La Grecia non esiste
di GOOFYNOMICS
(…voi vi lamentate del fatto che scrivo in Leuropeo, cioè nella lingua dell’unico paese che nel frattempo ha lasciato Leuropa, come da me vaticinato il 7 dicembre 2013 – qualcuno lo ricorderà… E fate male, malissimo! Bisogna scrivere in Leuropeo, perché occorre che anche altri sappiano a quale livello di orrore si sta spingendo il cosiddetto progetto leuropeo. Macron che elogia la Domus Aurea “testimonianza del genio europeo” non è un gaffeur che sproloquia per ingenuità. No. Non lo è. Tutt’altro: è un astuto comunicatore che sta seguendo una ben precisa agenda politica. Quale? Questa…)
Caro professore, mi chiamo Nessuno, e non sono niente.
Ci siamo conosciuti brevemente a Montesilvano quest’anno. Le ho raccontato di come il blog ed il suo libro abbiano cambiato la mia vita e contribuito a squarciare il velo di Maya.
E’ la prima volta che le scrivo e prometto di astenermi dal farlo ancora (giurin giurello).
Non voglio discettare di economia, numeri e grafici, non ne sono in grado. Lo faccio per condividere con lei quanto accadutomi ieri sera in pizzeria.
Ero a tavola con amici della mia compagna, persone che conosco poco. Il tizio accanto a me attacca bottone. Mi racconta che lui vive e lavora ad Atene per conto della Commissione Europea. Il suo gruppo di lavoro si occupa di affiancare il governo greco nell’applicazione dell’agenda della Troika (stia tranquillo prof, non le scrivo per riportarle le “ragioni” economiche che mi sono dovuto sorbire, sono sempre le stesse e lei le conosce molto meglio di me).
L’esigenza nasce dallo sgomento che mi ha colto nello scoprire che l’operazione in corso è molto più sofisticata e ideologicamente complessa della sola narrazione politico-economica. Piccolo excursus: sono molto legato alla Grecia, la ritengo la mia seconda casa. La conosco discretamente e, appena posso, ci torno spesso a trovare un po’ di amici. A casa sono cresciuto respirando epos ed ellenismo e ho fatto studi classici.
Ma torniamo in tema.
La sostanza del discorso proferitomi è che i greci non hanno diritto di lamentarsi, anzi!Devono ringraziare l’occidente (concetto che detesto, ma relata refero) per il solo fatto di esistere. La Grecia, la nazione greca, sarebbe infatti una finzione geo-politica, creata ad arte nel 1800 da Francia e Inghilterra per favorire l’implosione dell’impero ottomano. “La Grecia era l’Israele dell’ 800”. [cit.] Il mio zelante vicino di posto non sosteneva che Francia e Inghilterra si fossero limitate ad appoggiare le rivolte greche in funzione anti-ottomana, sosteneva che il popolo greco non esiste. Che i greci siano soltanto ottomani di religione ortodossa! Che la moderna lingua greca sia stata forgiata ad hoc per dar loro un senso di comunità. Che la Grecia fu creata come Stato cuscinetto per arginare l’espansione musulmana. Un avamposto militare riempito di gente a caso accomunata soltanto dalla medesima religione: ”esattamente come lo Stato d’Israele” (addendum – per esigenze di brevità e coerenza espositiva ometto volutamente di entrare nel merito di cosa sia o non sia lo Stato d’Israele).
Ho provato a riportare sulla terra il mio pervicace commensale partendo dalla lineare B di epoca micenea, passando per le guerre persiane, l’ellenismo e l’impero bizantino, fino ad arrivare alla guerra greco-turca ed alle deportazioni di massa dei greci dall’Anatolia, ad inizio ‘900. Gnente.
Per lui le mie argomentazioni erano sofismi perché, data la storia del mediterraneo e la mobilità delle popolazioni che lo hanno abitato e navigato per millenni, sarebbe impossibile individuare i momenti di partenza della storia dei popoli e delle nazioni.
Gli ho concesso, sulla scorta di “Omero nel Baltico” (libro meraviglioso), che i “biondi achei” dell’Iliade potrebbero sì avere origine dalle popolazioni scandinave che discesero Vistola e Danubio in epoca antichissima (ipotesi da prendere comunque cum grano salis), ma che poi da quel momento i greci sono sempre stati lì. Gnente. I greci non esistono, sono un artifizio.
