La rivoluzione liberale delle care vecchie elites: per “formare” i leaders dell’opinone pubblica
di LUCIANO BARRA CARACCIOLO
(Dedicata agli “anticomunisti” senza comunismo e ai metafascisti allergici allo studio…)
Stando con Marshall, che ne diverrà un grande oppositore, lo PSYCHOLOGICAL STRATEGY BOARD «prevede un «apparato» per la produzione di idee che presentino l’American way of life [aka capitalismo liberale, aka economia di mercato, aka “neoliberismo”] su « basi scientifiche e sistematiche» [aka, popperiana epistemologia], «anticipa una produzione dottrinale dipendente » da «un meccanismo di coordinamento». Un apparato che stabilisce «la grande importanza di azioni rapide ed efficaci nel dare impulso alla creazione e diffusione delle idee», e che pronostica «un movimento intellettuale di lunga durata» [aka, la sinistra liberale che si sposa con gli anarcocapitalisti!] come risultato di queste iniziative, allo scopo non solo di contrastare il comunismo, ma anche di «spezzare, in tutto il mondo, gli schemi dottrinari di pensiero» che forniscono una base intellettuale a «dottrine ostili agli *obiettivi americani*» [aka capitalismo liberale, aka economia di mercato, aka “neoliberismo”].»
Marshall, inoltre, prendeva posizione contro il fatto che il documento del PSA si basasse su «teorie sociali non razionali», che enfatizzavano il ruolo delle élite «in un modo che ricorda Pareto, Sorel, Mussolini e così via».«La presunta élite emerge come l’unico gruppo a contare davvero». L’élite è definita come quel «gruppo numericamente limitato, con interessi e capacità tali da manipolare le questioni dottrinali», gli ideologi che muovono i fili intellettuali «per formare, o quanto meno predisporre, gli atteggiamenti e le opinioni» di coloro che, di volta in volta, sono destinati a fungere da leader all’opinione pubblica.» [aka, spin doctors]
“Come può un governo adottare un proprio sistema dottrinale tanto esteso senza assumere lineamenti totalitari?”, chiedeva Marshall: il documento non lo indica, in realtà propone uniformità al posto della diversità.Postula un sistema che prevede «un tipo particolare di concezione e struttura sociale», che comprende «un complesso di principi per le aspirazioni umane» e abbraccia «tutti i campi del pensiero umano», «tutti i campi d’interesse intellettuale, dall’antropologia alle creazioni artistiche alla sociologia, alla metodologia scientifica» [NdQ: il che ci riporta direttamente a Mirowsky e alla sua definizione del pensiero liberale come “teoria del tutto”, certificazione di una strategia pienamente riuscita, nella sua odierna dimensione intrecciata di globalismo e €uropeismo (sempre qui, p.1)].
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