Banchetto sovranista a Bologna
Sabato 18 novembre il FSI Emilia-Romagna è tornato in una delle sue ormai abituali postazioni in centro a Bologna (in via Ugo Bassi) per allestire il suo banchetto tricolore e dedicarsi al volantinaggio e alla divulgazione delle analisi e proposte del FSI. Il banchetto inizia con il sottoscritto, la sempre presente Angela Pedrini e Lorenzo Sambri, che verso le 10.30 montano il banchetto con le bandiere in bella vista sotto il portico e sulla strada, e danno il via alle operazioni della giornata. Come già scritto su queste pagine via Ugo Bassi si dimostra un’ottima postazione per la consegna dei volantini, e tanti ne verranno consegnati nel corso della giornata; tante anche le occasioni per fermarsi a far due chiacchiere con cittadini incuriositi dal nostro progetto. Nel corso della mattina si presenta un’amica di Angela che molto gentilmente ci offre il caffè e si ferma un po’ a parlare con la nostra collega, mentre tra un volantino e l’altro io e Lorenzo scambiamo idee e ci aggiorniamo sulle ultime novità riguardanti le nostre attività in regione. La mattina scorre tutto sommato tranquilla, e poco dopo pranzo Lorenzo ci saluta. Il flusso di passanti cala fisiologicamente nel primo pomeriggio per poi riprendere più vigoroso dopo le 16: nel pomeriggio per fortuna arrivano i rinforzi: Isotta Bassini ci raggiunge e torniamo ad essere in tre per affrontare l’ultima parte della giornata, che in effetti si dimostra più densa di incontri della prima (notiamo infatti, nel tardo pomeriggio, una maggiore disponibilità dei passanti a fermarsi a chiacchierare). Tra gli incontri più interessanti della giornata posso senz’altro ricordare quello con un giovane operaio di 30 anni, molto consapevole dei temi del sovranismo, che si ferma a parlare con noi al banchetto e che si dice molto interessato alle nostre proposte: i contatti vengono scambiati e (è notizia dell’ultim’ora) verrà a bersi una birra con noi per parlare con più tranquillità e conoscerci meglio. Un altro signore si ferma al banchetto, parliamo un po’ e con piacere constatiamo che ci dà ragione praticamente su tutto, dimostrando di aver già inquadrato per conto suo molti dei problemi che ci stanno più a cuore come sovranisti: il contatto viene scambiato e speriamo di rivederlo ad un altro dei nostri banchetti o eventi. Altro incontro interessante è quello con una ricercatrice universitaria in astrofisica (specializzata nei Lampi Gamma, affascinanti quanto terrificanti fenomeni astronomici), di passaggio a Bologna perché a breve in procinto di trasferirsi in Polonia per continuare le sue ricerche. Mi ha raccontato un po’ dei grossi problemi che una ricercatrice come lei, nonostante sia super-qualificata, ha nel proseguire la sua carriera nell’università italiana, tra baroni e offerte lavorative al limite dell’umiliazione: nonostante l’eccellente scuola di astrofisica che abbiamo nel nostro Paese lei si dice ormai abituata a vedere la sua vita come “nomade”, alla ricerca di posti di lavoro adeguati in giro per il mondo, e che ora la prossima tappa sarà la Polonia. Naturalmente il discorso è finito sull’Unione Europea e qui la mia interlocutrice ha inizialmente affermato che l’UE sarebbe una cosa buona perché, data la situazione difficile in cui versa il suo lavoro, tutto ciò che aiuterebbe la libera circolazione delle persone sarebbe per lei un vantaggio. Io ho replicato che una studiosa di valore come lei (a parte le necessarie e auspicabili esperienze e collaborazioni all’estero) dovrebbe prima di tutto poter contare su una Patria che valorizza le sue competenze sul territorio nazionale, ed inoltre l’ho invitata a non invertire la causa con l’effetto: le sue difficoltà lavorative (connesse con la capacità dello Stato di investire in ricerca di alto livello) non sono risolvibili tramite la UE (e l’Euro): sono la UE (e l’Euro) una parte importante delle cause delle difficoltà che lei ora sperimenta, e che la stanno costringendo a lasciare l’Italia per la Polonia! Ho allora provato a darle qualche informazione di base sugli effetti depressivi e anti-sociali che l’adesione all’Euro comporta e sul contenuto neoliberista dei trattati Ue: vedevo che mi ascoltava con interesse e con apertura mentale (da una scienziata non mi aspettavo nulla di meno!), anche se ammetteva di non saperne molto di economia. Saremo riusciti a piantare un semino di pensiero critico sovranista in questa valente e bistrattata ricercatrice? Io lo spero! Riflessione (ma chi milita da un po’ questa cosa la sa già benissimo): il livello di cultura non è un indicatore fortemente correlato con la consapevolezza sui temi politico-economici più fondamentali (secondo le nostre analisi) del tempo in cui viviamo: insomma non è il caso di avere remore di fronte a “titoli” importanti: giochiamocela con tutti, dal manovale al professionista (che magari legge “Repubblica” e pensa di sapere già tutto): tutti possono essere “sbilanciati” (in senso buono) e invitati e rivedere le loro posizioni sull’incubo sovranazionale in cui siamo stati precipitati da una classe dirigente scellerata. Nel tardo pomeriggio è poi passato a trovarci un nostro simpatizzante di Bologna, un giovane studente di giurisprudenza che ci segue da tempo: con lui e con alcuni amici di Isotta passati al banchetto abbiamo avuto modo di fare dei discorsi interessanti, abbiamo loro presentato le nostre proposte e abbiamo potuto constatare il loro interesse e la loro simpatia per il nostro progetto. Il banchetto si è concluso, come di consueto, alle 19.30. Smontato e caricato sul nostro carrellino “tattico” è ora in attesa per la prossima azione a Bologna. Un passo alla volta, CI LIBEREREMO!
Antonio Gisoldi
Commenti recenti