La sinistra e l’istruzione
di GOOFYNOMICS
(…fra poche ore ho un concerto a Frascati. Poi proseguo per Pescara, dove, lunedì mattina, inizio un breve corso di quattro ore per quattro giorni sull’analisi delle serie storiche. Penso di partire dalle nozioni elementari sui processi stocastici, e di arrivare, se il Signore mi assiste, allo studio dei filtri lineari nel dominio delle frequenze. Mi sono chiesto se fosse il caso di preparare slides. Mi sono risposto di no.
Nel mondo, chi sa fa e chi non sa insegna. All’università, chi sa insegna e chi non sa fa slides. Il flusso ottimale dell’erogazione didattica è quello del gessetto sulla lavagna. Il pennarello già non va bene, è troppo veloce, e troppo colorato. I poveri dottorandi si annoieranno? Fatti loro! Sono il penultimo anello della catena alimentare accademica, e anche se io non sono certo il primo, a loro toccherà subire. Sono proprio curioso di vedere come la prenderanno. Lego questa mia decisione a due fatti recenti.
Ieri sera Roberta a cena ricordava l’idea bislacca di diseducare i ragazzi allo studio individuale, commentando che la mossa era politicamente azzardata, perché rendeva evidente la volontà dei nostri governi, da quello dove si distinse Luigi Berlinguer in giù, di distruggere il nostro sistema di istruzione. I nostri politici si lamentano, con lacrime di coccodrillo, del fatto che i nostri giovani migliori sono costretti ad andare all’estero, ecc. A parte che chi li costringe sono loro, i politici, con le loro scelte dissennate – questo blog nacque per denunciarle – il punto è che fra un po’ giovani migliori non ce ne saranno più: un anno di istruzione superiore in meno, niente compiti a casa, presidi sceriffo e precariato diffuso, programmi infestati dalla propaganda (Giulia inizia studiando l’identità europea!) e scritti dai pedagoghi diversamente ligi al fisco dell’OCSE (vi pare normale che al linguistico – o anche a ragioneria – si studi analisi matematica?
Quella è roba da scientifico, cari…). Questa è una aggressione coordinata e continuativa a un modello che funzionava, perché insegnava a pensare, e perché portava i nostri studiosi in posizioni di eccellenza non solo scientifica ma anche accademica in tutto il mondo. Perché la sinistra vuole distruggere la nostra cultura? Parte della risposta temo sia nel post precedente: per gli stessi motivi per i quali è passata da una giusta, vibrante difesa dell’indipendenza nazionale, a una squallida, gesuitica subalternità a potenze straniere.
Essere indipendenti significa in primo luogo pensare con la propria testa: e per poterlo fare, occorre essere avviati all’uso di quello strumento critico che il capitalismo massimamente teme: il libro senza figure. Se solo oggi un pedagogo capisce cosa io abbia inteso, sottolineandovi per anni l’importanza di questo strumento, devo pensare che la maggior parte di voi non lo abbia ancora capito e non lo capirà mai…)
Stefano Longagnani ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “La retorica dell’eccellenza”:
Prendo spunto dal post su Facebook, dove a proposito di questo post Alberto scrive «oggi niente grafici», per condividere con voi una (tarda e triste) illuminazione.
Oggi su Amazon ho letto un commento di uno studente universitario, tale Rob, che recensiva un testo di storia che ha acquistato, indicatogli come testo di studio dal proprio professore.
E leggendo ho capito. Ho finalmente capito l’insistenza di Alberto sui ” libri senza figure”.
Lo studente nella sua recensione ha assegnato un giudizio pessimo al testo d’esame soprattutto perché «E’ quasi assente un qualsiasi tipo di aiuto mnemonico(riassunti, schemi, linee del tempo, esercizi)e le cartine sono poche e in toni di grigio (!)» (il punto esclamativo tra parentesi e la mancanza di spazi sono nell’originale). E ha ribadito che tale libro «come manuale è decisamente sconsigliabile (opinione condivisa da tutti gli studenti universitari con cui mi è capitato di parlarne)», ma che «il libro non è pensato come manuale, ma per come testo per lettori interessati alla materia» (errori già presenti nella recensione originale).
Capite?!
Non si tratta di un testo idoneo allo studio, dato che è scritto per lettori “interessati”!
Questi poveri ragazzi sono talmente abituati ai libri scolastici odierni, pieni zeppi di premasticati “aiuti mnemonici”, che si abituano alla presenza di tali “aiuti”. E senza tali “aiuti” fanno fatica ad approcciare un libro “senza figure”. Arrivano a considerare tali aggiunte un supporto INDISPENSABILE al “proprio” pensiero, non accorgendosi che di “proprio” nella loro testa rischia di non esserci più nulla.
Non si rendono conto di aver studiato per anni su riassunti, schemi, mappe, ecc. elaborati da altre teste, non dalla propria.
Infatti i riassunti, gli schemi, le mappe concettuali già a disposizione, oltre ad effettuare una selezione del materiale secondo i criteri di chi li crea, inibiscono la capacità di ragionare con la propria testa, proprio perché esternalizzano il pensiero, e quindi dispensano dallo scegliere ciò che è importante ricordare e collegare.
Senza individuare autonomamente i concetti chiave, senza evidenziare da sé le relazioni che li legano e quindi senza produrre in proprio i supporti alla memorizzazione (ed alla comprensione), il pensiero critico semplicemente non c’è.
…
Pev non pavlave delle cavtine in scala di gvigi…! Che ovvove!
Postato da Stefano Longagnani in Goofynomics alle 17 settembre 2017 10:19
(…bravo, Stefano, bravo: meglio tardi che mai…)
Fonte:http://goofynomics.blogspot.it/2017/09/la-sinistra-e-listruzione.html
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