La filosofia è viva, vegeta e cambierà ancora il mondo
di MARCELLO VEZZOLI (FSI Brescia)
Accantonando i tanti grandi nomi della “santa catena” (Hegel), anzitutto ammettiamo che la filosofia contemporanea versa senza dubbio in stato di ibernazione, anche se esteticamente preferirei definire questa condizione tanatosi, ovvero quello stato di morte apparente, tipico di determinati animali, in costanza di alcune condizioni minacciose.
La filosofia, come esigenza ancestrale e connaturale dell’essere umano, ne rappresenta ineluttabile emanazione della stessa struttura ontologica… vale a dire che l’uomo, essendo natura animata e pensante, è il primigenio, e unico, ente espressivo di natura, la quale ad un certo punto giunge ad esser capace di riflettere se stessa; per cui è da scartare, in quanto impensabile, che la filosofia, antropologicamente (come è già stato rilevato) possa mai esaurire irreversibilmente il suo circolo… essa cesserebbe di esistere laddove, per assurdo (si spera) si estinguesse la specie umana.
Anche in epoche apparentemente oscure, sterili e statiche speculativamente, il pensiero filosofico permane comunque, sotto le sembianze di forme anche molto differenziate tra di loro, oscillanti tra svariate morfologie, più o meno qualitativamente espansive, influenzate dai tempi di riferimento, a loro volta modellati, quale parziale portato di taluni specifici coevi indirizzi culturali.
Il primo fattore procreativo della filosofia è l’ente umano, il secondo il tempo, lungo il quale l’umano si dispiega, ragion per cui la risposta al quesito filosofico in se stesso, riposa nell’assoluto della totalità storica in divenire, dal principio, sino ad un omega astratto, tendente asintoticamente all’infinito.
Si tratta, quindi, solo di forme diversificate, storicamente e geograficamente necessitate, assunte dal pensiero filosofico, per cui i fermenti dell’umana verità sono in atto anche oggi stesso e attendono soltanto il proprio erompere, la propria rivelazione, riversando gli effetti in innovative declinazioni storiche dell’universo politico, essendo la dimensione filosofica, necessariamente, teleologicamente interconnessa privilegiatamente con quella politica e giuridica, oltre, naturalmente, ad esserlo con le tante altre espressioni dello spirito umano, dalla religione, all’arte, alla letteratura, alla scienza.
Oggigiorno, la deriva involutiva politica, a sua volta scaturigine di certe vicende dello spirito umano, ha risospinto il pensiero nel profondo del suo letargo, ma il risveglio della filosofia, in quanto impersonante l’autentica natura umana sempreviva, è in agguato, rivendicando la propria rifioritura anche sul più arido e inospitale asfalto, cosicché, quando risboccerà la pianta filosofica, conseguentemente, almeno per me, si rimodellerà anche l’assetto socio politico.
La filosofia è ancora viva e rivoluzionerà il mondo.
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