscire a convincere le due camere del Parlamento olandese a ratificare l’accordo superando il voto contrario della consultazione. Una consultazione non vincolante, ma che comunque aveva provocato un certo imbarazzo nei parlamentari dei Paesi Bassi, consapevoli di non poter votare un testo rigettato dalla maggioranza degli elettori. Per superare l’impasse del Parlamento, Rutte e il suo governo cominciarono una serie di consultazioni con l’Unione Europea al fine di giungere a un compromesso per cui la ratifica dell’accordo di associazione non avrebbe vincolato l’Europa a una futura adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Una richiesta che era stata alla fine accolta da Bruxelles e che aveva tranquillizzato sia l’elettorato euroscettico olandese, sia i parlamentari che non volevano che dietro questo accordo di associazione si celasse un impegno militare e politico dell’Europa sul fronte ucraino.
Così, dopo due anni di attesa, con l’ok del Senato, i Paesi Bassi sono diventati l’ultimo Stato a ratificare l’accordo e l’Europa e l’Ucraina possono brindare alla riuscita finale di un accordo che sembrava dover naufragare. Una questione sentitissima da una parte e dall’altra, tanto che Jean Claude Juncker, dopo pochissimi minuti dalla notizia del via libera del Senato de L’Aia, ha emesso un comunicato con cui ha dichiarato tutta la sua felicità per la fine dell’iter. Un comunicato con cui però il presidente della Commissione Europea si è lasciato sfuggire una frase che avrà sicuramente delle ripercussioni, sia sulla fragile sopravvivenza del nuovo governo Rutte, sia sulle stesse relazioni fra Mosca e Europa. Nel comunicato si legge, infatti “il posto dell’Ucraina è in Europa”. Un messaggio che va certamente al di là del semplice accordo di cooperazione e che conferma i sospetti dei parlamentari olandesi che non volevano dare il placet a un patto che prevedesse una futura entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea.
Con l’entrata in vigore dell’accordo di associazione, Ucraina e Unione Europea avranno comunque una serie di legami che renderanno, di fatto, Kiev un satellite europeo, seppur non formalmente dentro i ventisette di Bruxelles. L’accordo di associazione prevede l’assenza di visti per i cittadini ucraini che hanno già il passaporto biometrico, con possibilità di residenza per tre mesi all’interno di uno Stato dell’UE senza permesso di soggiorno. È inoltre previsto l’abbattimento di dazi commerciali tra Kiev e i Paesi dell’Unione, collegando quindi l’Ucraina all’area di libero scambio europea. L’Ucraina s’impegna nell’attivare una serie di riforme aperte al mercato, alla concorrenza e alla fine dei monopoli statali, e per allineare l’ordinamento statale a quello europeo in una serie di settori quali quello energetico, quello dei trasporti e quello intellettuale. Inoltre, viene dato ampio risalto al tema della corruzione, che l’Europa pretende venga abbattuta per entrare nel proprio sistema di diritti.
L’accordo di associazione, adesso, non prevede alcun obbligo di adesione dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma è chiaramente un punto di partenza importante. Seppur nel breve termine è impensabile un accesso di Kiev nell’Unione, un accordo che prevede l’ingresso in un’area di libero scambio e che prevede l’allineamento della legislazione ucraina a quella europea non è certamente un profilo da sottovalutare. L’Unione Europea, in questi anni, aveva sempre sostenuto la necessità di questo accordo per mostrare alla Russia che l’Europa faceva fronte comunque a favore delle richieste di Kiev di sganciarsi dall’orbita di Mosca. Lo stesso Rutte, prima delle elezioni, aveva sostenuto che la ratifica olandese avrebbe determinato la crescita del blocco europeo contro le “politiche destabilizzanti di Putin”. E se le parole hanno un peso, è evidente che da parte di Mosca non possa esserci grande serenità nell’accoglienza di un accordo che ha tutta l’aria di essere un primo step per vedere la Russia sempre più isolata rispetto al continente europeo e l’Ucraina sempre più inserita nel sistema occidentale.
fonte: http://www.occhidellaguerra.it/ok-dellolanda-allaccordo-associazione-ue-ucraina/
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