FSI partecipa ad incontro No Guerra No NATO a Genova… con Marco Mori
Sabato 7 ottobre io e Pietro Santoro abbiamo partecipato ad un incontro del gruppo No Guerra No Nato su invito di Tito Castiglioni, nostra nuova conoscenza nel territorio ligure. Oltre a partecipare, abbiamo contribuito a diffondere l’incontro in rete e abbiamo rivolto l’invito a Marco Mori che, nonostante il poco preavviso, è stato ben lieto di intervenire.
L’incontro prevedeva un intervento di Simone Lombardini (dottorando in Economia a Genova) sulla politica della NATO e suoi effetti sul nostro paese, e uno di Marco Mori sul concetto di sovranità costituzionale. Moderava Sergio Contu.
Qui allegati i video dei due interventi:
In breve si è parlato di NATO, basi militari, politica nucleare, sovranità, polizia ed esercito europeo, geopolitica e altro. Erano presenti una trentina di persone, tra cui parecchie nostre conoscenze. Gli interventi sono stati numerosi e sentiti. Anche io e Pietro siamo intervenuti. Abbiamo detto di appartenere al Fronte Sovranista Italiano e spiegato brevemente il nostro progetto politico. Abbiamo cercato di dare una via di uscita dall’immobilismo e dalla paura, cercando di far capire cosa ognuno di noi può fare per il proprio paese. Creare e consolidare una nuova classe dirigente, senza pensare alle difficoltà imminenti ma pensando alle possibili vittorie future.
Finito l’incontro ho distribuito qualche volantino alle persone interessate, e ho chiacchierato piacevolmente con la maggiorparte dei presenti. Mori è stato molto gentile e disponibile anche a organizzare altre iniziative in liguria insieme a noi. Di sicuro accetteremo il suo aiuto e consiglio.
Un’iniziativa non prevista ma molto positiva, per far conoscere il sovranismo e il Fronte sempre di più a Genova.
Ci libereremo!
Davide Visigalli
Nel video Marco Mori pone un limite di tempo che mi pare oggettivo. Mi spiego: giustissimo considerare senza senso la prospettiva del “non cè tempo”, ma ho altrettanti dubbi sulla prospettiva del ” abbiamo tutto il tempo che vogliamo”. direi che possiamo considerare l’ unione militare come il punto di non ritorno entro il quale liberarci. sbaglio?
È un tema importante. Il nostro sentire è “dobbiamo prenderci il tempo che ci occorre”. Questo non vuol dire che sottostimiamo il problema, anzi. Vuol solamente dire che dobbiamo accettare la realtà e aver capito che per formare un grande partito che domini la politica italiana, servono anni di militanza. Nel mentre, dobbiamo sfruttare tutte le occasioni che arriveranno per ottenere risultati che siano in linea con le nostre aspettative ma non irrealizzabili sul piano pratico. Per questo ci candideremo alle regionali e non alle politiche del 2018. È un discorso di forze in gioco.
Sicuramente la situazione in Italia e in Europa potrebbe peggiorare ed esiste la possibilità che si legiferi per contrastare un ripristino dell’ordinamento costituzionale. L’esercito europeo farebbe accelerare il processo di unione politica europea. Per ora non so quanto l’intento politico vada in questa direzione. Probabilmente rimarrà un esercito non imponente gestito da più stati e quindi poco reattivo. Le previsioni a medio termine non sono affidabili. Vedremo.
Comunque anche.nel caso peggiore, l’unica cosa che possiamo fare è organizzarci e resistere. Sarà più difficile ma è sempre possibile ribellarsi allo status quo.
La.storia non finisce, lo vorrebbero, ma non è così.
Grazie Davide per la precisazione, ho anche apprezzato il discorso di Ferrazzano (mi sembra, o forse di un altro ma non è importante di chi) all assemblea nazionale, quando dice che sostanzialmente la coesione è ancora piu importante del numero, non serve infatti crescere di numero se poi ci si divide, un altro buon motivo dunque per coltivare la pazienza e tenere a bada la fretta. grazie ancora.