Alla fine, sconfortato e provato dallo sforzo per mantenermi su toni civili, ho abbozzato (come dite a Roma) e lasciato perdere.
Ma ho imparato qualcosa.
La narrazione del potere sta tentando un balzo qualitativo degno di nota. Non si tratta più di esautorare lo Stato-Nazione raccontando la favoletta dei greci pigri, improduttivi, corrotti e spreconi. Qui si tratta di provare a cancellare tre millenni di storia con la retorica dell’ipse dixit degli “esperti”. I signori de quo (nonché le loro giovani e zelanti nuove leve come il mio interlocutore) non sono soltanto strozzini e mistificatori di dati, sono molto peggio. Manipolatori di storia, geografia, antropologia, filologia et similia.
Le riflessioni connesse ad un ragionamento (?) del genere sono abbastanza obbligate. Negando le origini di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua omogeneità etnico-linguistica (al netto dei dialetti), si nega l’esistenza del popolo stesso. E si sa, laddove non c’è popolo, laddove non c’è dèmos, non può esserci democrazia. Ma solo dispotismo e barbarie.
In conclusione mi chiedo, se è possibile manipolare la storia greca, una delle più antiche d’Europa, con tanta impune facilità, quanto sarà agevole farlo con la storia di nazioni molto più giovani ed eterogenee come l’Italia?
Serve vigilare anche su questo perché, come lei insegna, i prossimi siamo noi.
Augurandomi di non averla tediata oltremodo, la ringrazio per l’attenzione e per il tempo dedicatomi, la saluto e le auguro buon lavoro.
P.S. Qualora ritenesse interessante pubblicare questa mia, le chiedo cortesemente di mantenere il mio anonimato.
(…a seconda dei punti di vista, mantenere l’anonimato di Nessuno può essere immediato, o impossibile. Tuttavia, a noi qui non serve un esperto di logica formale. Quello che ci occorre è riflettere a quali culmini di abiezione è stato portato il concetto di “dissolvere le nazionalità” in una “identità europea” per combattere “le guerre e i nazionalismi”.
In poche parole, questi qui si stanno avviando, coscientemente, a compiere un genocidio culturale su vasta scala, per ripulirsi la coscienza da un disastro causato semplicemente per nascondere il letamaio delle loro banche sotto lo zerbino. Il simpatico funzionario di cui ci parla Nessuno, o, a un livello infinitamente superiore, Macron, si muovono lungo questa stessa logica, quella del genocidio.
Ora, di fronte a giornalisti che continuamente ci trattano da Untermenschen, per distruggere il nostro orgoglio nazionale (quella cosa che, come diceva Rorty, è per un paese ciò che il rispetto di sé è per gli individui – santo subito Massimo D’Antoni, un uomo che alcuni di voi non sanno capire: è un po’ papalino, ma è tanto una brava persona!), di fronte a questo attacco massiccio e indiscriminato alla nostra identità, sarebbe certo errato reagire esaltando in modo acritico l’italianità.
Tuttavia, se un giusto mezzo non si può avere, allora vi confesso che fra i due errori preferisco il secondo. Perché, sinceramente, a me l’idea che quattro scribacchini residenti da una mera espressione geografica come il Belgio e provenienti da qualche paese diversamente iscritto negli annali della storia e della cultura mondiale venga a dire a noi cosa dobbiamo fare, sinceramente non va molto giù. Ed ho una buona, anzi, ottima notizia per voi: non sono più solo. Esistono altri italiani che scrivono in italiano, e quindi pensano da italiani che l’Italia non sia uno shithole. Naturalmente, a loro non verranno mai conferiti simili prestigiosi incarichi. Ma di questo parleremo un’altra volta. Vi esorto a tenere alta l’attenzione e a non reagire alle provocazioni. Nervi saldi, e tanta pazienza. L’Italia non si è desta, ma è uscita dalla fase REM…)
Fonte:http://goofynomics.blogspot.it/2018/01/la-grecia-non-esiste-qed-87.html
Solo un ignorante tecnocrate può sostenere una tesi del genere. Nelle stanze del potere si sta progettando il genocidio dei popoli europei. I coloni sionisti utilizzano le stesse argomentazioni contro i palestinesi, così come i fascisti turchi con i curdi, definiti turchi di montagna, e i cinesi con i tibetani. Quando Macron definisce la Domus Aurea “testimonianza del genio europeo” non commette alcuna gaffe, è evidente che per lui gli italiani non esistono. Come i greci.